L’inchiesta sull’omicidio del magistrato Antonino Scopelliti si arricchisce di un nuovo sviluppo legale nella primavera 2025. I difensori del collaboratore di giustizia Maurizio Avola hanno chiesto un incidente probatorio, uno strumento che potrebbe permettere di ascoltare Avola in aula riguardo al suo ruolo nel delitto. Questa mossa avrà ripercussioni sull’istruttoria e sul coinvolgimento degli altri indagati, tra cui i vertici di Cosa nostra catanese e ‘Ndrangheta reggina.
Il ruolo di maurizio avola nell’omicidio di antonino scopelliti
Maurizio Avola è uno dei pentiti più importanti in questa lunga vicenda giudiziaria che riguarda l’omicidio del giudice Scopelliti, avvenuto il 9 agosto 1991 a Villa San Giovanni, frazione di Piale. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Avola, “sarebbe stato lui a guidare la motocicletta che ha affiancato l’auto del magistrato mentre era in movimento, un momento cruciale prima dell’agguato.” La sparatoria sarebbe stata eseguita da Vincenzo Salvatore Santapaola, noto boss catanese, utilizzando un fucile poi nascosto da Avola stesso a Belpasso, nel catanese.
Importanza del recupero dell’arma
Questo particolare ha un valore importante perché la squadra mobile ha recuperato l’arma solo nel 2019, quasi trent’anni dopo l’omicidio, proprio grazie alle indicazioni fornite dal pentito. La posizione di Avola è delicata e l’incidente probatorio potrebbe verificare la sua versione direttamente davanti al giudice e alle parti coinvolte, ascoltando anche le domande dei legali degli altri imputati.
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Le richieste dei legali e il processo in corso
Gli avvocati Ugo Colonna e Massimo Alosi, difensori di Avola, hanno avanzato la richiesta formale di incidente probatorio al gip . Questo strumento consiste in un’interrogazione anticipata del pentito, utile soprattutto quando si teme che il collaboratore possa non essere più disponibile in futuro o per salvare dichiarazioni ritenute rilevanti per l’inchiesta.
La decisione definitiva spetta ora al gip, che dovrà anche sentire il parere della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Se l’incidente probatorio sarà concesso, Avola sarà interrogato in aula non solo dai pubblici ministeri Giuseppe Lombardo e Sara Parezzan, ma anche dagli avvocati della parte offesa e, soprattutto, dei venti imputati principali, accusati di appartenenza alle cosche di Cosa nostra e della ‘Ndrangheta. Si prospetta così un confronto serrato sul racconto del collaboratore.
Gli indagati e le organizzazioni criminali coinvolte
A tutt’oggi il numero iniziale di 24 indagati si è ridotto a 21, a causa della morte di tre importanti boss nel tempo. Tra questi ci sono Matteo Messina Denaro, il capo di Castelvetrano, Giovanni Tegano da Archi e Francesco Romeo, figura legata alla famiglia Santapaola di Catania. Quest’ultimo era già stato assolto nel passato processo per l’omicidio di Scopelliti, perciò non può essere nuovamente perseguito sulla stessa vicenda.
Gli imputati sono ritenuti al vertice sia di Cosa nostra catanese che della ‘Ndrangheta reggina. I legami tra queste due organizzazioni sono al centro delle indagini, soprattutto per quanto riguarda la pianificazione e l’esecuzione dell’agguato in cui perse la vita il magistrato. In questo scenario, la testimonianza di Avola potrebbe fare chiarezza sulle responsabilità specifiche di ciascuno.
La presenza di altri collaboratori di giustizia
Non solo Avola: anche un altro pentito siciliano, Fabio Tranchina, finisce sotto la lente dell’inchiesta. Secondo le informazioni, Tranchina avrebbe svolto un ruolo logistico importante, accompagnando Giuseppe Graviano, noto esponente mafioso non indagato in questa inchiesta, a Giardini Naxos. Graviano avrebbe vissuto lì da latitante, grazie a un’abitazione procuratagli da esponenti catanesi.
L’inclusione di Tranchina nel contesto delle indagini permette di capire meglio lo spessore territoriale e le connessioni tra le cosche siciliane e calabresi. La sua testimonianza, quindi, rappresenta un tassello importante per la ricostruzione delle dinamiche criminali attorno all’omicidio di Scopelliti.
L’evoluzione del procedimento su uno degli omicidi più emblematici della lotta alla mafia negli ultimi decenni mostra nuovi passaggi importanti. La possibile audizione in aula di Maurizio Avola porterà una nuova fase di verifica delle accuse e dei retroscena criminali, coinvolgendo tutti i principali protagonisti ancora vivi del processo. Una vicenda che, nonostante il tempo passato, resta centrale nell’attenzione della giustizia italiana.