Un vasto incendio ha interessato a inizio maggio 2025 una zona protetta tra i comuni di baldissero canavese e vidracco, in provincia di torino. Un’area di circa otto ettari, parte del sito rete natura 2000 “monti pelati e torre cives”, è stata gravemente colpita dalle fiamme. Dopo indagini dettagliate, i carabinieri forestali hanno individuato il presunto responsabile e lo hanno segnalato alla procura di ivrea.
Il contesto ambientale dei monti pelati e rischi legati alla stagione estiva
Il sito “monti pelati e torre cives” si trova tra il canavese e la valchiusella. Si tratta di un territorio arido e poco ricoperto di foreste, ma con habitat fragili e specie botaniche rare. La conformazione del suolo, spesso roccioso e secco, non offre protezione contro gli incendi, che in poco tempo possono consumare rapidamente il sottobosco.
La scarsità di vegetazione compatta non impedisce ai roghi di espandersi, soprattutto quando persistono condizioni climatiche favorevoli. L’arrivo della stagione estiva, con temperature più alte e venti occasionali, alza il rischio di nuove emergenze.
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Nel 2024 in piemonte sono stati registrati oltre 120 incendi tra aprile e settembre, in linea con la tendenza nazionale che vede in questi mesi l’80% delle aree boschive colpite dal fuoco. Molti casi derivano da imprudenze o mancanze di rispetto per le norme sulla sicurezza nell’ambito di manovre o attività all’aperto.
Operazioni di spegnimento e ruolo delle squadre di emergenza
Le operazioni per domare l’incendio sono state complesse e lunghe, ma efficaci. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i volontari dell’antincendi boschivi della regione piemonte e un mezzo aereo. Quest’ultimo ha sorvolato ripetutamente la zona colpita, rilasciando acqua e ritardanti per contenere le fiamme.
Il lavoro congiunto di queste squadre ha impedito che il fuoco si estendesse oltre i confini iniziali, evitandone una diffusione verso aree abitate o ulteriori riserve naturali. Gli operatori hanno inoltre svolto una lunga fase di bonifica, per spegnere definitivamente braci e focolai nascosti che avrebbero potuto riaccendere l’incendio.
Le pattuglie dei carabinieri forestali, contattate tramite il numero verde 1515, hanno garantito un monitoraggio costante durante e dopo l’emergenza. La loro prontezza ha facilitato la raccolta di elementi utili per individuare le cause e responsabilità, a partire dalla testimonianza degli addetti ai lavori sulla linea elettrica.
Dinamica dell’incendio boschivo e cause scatenanti
L’incendio è scoppiato il 1° maggio durante lavori di manutenzione di una linea elettrica. Un operaio stava usando una smerigliatrice per tagliare pali in cemento quando le scintille hanno dato origine al rogo. La zona dei monti pelati, caratterizzata da un terreno secco e privo di vegetazione densa, ha favorito la rapida diffusione delle fiamme.
Il contesto climatico mite di quelle giornate ha ulteriormente agevolato il propagarsi del fuoco. Nonostante la scarsa copertura boschiva, la conformazione del terreno, con arbusti sparsi e sottobosco secco, ha fatto sì che l’incendio si allargasse velocemente a una vasta superficie. L’area coinvolta fa parte della rete natura 2000, nota per la biodiversità e la presenza di specie a rischio.
I carabinieri forestali hanno iniziato subito la ricostruzione della dinamica raccogliendo testimonianze e osservazioni dagli operatori presenti sul posto e dai residenti. L’intervento delle forze dell’ordine ha permesso di circoscrivere la zona d’origine del fuoco. L’operaio, protagonista involontario dell’incidente, è ora sottoposto a indagini per incendio colposo.
Sviluppi sull’indagine e implicazioni legali dell’incendio boschivo
L’indagine aperta dalla procura della repubblica di ivrea è ancora alle prime fasi. Non si escludono ulteriori accertamenti per chiarire se durante i lavori siano state violate norme di sicurezza. Sarà valutata la responsabilità dell’operaio coinvolto, anche alla luce delle modalità con cui sono state condotte le operazioni di manutenzione.
Il codice penale prevede sanzioni severe per chi provoca incendi, anche in forma colposa. Il caso raccolto dai carabinieri forestali rappresenta un esempio di come incidenti tecnici, non intenzionali, possano avere conseguenze gravi sul territorio.
Intanto, il caso ha fatto riaffiorare il tema della messa in sicurezza nelle aree a rischio incendio. Le istituzioni e i cittadini in piemonte e oltre dovranno prestare attenzione ai comportamenti, specialmente con l’arrivo dell’estate, per evitare danni estesi e irreparabili.
Importanza della prevenzione e raccomandazioni alla cittadinanza
Le forze dell’ordine e i comandi forestali insistono sull’importanza di un atteggiamento responsabile da parte dei cittadini. “Mozziconi di sigaretta non spenti, fuochi accesi vicino a vegetazione secca e abbandono di bottiglie o oggetti di vetro nei boschi restano tra le cause più frequenti di incendi accidentali.”
Gli avvertimenti invitano a maneggiare con cautela attrezzi che possono fare scintille e a segnalare prontamente situazioni di pericolo tramite il numero 1515, dedicato alle emergenze ambientali. La presenza dei volontari aib si riconferma decisiva nelle prime fasi degli incendi, perché riescono a fronteggiare rapidamente roghi ancora contenuti.
La collaborazione tra vigili del fuoco, carabinieri forestali e associazioni di volontari è essenziale per contenere i danni. Ma ogni incidente richiama anche il tema del rispetto per gli ecosistemi, che una volta colpiti dal fuoco necessitano di anni per tornare al loro stato naturale.