La lotta contro la brucellosi e la tubercolosi negli allevamenti italiani è al centro di un confronto recente a Bruxelles. L’iniziativa coinvolge il governo italiano e la Commissione europea, con l’obiettivo di ridurre l’impatto di queste malattie animali sulla salute pubblica, sulle filiere agricole e sui prodotti tipici italiani, come la mozzarella di bufala. Il dialogo punta a consolidare i risultati già raggiunti e a tracciare nuove azioni per il prossimo periodo.
Impatti sull’economia e la salute pubblica: la mozzarella di bufala come simbolo della lotta
Nelle regioni del Sud, dove la presenza di brucellosi e tubercolosi ha destato maggiore allarme, le conseguenze di queste malattie vanno oltre il solo aspetto sanitario. I prodotti locali, riconosciuti a livello internazionale, rischiano di essere compromessi. La mozzarella di bufala è uno degli esempi più noti. La contaminazione degli allevamenti potrebbe danneggiare la reputazione di questo prodotto e, conseguentemente, l’economia delle zone di produzione.
Per questo motivo il governo italiano ha deciso di intervenire con forza, presentando alla Commissione europea le misure adottate per affrontare una criticità mai superata fino ad oggi. Tra le misure spicca la nomina di un commissario straordinario dedicato esclusivamente al problema della brucellosi e della tubercolosi. Questa scelta intende garantire un coordinamento efficace delle attività di controllo, sorveglianza e prevenzione, in stretta collaborazione con le istituzioni comunitarie. L’apprezzamento mostrato da Bruxelles ha indicato un riconoscimento del percorso intrapreso e della volontà di proseguire con rigore.
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Situazione attuale nelle regioni più colpite: caserta e sicilia in primo piano
La provincia di Caserta rappresenta uno dei territori maggiormente interessati dalla brucellosi, malattia contagiosa che colpisce pecore, capre, mucche e bufale, con ricadute sia economiche che sanitarie. Nel 2021 la diffusione nei capi allevati aveva raggiunto un picco del 18%. L’ultimo monitoraggio, però, evidenzia una riduzione fino all’8%, evidenziando un calo significativo in pochi anni. Questo risultato testimonia l’efficacia delle campagne di prevenzione e controllo portate avanti da operatori e enti veterinari locali.
Contributi dalla sicilia e rafforzamento della sorveglianza
Anche in Sicilia, altra regione con focolaio rilevante di brucellosi e tubercolosi, è stata avviata una collaborazione più stretta con i servizi veterinari regionali. Questa sinergia ha permesso di migliorare la sorveglianza e gestire più tempestivamente i casi sospetti. Le autorità italiane hanno inoltre organizzato sessioni formative rivolte ai controllori ufficiali, fondamentali per garantire indagini epidemiologiche più approfondite e precise. Si tratta di passaggi fondamentali per interrompere la diffusione delle malattie quali zoonosi, cioè patologie trasmissibili dall’animale all’uomo.
Ruolo delle associazioni di categoria e individuazione dei fattori di rischio
L’azione contro queste zoonosi risponde anche alle richieste avanzate dai diversi soggetti che rappresentano gli allevatori e gli operatori del settore agricolo. Le associazioni di categoria hanno sollecitato interventi concreti per tutelare gli allevamenti e le produzioni tipiche. Il commissario straordinario ha lavorato con i servizi veterinari territoriali per individuare con precisione i elementi che favoriscono la trasmissione della brucellosi e della tubercolosi.
La collaborazione tra uffici statali, enti regionali e professionisti del settore rappresenta quindi la risposta più concreta per affrontare un problema sanitario grave, tenuto anche conto delle implicazioni sulla salute umana e sulla vita degli allevatori.
Fattori di rischio ambientali e gestionali
Grazie a questa attività, si stanno identificando i fattori di rischio ambientali e gestionali che facilitano la diffusione delle malattie. Tenere sotto controllo questi aspetti risulta fondamentale per interrompere la catena di contagio e prevenire nuovi casi.