Il ddl sulla riforma della disciplina sanzionatoria in materia di pesca ha iniziato il suo percorso di esame al Senato dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri di aprile 2025. Questo provvedimento è stato elaborato con il coinvolgimento di esperti e rappresentanti del settore, tra cui Confcooperative Fedagripesca, per aggiornare la normativa italiana in linea con il nuovo regolamento europeo sui controlli, approvato a fine 2023. Il testo introduce novità importanti legate a sanzioni e procedure, con l’obiettivo di bilanciare rigore e sostenibilità.
Il contesto normativo e il ruolo di confcooperative fedagripesca
Il disegno di legge nasce dalla necessità di riformare una disciplina sanzionatoria tradizionale che non rispondeva più ai cambiamenti normativi europei. Il gruppo di lavoro tecnico del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha coinvolto rappresentanti di categoria, inclusa Confcooperative Fedagripesca, per mettere a punto un testo che recepisse i dettami del regolamento Ue sui controlli in materia di pesca. Tale regolamento, entrato in vigore a fine 2023, ha introdotto regole più rigide con l’obbligo di sistemi di controllo a bordo, tra cui telecamere. L’Italia ha impugnato alcune di queste prescrizioni ritenute eccessive o sbilanciate rispetto alla realtà del comparto.
Le osservazioni di confcooperative fedagripesca
Confcooperative Fedagripesca ha seguito da vicino il processo legislativo, evidenziando la necessità di evitare misure uniformi che penalizzassero in modo indiscriminato pescatori e cooperative. L’associazione ha sottolineato come la riforma debba servire a garantire un controllo efficace ma sostenibile, tutelando l’attività e la legalità senza aggiungere oneri insostenibili.
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Sanzioni più calibrate e tolleranze tecniche nella riforma
Uno degli elementi centrali della riforma riguarda la revisione del sistema sanzionatorio. Il ddl introduce una separazione netta tra sanzioni amministrative e un sistema a punti collegato a infrazioni reiterate, per rispondere a criteri di proporzionalità finora mancati. Questa distinzione punta a evitare punizioni automatiche o sproporzionate per errori tecnici minori, favorendo un approccio più mirato.
Le novità nel sistema sanzionatorio
Tra le novità si conta anche l’introduzione di tolleranze tecniche specifiche, per esempio sul controllo dell’apertura delle maglie delle reti da pesca. Spesso piccoli scostamenti nelle misurazioni portavano a multe immediate, anche quando tali differenze erano il risultato di fattori naturali o strumentali non riconducibili a una violazione intenzionale. La riforma punta a considerare queste circostanze per evitare pesanti sanzioni che avrebbero avuto effetti negativi sulle attività di pesca.
Il nuovo impianto mira inoltre a semplificare gli aspetti burocratici, rendendo più agile il confronto con le autorità di controllo e migliorando l’allineamento agli standard definiti a livello comunitario.
La posizione di paolo tiozzo e le prospettive parlamentari
Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, ha spiegato che il settore chiedeva da tempo questo tipo di interventi, in grado di bilanciare controlli rigorosi con la sostenibilità economica delle imprese. Ha precisato che la riforma non costituisce una deroga generalizzata alle norme europee, ma rappresenta piuttosto un aggiustamento necessario per correggere squilibri che avrebbero penalizzato senza ragioni valide la categoria.
Tiozzo ha espresso la disponibilità dell’associazione a collaborare negli ulteriori passaggi parlamentari, con l’intenzione di migliorare ulteriormente il testo. Questo lavoro coinvolgerà le commissioni competenti per apportare eventuali modifiche, accompagnate da osservazioni tecniche e di merito che possano rendere la norma più equa ed efficace.
Il percorso al senato
L’iter al Senato sarà quindi decisivo per definire i dettagli della riforma e stabilire le condizioni operative che regolamenteranno il settore pesca nei prossimi anni, tenendo conto del bilanciamento tra esigenze produttive e obblighi di tutela ambientale.
Impatto e scenari futuri per la pesca dopo la riforma
Con l’approvazione del ddl, il sistema di controlli e sanzioni in materia di pesca potrà beneficiare di una struttura più definita che risponda alle esigenze reali degli operatori sul territorio italiano. La revisione rende possibile evitare pesanti penalizzazioni causate da piccole irregolarità tecniche, concentrando le risorse sulla lotta a violazioni significative.
Anche le modalità di verifica e gestione delle infrazioni dovrebbero risultare meno complesse, favorendo una migliore comunicazione tra operatori del settore e autorità preposte. Restano da monitorare gli effetti degli eventuali adeguamenti introdotti durante l’iter parlamentare, così come la posizione del governo rispetto alle norme europee ancora contestate.
La riforma nel contesto più ampio della pesca
Il percorso legislativo in corso si inserisce in uno scenario più ampio di regolamentazione della pesca, tra esigenze ambientali, controllo della filiera e tutela dei lavoratori. Una volta completata, la riforma avrà conseguenze concrete sull’organizzazione del lavoro, sulle sanzioni e sul controllo degli strumenti utilizzati. Sarà cruciale mantenere un equilibrio tra rispetto delle regole e sostenibilità della pesca italiana.