Negli ultimi quindici anni, il consumo di fertilizzanti in Italia ha registrato una riduzione rispetto agli altri paesi europei. Parallelamente, anche l’uso di prodotti fitosanitari si è ridotto significativamente nell’ultimo decennio. Questi cambiamenti fanno parte di una tendenza che coinvolge sia le imprese produttrici che il settore agricolo, ben documentata dal Focus Fertilizzanti dell’Osservatorio Agrofarma presentato durante la fiera Macfrut a Rimini. Tra le cause principali, spiccano gli investimenti in ricerca e sviluppo per rendere più efficienti e sostenibili i processi produttivi.
Riduzione dei fertilizzanti e degli agrofarmaci in italia: dati e confronto con l’europa
L’Italia ha registrato una diminuzione dell’azoto e del fosforo immessi nel terreno stimata tra il 7 e l’8 per cento negli ultimi quindici anni. Questi dati sono importanti perché indicano una minore dispersione di nutrienti nell’ambiente, con un impatto positivo sugli ecosistemi agricoli e sulla qualità del suolo. Nel confronto con gli altri paesi europei, il calo italiano è più marcato, a testimonianza di un impegno specifico per ottimizzare l’uso dei fertilizzanti.
Anche il settore degli agrofarmaci riflette questo andamento: le vendite di prodotti fitosanitari in Italia sono calate del 14 per cento nel corso degli ultimi dieci anni. Questo indica una riduzione dell’impatto ambientale legato all’impiego di pesticidi e altri composti chimici in agricoltura, una scelta che segue le linee guida europee per la sostenibilità e la sicurezza alimentare. Restano comunque sotto esame le modalità di utilizzo e le alternative biologiche che possono sostituire o ridurre ulteriormente la dipendenza da questi prodotti tradizionali.
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Investimenti in ricerca e nuove materie prime per un’agricoltura più sostenibile
Negli ultimi cinque anni, le aziende italiane produttrici di fertilizzanti hanno dedicato complessivamente 104 milioni di euro alla ricerca e allo sviluppo. Questo significa spendere in media 20 milioni ogni anno per innovare processi, trovare materie prime alternative e migliorare l’efficienza energetica delle produzioni. L’obiettivo principale è quello di ridurre gli sprechi e ottimizzare la resa dei prodotti, mantenendo la qualità necessaria per sostenere la produttività agricola.
Sul fronte degli agrofarmaci, le imprese italiane destinano a ricerca e sviluppo circa il 3 per cento del fatturato, pari a 32 milioni all’anno. Di questi fondi, una parte consistente, circa un terzo, è investita nello sviluppo di prodotti idonei all’agricoltura biologica. Questi risultati sono significativi perché mostrano una volontà chiara di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e delle normative, puntando su soluzioni meno invasive per l’ambiente, che possano essere utilizzate anche dalle aziende agricole che scelgono metodi più naturali per la coltivazione.
Fertilizzanti bio: oltre il 60 per cento dei nuovi prodotti registrati negli ultimi anni
Un dato interessante riguarda la natura dei fertilizzanti immessi sul mercato in tempi recenti. Oltre il 60 per cento dei prodotti registrati negli ultimi nove anni è compatibile con l’agricoltura biologica. Questa percentuale evidenzia un cambio nelle strategie delle aziende produttrici che hanno saputo rispondere alle esigenze di un settore in crescita, quello del biologico.
Il settore agricolo italiano, noto per la sua vocazione al rispetto dell’ambiente e alla qualità delle produzioni, ha trovato supporto anche nei nuovi fertilizzanti formulati per rispettare le norme del bio. Questi prodotti permettono di conciliare la necessità di nutrire le colture con l’attenzione a non alterare l’equilibrio degli ecosistemi, contribuendo così a rafforzare la competitività del comparto senza rinunciare alla tutela ambientale.
Le dichiarazioni dei protagonisti del settore sull’innovazione e la sostenibilità
Paolo Tassani, presidente di Agrofarma-Federchimica, ha sottolineato che nutrizione e difesa delle colture rappresentano elementi fondamentali per un’agricoltura sana e capace di competere sul mercato. Questo concetto mette in luce l’importanza di prodotti efficaci ma responsabili, che garantiscano rendimento senza compromettere l’ambiente.
Paolo Girelli, presidente di Assofertilizzanti-Federchimica, ha evidenziato come la sostenibilità del sistema agroalimentare italiano ed europeo dipenda da un quadro normativo che sappia accogliere l’innovazione, supportata da evidenze scientifiche solide. Senza regole chiare e aggiornate, difficile immaginare un futuro sostenibile per la produzione agricola, con tutte le ricadute economiche e ambientali che ne derivano.
Infine, Enrica Gentile, Ceo & Founder di Areté e responsabile scientifico del progetto Agrofarma, ha posto l’attenzione sull’efficienza produttiva e l’innovazione come punti chiave per il settore. I loro investimenti devono puntare a solutions sempre più mirate per rispondere alle sfide attuali, mettendo in relazione miglioramenti tecnici e tutela del territorio.
Questi elementi disegnano un quadro in cui il comparto fertilizzanti e agrofarmaci si muove verso un equilibrio tra produzione agricola, tutela ambientale e mercato. I dati e gli investimenti mostrano che le imprese italiane intendono restare protagoniste in questa transizione.