in Italia danni per oltre un miliardo annui causati da insetti invasivi come cimice asiatica e calabrone asiatico

in Italia danni per oltre un miliardo annui causati da insetti invasivi come cimice asiatica e calabrone asiatico

Le aziende agricole italiane subiscono danni economici superiori al miliardo di euro ogni anno a causa di insetti invasivi come la cimice asiatica, il coleottero giapponese e il calabrone asiatico, aggravati dai cambiamenti climatici e dalla mancanza di armonizzazione normativa nell’Unione europea.
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Le aziende agricole italiane subiscono gravi perdite economiche a causa di insetti invasivi come la cimice asiatica, aggravate dai cambiamenti climatici e da normative europee frammentate, che rallentano l’adozione di strumenti efficaci per la difesa. - Gaeta.it

Le aziende agricole italiane affrontano perdite economiche pesanti a causa di insetti invasivi provenienti da altri continenti. Insetti come la cimice asiatica, il coleottero giapponese e il calabrone asiatico provocano danni che superano il miliardo di euro ogni anno. La moltiplicazione di questi parassiti è aiutata dai cambiamenti climatici e dalla difficoltà nell’applicare strumenti efficaci per contrastarli. In questo contesto, si apre la questione dell’armonizzazione normativa all’interno dell’Unione europea.

Qual è l’impatto economico degli insetti alieni sulle colture italiane

La diffusione di specie esotiche ha rivoluzionato negativamente l’agricoltura nazionale. La cimice asiatica, già presente da anni, ha ampliato la sua presenza in diverse regioni italiane, consumando i raccolti di frutta e verdura. Il coleottero giapponese attacca le radici degli alberi e danneggia vari tipi di colture, spesso in modo irreparabile. Il calabrone asiatico, oltre a rappresentare un rischio per l’uomo, ha un impatto sulle api, fondamentali per l’impollinazione.

Le stime economiche indicano perdite superiori al miliardo di euro ogni anno, una cifra che pesa parecchio sull’intero comparto agricolo e agroalimentare italiano. Questi insetti non si limitano a creare danni diretti, ma influiscono anche sulla qualità e quantità delle produzioni, compromettendo la filiera e la sicurezza alimentare. I cambiamenti climatici hanno reso più favorevoli l’arrivo e la proliferazione di specie non autoctone, ampliando la mappa del rischio.

La difficoltà nell’adozione di strumenti efficaci per la difesa

Il contrasto a questi parassiti richiede metodi adeguati, ma le imprese agricole segnalano difficoltà notevoli nel reperire e utilizzare pesticidi o altri strumenti di lotta. Il panorama dei prodotti fitosanitari autorizzati si è infatti ridotto sensibilmente negli ultimi anni, senza che ci sia stata una corrispondente evoluzione delle tecniche di difesa integrate. Mancano soluzioni tecnologiche avanzate, come il ricorso a macchine di precisione o il controllo biologico di ultima generazione, che potrebbero mitigare gli effetti degli insetti alieni.

La complessità cresce dove le norme non si uniformano tra i vari paesi europei, costringendo gli agricoltori a fronteggiare iter burocratici lunghi e ripetitivi per ottenere autorizzazioni specifiche. Ogni sostanza attiva applicata deve essere riconosciuta singolarmente su base nazionale, generando ritardi nell’accesso a strumenti utili per la protezione delle colture.

Una richiesta di armonizzazione normativa all’interno dell’unione europea

Di fronte a queste sfide, la Coldiretti e altre associazioni di categoria italiane, spagnole, francesi e portoghesi hanno inviato una lettera ai commissari europei all’Agricoltura e alla Salute. Nel documento, si sollecita il riconoscimento automatico delle autorizzazioni per i fitosanitari all’interno di una stessa zona geografica. Questa proposta punta a eliminare valutazioni ridondanti a livello nazionale, permettendo così una reazione più rapida e coordinata contro gli insetti dannosi.

L’obiettivo è salvaguardare la competitività europea nel campo agroalimentare e ridurre la necessità di importazioni per prodotti chiave della dieta mediterranea, esposta ai rischi di epidemie parassitarie. L’assenza di interventi coordinati potrebbe compromettere la sopravvivenza di produzioni tipiche che rappresentano un valore economico e culturale per i paesi coinvolti.

Se non si affronta questo nodo burocratico, il settore agricolo rischia rallentamenti pesanti nella gestione di emergenze fitosanitarie, con conseguenze dirette sulla qualità delle produzioni e sui mercati di riferimento europei.

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