La basilicata si distingue tra le regioni italiane con la più alta presenza di giovani impegnati nell’agricoltura, insieme a liguria e valle d’aosta. Secondo i dati raccolti dal centro studi divulgra e diffusi da coldiretti, l’imprenditoria agricola under 35 in queste aree registra una quota significativa sul totale nazionale. Il fenomeno coinvolge diverse filiere produttive e segue una tendenza che punta sulla multifunzionalità, nonostante le difficoltà legate ai costi e alle pratiche burocratiche.
La presenza dei giovani imprenditori agricoli in basilicata e altre regioni italiane
La regione basilicata conta oltre 1.800 imprese agricole guidate da giovani, numero che vale circa il 10 per cento del totale delle aziende di questo tipo in italia. Liguria e valle d’aosta si posizionano allo stesso livello percentuale, mettendo in luce un fenomeno diffuso in territori che spesso combinano aspetti rurali con un tessuto economico più piccolo rispetto alle aree metropolitane. Questo dato emerge dall’analisi del centro studi divulgra, che monitora le attività economiche nel mondo agricolo e le dinamiche emergenti tra le nuove generazioni.
L’attenzione crescente verso l’agricoltura giovanile deriva dalla volontà di ricostruire o rafforzare l’economia locale anche attraverso metodi innovativi, ma radicati nelle tradizioni. In molte zone della basilicata, i giovani sfruttano terreni spesso poco valorizzati in passato, mostrando interesse per tipologie di colture e allevamenti che rispondono a specifiche richieste di mercato, interno e internazionale. I numeri fanno emergere una realtà in movimento, dove il tasso di disoccupazione giovanile rimane alto in generale, ma si registra una risposta nei settori legati alla terra e alla produzione alimentare.
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I dati più recenti indicano che la maggior parte delle imprese agricole giovanili in basilicata è concentrata nella produzione di cereali come grano, mais e legumi da granella. Questa categoria rappresenta circa il 16 per cento del totale delle attività under 35. Seguono le aziende che si dedicano agli ortaggi, con il 13 per cento, e quelle impegnate nell’allevamento, nella viticoltura e nella produzione di vino, che insieme rappresentano circa l’11 per cento.
Non da meno è la produzione di olio d’oliva, affidata al 9 per cento delle imprese agricole giovani. Questi dati riflettono un radicamento nelle colture tradizionali, ma non trascurano le richieste emergenti di prodotti di qualità e biologici. La presenza di viticoltura, per esempio, lega la giovane imprenditoria a un ramo di alto valore che tiene conto delle certificazioni e delle esportazioni. Anche l’allevamento si sviluppa spesso a livello familiare o di piccole aziende, con un occhio all’innovazione nelle tecniche di gestione e all’utilizzo dei mercati locali.
Multifunzionalità e nuove attività nelle aziende agricole under 35
Nel report del centro studi divulgra si rileva come la multifunzionalità costituisca una risorsa fondamentale per le imprese agricole giovanili. Tra queste realtà, molte offrono servizi che vanno oltre la semplice produzione agricola. La trasformazione dei prodotti direttamente in azienda permette di aumentare il valore aggiunto e di diversificare le entrate. La vendita diretta costituisce una leva commerciale importante, collegando produttore e consumatore finale senza intermediari.
Servizi innovativi e attività collaterali
Tra le iniziative più apprezzate ci sono le fattorie didattiche, che aprono spazi educativi per scuole e famiglie, e gli agriasilo, centri in cui si unisce educazione e vita all’aria aperta. L’agricoltura sociale occupa un ruolo crescente, con attività dedicate a persone con disabilità o svantaggi sociali. Anche la sistemazione di spazi verdi come parchi e giardini, attività ricreative e iniziative legate all’agribenessere rappresentano una varietà di servizi capaci di completare l’offerta rurale. Questi elementi contribuiscono a rendere le imprese giovani più resilienti, adattandosi alle richieste del territorio e cercando forme di economia diversificate.
Sfide burocratiche e aumento dei costi nel settore agricolo giovanile
Il settore agricolo giovanile deve fare i conti con difficoltà che restano rilevanti, nonostante la motivazione e la voglia di investire. La burocrazia pesa ancora molto sulle spalle degli under 35 che vogliono aprire e consolidare un’azienda agricola. Le procedure per accedere ai finanziamenti, le autorizzazioni per certe attività e il rapporto con la pubblica amministrazione rallentano lo sviluppo delle imprese.
In più, l’aumento dei costi di materie prime, energia e servizi ha inciso sulla sostenibilità economica delle aziende. Questi fattori avrebbero potuto scoraggiare i giovani agricoltori, ma i dati dimostrano la loro tenacia e la capacità di superare le crisi. Le imprese giovanili in agricoltura mostrano una resistenza superiore rispetto ad altri settori, lasciando intendere un’attitudine a mantenersi operative e a cercare nuove strade di crescita. Lo scenario resta impegnativo e richiede interventi mirati, ma il mondo agricolo giovane continua a rappresentare una parte rilevante nel tessuto produttivo italiano.