Ad ancona si apre un nuovo capitolo nella valorizzazione del patrimonio storico. Entro l’autunno sarà accessibile il sacello bizantino, una cappella scavata nella roccia e risalente al XII secolo. Questo sito si trova sotto il palazzo degli anziani e fa parte dell’area archeologica della città, dove dal 1973 si sono svolti scavi che hanno riportato alla luce tracce significative dell’ancona medievale. I lavori di restauro sono in fase finale e rappresentano un passo importante per la fruizione turistica e culturale della città.
Il sacello bizantino, testimonianza storica del medioevo anconetano
Il sacello bizantino è una struttura a due livelli, interamente scavata nella roccia, che risale al XII secolo. Si trova sotto il palazzo degli anziani, nel centro storico di ancona, all’interno di un’area archeologica aperta da oltre cinquant’anni grazie a continui interventi di ricerca. Non è un semplice reperto, ma una testimonianza affascinante e rara della presenza bizantina nella regione, ancora in parte conservata e destinata a diventare un polo di attrazione culturale.
Gli scavi fatti dal 1973 hanno permesso di riportare alla luce parti della città medievale, migliorando la comprensione di quel periodo storico e mettendo in mostra opere e abitazioni sotterranee. Il restauro del sacello mira a preservare queste strutture dall’abbandono e a renderle fruibili a un pubblico ampio. Entro l’estate dovrebbero terminare i lavori, a quel punto sarà possibile per i visitatori accedere a questo spazio unico, che offre una prospettiva inedita sull’ancona di circa 900 anni fa.
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Contemporaneamente è in programma un intervento importante anche in piazza dante, una zona centrale di ancona che vedrà un riassetto completo. I lavori cominceranno con l’arrivo dell’autunno e prevedono una nuova pavimentazione in porfido, materiale scelto per integrarsi con il tessuto antico della città e per mettere in evidenza le tracce della chiesa della misericordia, un edificio storico che sorgeva su quell’area.
Inoltre, l’intervento vuole riprodurre, con un leggero rialzo, le forme del vecchio tessuto urbano eliminato nel tempo. L’obiettivo è creare un collegamento visivo e narrativo fra passato e presente della città, permettendo a residenti e visitatori di cogliere la stratificazione storica del centro. Il termine previsto per la consegna dei lavori è il 2026, data che segnerà un passo avanti nella fruizione e nella comprensione delle radici urbane di ancona.
La carta archeologica di ancona e il ruolo dell’amministrazione comunale
La carta archeologica, presentata durante un convegno a cui ha partecipato l’assessore al turismo daniele berardinelli, rappresenta uno strumento fondamentale per la città. Serve a pianificare gli interventi urbanistici evitando scoperte archeologiche inaspettate che possono rallentare i cantieri. Questo documento raccoglie tutte le informazioni sui reperti e sulle aree di interesse, favorendo così una gestione più consapevole del patrimonio.
L’assessore ha sottolineato che la carta non è pensata solo per l’amministrazione, ma anche per i turisti e i cittadini. Può aiutare a far comprendere la ricchezza culturale di ancona e a valorizzarla con iniziative mirate. Questa attenzione consente di prevedere la tutela delle aree più delicate e di promuovere un turismo rispettoso ma attivo, che coinvolge la popolazione locale e fa emergere la storia nascosta sotto il centro abitato.
Equilibrio tra turismo e qualità della vita nel centro storico
Un’altra questione emersa riguarda la convivenza tra residenti e turisti nel cuore di ancona. L’amministrazione sta lavorando per garantire la tutela della qualità della vita delle persone che abitano nel centro antico. Per esempio, si stanno individuando aree specifiche, come in via del faro, dove creare parcheggi riservati ai residenti, riducendo così disagi e migliorando la viabilità.
Questa strategia cerca di bilanciare l’esigenza di far emergere le ricchezze storico-archeologiche con quella di mantenere un ambiente vivibile. La valorizzazione delle testimonianze del passato non deve diventare un ostacolo per chi vive quotidianamente nei quartieri storici. La soluzione scelta appare pragmatica e orientata a favorire entrambe le condizioni, favorendo un turismo sostenibile e un centro città abitato e vivo.