Il disordine da deficit di Cdkl5 è una malattia genetica rara che provoca ritardi nello sviluppo neurologico e motorio, accompagnata spesso da epilessia difficile da controllare. In Italia e nel mondo, gruppi di ricerca affiancano famiglie, medici e associazioni per trovare trattamenti efficaci. Tra le novità scientifiche emergenti si segnalano terapie geniche, editing del genoma e altre strategie sperimentali. Un importante appuntamento si terrà a Roma dal 27 al 29 giugno 2025 con il congresso internazionale “CDKL5 All InVolved“, che mette insieme ricercatori, famiglie e istituzioni.
La sfida del disordine da deficit di cdkl5: numeri e difficoltà diagnostiche
Il disordine da deficit di Cdkl5 colpisce circa 1.500 persone nel mondo, con almeno 150 casi confermati in Italia. Tuttavia, il numero reale potrebbe essere superiore a causa della scarsa conoscenza della patologia. I pazienti, in maggior parte bambine, manifestano gravi difficoltà motorie e cognitive: molti non camminano, non parlano o non si alimentano da soli. La diagnosi rimane complessa e può richiedere anni. A raccontare questa realtà è Maria Luisa Tutino, ricercatrice all’università Federico II di Napoli e mamma di una ragazza affetta da Cdkl5. Il percorso diagnostico della sua bimba, Elettra Yvonne, iniziato con pochi segnali di anomalia a pochi mesi di vita, si è concluso dopo due anni con la conferma della malattia.
Questo quadro refrattario pone l’urgenza di sviluppare terapie mirate e di aumentare la consapevolezza tra medici e famiglie. Il congresso di Roma radunerà circa 300 partecipanti da 15 paesi, offrendo un’occasione per rafforzare il dialogo fra chi vive ogni giorno con questa patologia e chi la studia, per costruire collaborazioni utili sul fronte della ricerca e dell’assistenza.
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I principali fili della ricerca scientifica in italia e nel mondo
Tra i metodi più avanzati ci sono la terapia genica e il genome editing. In Italia, tra i ricercatori attivi, Elisabetta Ciani dell’università di Bologna si occupa di applicare la terapia genica per ripristinare la funzionalità del gene Cdkl5 danneggiato. Progetti innovativi coinvolgono anche stimoli farmacologici diretti ai microtubuli, fondamentali per il funzionamento neuronale. Tra questi il progetto Samael, sviluppato da Ulysses Neuroscience Ltd con Cure5, punta su nuove molecole derivate dai neurosteroidi chiamate “Angel Compounds“.
Un’altra strategia innovativa riguarda la terapia proteica sostitutiva, portata avanti dalla stessa Tutino. Qui un batterio antartico, lo Pseudoalteromonas haloplanktis Tac125, gioca un ruolo centrale. Questo microrganismo produce proteine in forma solubile e attiva, elemento che potrebbe consentire la produzione su larga scala di proteine terapeutiche per i pazienti con Cdkl5 e aprire la via a trattamenti per ora non esistenti.
Congressi e collaborazioni: la spinta della comunità e delle famiglie
Il congresso “CDKL5 All InVolved” di Roma sarà un momento cruciale per condividere scoperte e sviluppi. Saranno presenti 41 ragazzi con Cdkl5, accompagnati da famiglie provenienti da ogni continente. L’evento è organizzato dall’associazione italiana “Cdkl5 Insieme verso la cura“, nata nel 2014, e si tiene in collaborazione con Cdkl5 Middle East and North Africa . La manifestazione mira a intrecciare le esigenze delle famiglie con le competenze dei ricercatori e di rappresentanti dell’industria farmaceutica.
Durante il meeting verranno presentati sette progetti scientifici italiani coordinati da giovani studiosi, sottoposti a valutazione da un comitato internazionale. Sarà anche l’occasione per aggiornare i progressi sulla terapia molecolare, che cerca di riattivare il gene Cdkl5 sulla X inattiva, e sugli studi in corso sul microbiota intestinale, che ha evidenziato connessioni con i sintomi neurologici.
Vita quotidiana e prospettive future dei pazienti con cdkl5
I pazienti con questa malattia affrontano crisi epilettiche frequenti e difficili da gestire. Maria Luisa Tutino racconta l’esperienza personale con sua figlia Elettra, che nei primi anni di vita ha avuto un periodo senza crisi, lasciandole la possibilità di sviluppare qualche abilità motoria come camminare. Oggi Elettra, pur con un linguaggio limitato, comunica e si mostra serena. La diagnosi precoce e le terapie potrebbero spingere a interventi più efficaci, ma il tempo gioca un ruolo importante nella possibilità di recupero.
Alcuni studi condotti negli Stati Uniti su modelli animali hanno dimostrato che il ripristino della funzione Cdkl5 può migliorare diversi aspetti neurologici. Questi risultati indicano un potenziale, ma resta da capire se e quando si potranno replicare nell’uomo. La mancanza di rimedi completi porta a valutare nuove strategie e a puntare su trattamenti combinati, adattati anche all’età e al grado di gravità di ciascun paziente.
Registri nazionali e screening: strumenti per tracciare e studiare la malattia in italia
La raccolta dati è fondamentale per la ricerca su malattie rare. L’associazione “Cdkl5 Insieme verso la cura” ha realizzato il registro nazionale dei pazienti in collaborazione con specialisti come Domenica Immacolata Battaglia del Policlinico Gemelli e Francesca Darra di Verona. Questo database aiuta a monitorare i casi italiani, analizzare l’evoluzione della malattia e supportare la progettazione clinica di nuovi trial.
Durante il congresso di Roma, il team Ulysses Neuroscience preleverà campioni di sangue dai pazienti per studiare le proteine coinvolte nel funzionamento cellulare, mentre il gruppo di Maurizio Giustetto dell’università di Torino eseguirà prelievi salivari per approfondire i meccanismi di fondo. Questi passaggi rendono possibile avvicinare soluzioni concrete e personalizzate, a partire dalla collaborazione attiva fra scienza e comunità.