La regione Abruzzo si trova al centro di un confronto acceso tra forze politiche sulla gestione e l’attuazione dell’Accordo per la Coesione. Le critiche arrivate soprattutto dal PD e dalla sinistra puntano il dito contro presunti ritardi e difficoltà nella realizzazione di alcuni progetti finanziati. Dall’altra parte, la giunta regionale e i suoi rappresentanti sottolineano un rispetto dei target stabiliti e l’avvio di soluzioni concrete per superare i problemi emersi, soprattutto legati ai tempi e alle risorse. Vediamo nel dettaglio cosa è successo e quali sono le posizioni in campo.
La creazione di un fondo rotativo per far fronte alle criticità finanziarie
Una delle principali difficoltà emerse è legata alla mancanza di anticipazioni statali, che rallenta l’avvio di alcuni interventi. La Regione Abruzzo ha deciso di correre ai ripari con uno strumento ad hoc: un fondo rotativo regionale finanziato con risorse proprie. Questo fondo entrerà in funzione da settembre 2025 e servirà a sostenere i beneficiari dei finanziamenti, assicurando una maggiore liquidità e velocizzando le procedure.
Si tratta di una misura che dovrebbe superare i limiti imposti dall’inesistenza di anticipazioni pubbliche e che, secondo la giunta, garantirà un’accelerazione concreta ai progetti previsti. Con questo approccio, l’amministrazione aspira a ridurre i tempi di avvio degli interventi e a consolidare la piena operatività dell’Accordo per la Coesione.
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Lo stato attuale delle concessioni e i bandi per la rigenerazione urbana
Al momento, oltre il 70% delle concessioni previste sono state già sottoscritte. Questo significa che la maggior parte dei beneficiari ha ottenuto ufficialmente le risorse per avviare i lavori o i progetti. La Regione sta anche completando la fase istruttoria per le domande ricevute con il Bando per la rigenerazione urbana.
Il bando, destinato ai comuni abruzzesi con popolazione inferiore a 30.000 abitanti, mette a disposizione 78 milioni di euro. Questi fondi puntano a rilanciare i centri urbani più piccoli, intervenendo su aree degradate o poco valorizzate. La conclusione delle valutazioni potrebbe aprire la strada a un nuovo ciclo di interventi con risorse certe.
Il rispetto dei target finanziari e i tempi di attuazione dell’accordo
Al 31 dicembre 2024 i dati ufficiali mostrano che l’Abruzzo ha rispettato gli obiettivi finanziari fissati nello schema dell’Accordo per la Coesione, con una percentuale di avanzamento pari allo 0,49%. La firma dell’accordo risale al 7 febbraio 2024, mentre la Delibera Cipess, che assegna formalmente le risorse, è arrivata a metà luglio dello stesso anno. Quel ritardo non è stato trascurato da alcuni esponenti politici, che lo indicano come causa dei presunti rallentamenti.
Chi governa la Regione però definisce queste accuse “pretestuose”, sottolineando che i termini sono stati rispettati tenendo conto dei passaggi burocratici necessari. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia, ha puntualizzato che la lettura dei dati conferma la regolarità del percorso amministrativo e finanziario sul piano della coesione, bocciando le critiche provenienti dal consigliere Pd Silvio Paolucci. Secondo Verrecchia, queste sottolineature appaiono come semplici “argomenti di distrazione di massa”, che non tengono conto della realtà dei fatti.
Le tensioni politiche tra maggioranza e opposizione in Abruzzo
Le tensioni tra le forze in campo si evidenziano soprattutto nella dialettica politica che si sta sviluppando in regione. Il Partito Democratico e la sinistra accusano la giunta regionale di inefficienze e ritardi nell’attuazione dei programmi. Da parte sua, la maggioranza rappresentata da Fratelli d’Italia respinge queste accuse e le definisce come tentativi per nascondere i loro risultati elettorali poco soddisfacenti, sia sul referendum sia sulle recenti amministrative.
Le dichiarazioni di Massimo Verrecchia vanno in questa direzione, criticando apertamente la credibilità delle affermazioni che cercano di spostare l’attenzione della popolazione con argomenti poco fondati. Questi scambi mostrano un clima politico acceso, dove i numeri e la gestione amministrativa diventano strumenti di disputa tra visioni diverse della realtà abruzzese.