Il termine per versare l’acconto Imu sulle seconde case si avvicina rapidamente. Entro lunedì 16 giugno 2025 i proprietari dovranno pagare il 50 per cento dell’imposta dovuta per quest’anno sugli immobili diversi dalla prima abitazione. Il pagamento varia in base alle aliquote fissate dal comune e può tener conto del periodo di possesso, se sono state approvate le nuove tariffe entro la fine di aprile. Ecco le informazioni principali per orientarsi nella scadenza e negli adempimenti.
Chi è tenuto al pagamento dell’imu sulle seconde case
L’Imu non si applica alla prima casa, cioè all’abitazione principale dove si ha la residenza anagrafica. Le pertinenze collegate alla prima casa, come una cantina o un box, sono anch’esse esenti, ma questa esclusione riguarda una pertinenza per ciascuna categoria catastale. Se, ad esempio, il box viene affittato, scatta il pagamento dell’imposta anche su di esso.
L’imposta va invece versata da chi possiede una seconda casa, un immobile che non è utilizzato come abitazione principale. Lo stesso vale per chi ha immobili dati in affitto o concessi in comodato d’uso e per chi ha spazi inutilizzati. Perciò l’obbligo riguarda molti proprietari, in particolare in comuni turistici o zone con molte residenze secondarie.
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La regola si applica anche ai comproprietari: ogni titolare deve pagare in proporzione alla sua quota. Nel caso di mancato versamento da parte di alcuni comproprietari, la riscossione si concentra solo su chi non ha pagato. Questo contribuisce a evitare che l’intero carico ricada sui soggetti in regola.
Come calcolare quanto bisogna pagare per l’acconto imu
Il calcolo dell’acconto Imu per chi paga per la prima volta richiede alcuni passaggi precisi. Si parte dalla rendita catastale dell’immobile, che va rivalutata, quindi moltiplicata per i coefficienti previsti per la categoria di appartenenza. Su questo valore si applicano le aliquote decise annualmente dal comune.
Il risultato determina l’imponibile su cui si basa l’importo da versare. L’acconto corrisponde alla metà dell’imposta dovuta per l’intero anno. Se le aliquote comunali sono cambiate nel 2025 e sono state approvate entro il 28 aprile, bisogna usare quelle nuove, calcolando l’imposta proporzionale ai mesi di possesso.
Un mese si considera intero se si supera la metà del periodo. Nei mesi di 30 giorni, come giugno o settembre, se il trasferimento avviene il giorno 15, l’obbligo dell’Imu passa all’acquirente. In caso di comproprietà, ognuno paga la propria quota in base alla percentuale detenuta.
Esenzioni e riduzioni previste per l’imu 2025
Restano valide alcune esenzioni fondamentali. Gli immobili di proprietà del personale militare, della polizia o dei vigili del fuoco sono esenti se rappresentano l’unica abitazione posseduta in Italia. Sono esclusi anche gli immobili occupati abusivamente, ma solo se è stato avviato il procedimento di rilascio.
Le abitazioni con diritto di abitazione per il coniuge superstite, anche se intestate ad altri eredi, sono tutelate dall’esenzione. Per le prime case di categoria lusso continua a essere necessario pagare l’Imu, ma si può applicare una detrazione fissa di 200 euro.
Tra le riduzioni più frequenti c’è quella del 50 per cento per le case concesse in comodato gratuito a figli o genitori, a patto che si tratti dell’unico immobile o che si possieda un’abitazione principale nello stesso comune. Un altro sconto del 50 per cento riguarda gli immobili inagibili o inabitabili, accertati tramite perizia tecnica.
Anche i pensionati con residenza all’estero e redditi da pensione estera godono di una riduzione del 50 per cento. Gli immobili affittati con canone concordato hanno invece uno sconto del 25 per cento sull’importo totale.
Modalità e scadenze per il pagamento dell’acconto imu
Il versamento deve avvenire attraverso il modello F24, utilizzando i codici tributo adeguati al tipo di immobile e situazioni specifiche. I codici più diffusi sono 3912 per abitazione principale e pertinenze, 3918 per altri fabbricati e 3930 o 3925 per immobili a uso produttivo, a seconda della categoria.
Chi deve versare in comproprietà deve indicare la quota spettante in base alla percentuale posseduta. Il pagamento va effettuato entro lunedì 16 giugno 2025, termine ultimo fissato per l’acconto Imu.
In caso di mancato pagamento, è possibile sanare il debito con il modello F24, includendo anche sanzioni e interessi. Le penalità variano in base alla durata del ritardo: dallo 0,1% per ogni giorno fino a 14 giorni, all’1,5% per ritardi tra 15 e 30 giorni, fino al 5% oltre i due anni. Gli interessi sono calcolati a seconda del periodo di mancato versamento.
Non pagare l’acconto Imu può quindi comportare costi aggiuntivi significativi, più elevati con il passare del tempo dopo la scadenza. L’adempimento puntuale permette di evitare problemi e di regolarizzare la posizione fiscale con più facilità.