L’attenzione al messaggio del vescovo di Nola, Francesco Marino, in occasione della solennità di san Paolino di Nola, patrono della città e della diocesi, offre un riflesso importante sulle sfide spirituali e sociali attuali. Il riferimento a san Paolino va oltre il semplice culto, toccando temi di comunione interiore e impegno civile, oggi più che mai necessari per fronteggiare divisioni e conflitti.
Il richiamo all’unità nella spiritualità di san paolino
Nel messaggio del 2025, il vescovo Francesco Marino sottolinea come san Paolino possa essere considerato un modello di unità, sia nella vita spirituale che in quella civile. Questo richiamo non è fine a se stesso ma si inserisce in un percorso pastorale già in atto. Il motto episcopale di monsignor Marino, “In Illo uno unum”, riprende una frase di sant’Agostino che sintetizza l’idea di una moltitudine di fedeli uniti nello spirito in Cristo unico. Il senso di questa espressione risale a una profonda tradizione teologica, oltre che a una rilettura storica delle figure di Paolino e Agostino, amici e pensatori affini.
Un impegno verso l’unità nella chiesa e nell’ecumenismo
Francesco Marino ricorda come questo motto abbia accompagnato il suo cammino fin dagli studi, rappresentando per lui un impegno verso l’unità non solo nella chiesa ma anche nell’ecumenismo. Questo stesso spirito è condiviso da papa Leone XIV, agostiniano, che ha adottato la medesima massima nel suo stemma, sottolineando così la continuità di un messaggio antico ma attuale. Nel 2025, questa espressione diventa un monito a costruire ponti e non muri, soprattutto in tempi segnati da divisioni gravi come i conflitti in Medio Oriente. La pace proposta da Cristo va intesa come una pace che non si arma, capace di spezzare le barriere della violenza.
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L’esempio di san paolino per la vita personale e comunitaria
Monsignor Marino invita la diocesi e la città di Nola a imparare da san Paolino un atteggiamento di umiltà radicale. Questa umiltà implica “sparire” per fare spazio a Cristo, diventare piccoli perché sia Lui a essere conosciuto, e spendersi completamente per far sì che nessuno resti escluso dall’amore divino. Il vescovo insiste sul fatto che “ricordati di Gesù Cristo” non è solo un invito alla memoria ma una chiamata a mettere Dio al centro della propria vita, non come un concetto astratto ma come criterio di scelta quotidiana.
La memoria viva di Cristo come principio di unità
Il richiamo a Cristo come principio di unità riguarda non solo la chiesa, ma anche la vita di ogni persona, dalla dimensione interiore a quella sociale. Non serve a niente fissarsi su divergenze o differenze se non si lascia agire dentro di sé la memoria viva di Cristo. Il vescovo sottolinea che questa presenza deve guidare ogni scelta e ogni dialogo. La dimensione di unità, per lui, non può essere considerata un’astrazione ma un compito concreto da realizzare nella comunità religiosa e nella convivenza civile.
La solennità di san paolino come occasione di pace e coesione
Nel messaggio il vescovo di Nola chiede che la festa di san Paolino non diventi terreno di divisioni o contrasti. Ricorda come anche figure autorevoli come Pietro e Paolo abbiano affrontato approcci diversi all’evangelizzazione, ma senza mai far degenerare le differenze in lotte. Entrambi avevano posto Cristo come asse portante delle loro vite e opere. Seguendo questo esempio, la città di Nola dovrebbe evitare che la festa, un momento importante di comunità, si trasformi in arena di conflitti.
Vicoli stretti dell’umanità e unità concreta
Monsignor Marino allude anche ai “vicoli più stretti” dell’umanità, cioè alle debolezze e ai limiti che ogni persona porta con sé. L’ora della festa non deve piegare la vita al conflitto, ma diventare una prova di unità concreta, dove ognuno ritrova il proprio posto nel rispetto reciproco e nel riconoscimento di Cristo come centro di tutto.
Il ruolo dei giovani nella tradizione e nella festa dei gigli
Una parte del messaggio è dedicata all’importanza dei giovani per il futuro della città e per la festa dei gigli, evento simbolo a Nola. Il vescovo di Nola richiama il duplice volto della festa: da un lato un impegno profondo, dall’altro un momento da vivere con leggerezza e gioia. Questa dimensione ludica va preservata soprattutto in una società dove il crescente senso di tensione porta a atteggiamenti aggressivi e intolleranti.
Un appello alla pace e al dialogo per i giovani
Marino avverte il rischio che le divisioni e le rigidità creino un clima pericoloso per i giovani, spingendoli verso comportamenti violenti, sia fisici che virtuali. Di qui l’appello agli adulti e agli organizzatori di curare i toni, favorendo atteggiamenti di pace e dialogo. La festa deve rimanere una “casa della pace”, capace di educare al rispetto, alla convivenza e allo spirito di fraternità a tutte le generazioni.
L’impegno per la convinzione che la memoria di Cristo porti unità si traduce così in una responsabilità diretta verso i più giovani. Il messaggio finale è di vigilanza contro quella che può diventare un’escalation di tensioni, proponendo la festa come occasione per imparare a vivere insieme senza dividersi. Gli anni come il 2025 mostrano quanto questo invito sia concreto e urgente.