Il vertice g7 2025 a kananaskis si chiude con la cena tra tensioni e impegni diplomatici

Il vertice g7 2025 a kananaskis si chiude con la cena tra tensioni e impegni diplomatici

Il vertice del G7 a Kananaskis ha riunito leader come Donald Trump, Mark Carney e Giorgia Meloni per discutere crisi in Medio Oriente, questioni economiche e climatiche tra tensioni e dialoghi diplomatici.
Il Vertice G7 2025 A Kananaski Il Vertice G7 2025 A Kananaski
Il vertice del G7 si è tenuto al Country Golf Course di Kananaskis, nelle Montagne Rocciose canadesi, caratterizzato da tensioni legate alla crisi in Medio Oriente e da una cena finale diplomatica con la partecipazione di leader come Donald Trump e Giorgia Meloni. - Gaeta.it

Il vertice del G7 si è svolto al Country Golf Course di Kananaskis, nella regione delle montagne rocciose canadesi. Questo incontro ha riunito i leader delle principali economie mondiali per confrontarsi su questioni globali, mentre sullo sfondo si respirava un’atmosfera tesa, anche per la crisi in Medio Oriente. La cena finale ha rappresentato uno degli appuntamenti fondamentali del summit, con la partecipazione di figure chiave come Donald Trump, il premier canadese Mark Carney e altri capi di governo.

La foto di gruppo al country golf course segnala l’inizio della cena finale

Prima dell’ultima sessione di lavoro, i leader si sono messi in posa per la tradizionale foto di gruppo. L’immagine è stata scattata al Country Golf Course di Kananaskis, in Alberta, uno scenario noto per le montagne rocciose che dominano il paesaggio e l’illuminano con i raggi del sole al tramonto. Il momento è significativo perché precede la cena, uno spazio dove si consolidano rapporti diplomatici e si discutono temi delicati lontano dai riflettori.

In questa cornice naturale si sono raccolti i rappresentanti del G7 con espressioni perlopiù serie. La tensione tra i partecipanti era evidente, data la complessità degli argomenti sul tavolo e la situazione internazionale che influenzava i dialoghi. Oltre ai leader più attesi, vi era l’attenzione posta su come ciascuno avrebbe affrontato il momento conviviale.

La partecipazione di donald trump e la sua posizione tra carney e starmer

Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, ha confermato la sua presenza alla cena, nonostante le tensioni legate alla crisi tra Israele e Iran che lo avrebbero poi costretto a tornare anticipatamente alla Casa Bianca. Nel corso del vertice ha mostrato un atteggiamento contenuto, evitando sorrisi e mantenendo un’espressione seria. Seduto tra il primo ministro canadese Mark Carney e il premier britannico Keir Starmer, ha voluto ringraziare il Canada per l’ospitalità e definire le sue relazioni con gli altri Paesi “buone”.

Un dettaglio segnalato dai cronisti è stato il cambio di cravatta da rossa a blu, gesto forse simbolico in un momento di negoziati delicati. Trump ha espresso sinteticamente che “abbiamo fatto molto”, riassumendo così l’attività svolta prima della pausa per la cena. La sua partecipazione al summit resta un segnale importante, visto il ruolo che continua ad avere nella politica internazionale degli Stati Uniti.

La disposizione degli altri leader e la presenza di giorgia meloni accanto a macron e ishiba

Tra i momenti più osservati della cena finale c’è stata la posizione dei leader nel tavolo, elemento spesso letto come indicatore delle relazioni politiche in atto. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri italiano, sedeva tra Emmanuel Macron, presidente francese, e Shigeru Ishiba, primo ministro del Giappone. Questo posizionamento ha avuto rilevanza per il confronto tra Europa e Asia che caratterizza le dinamiche di questa edizione del G7.

La serata si è svolta dunque nel rispetto delle etichette diplomatiche, con un chiaro intento di mantenere aperti i canali di dialogo tra le nazioni. Le montagne rocciose visibili attraverso le finestre hanno offerto una cornice naturale che ha contribuito a creare un’atmosfera di concentrazione e riservatezza attorno al tavolo. Ogni leader ha portato le proprie priorità, inserendole in un confronto che ha toccato temi economici, climatici e geopolitici.

L’atmosfera generale del summit tra tensioni e momenti formali

L’intero vertice di Kananaskis si è svolto con uno spirito formale e con evidenti segni di tensione. Le espressioni serie dei partecipanti, i pochi sorrisi e la postura misurata raccontano una riunione che ha dovuto affrontare scenari complessi. La crisi tra Israele e Iran, in particolare, ha dettato parte dell’agenda e ha imposto a Trump un rientro anticipato per gestire direttamente la situazione.

Il summit si è svolto in un contesto naturale suggestivo, con le montagne rocciose illuminate dal sole che hanno fatto da sfondo agli incontri ufficiali e alle pause di lavoro. L’ambiente ha offerto un contrasto con lo stato d’animo dei leader, i quali hanno dovuto mantenere attenzione e sangue freddo per discutere questioni sensibili.

La cena conclusiva è stata uno degli ultimi momenti pubblici del G7, in cui si sono consolidate le posizioni politiche e sono stati stabiliti alcuni impegni condivisi. Nonostante le difficoltà, i partecipanti hanno mostrato la volontà di proseguire il dialogo, confermando il valore di queste occasioni per il confronto diretto tra grandi potenze.

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