Il turismo legato a luoghi di tragedie, delitti e catastrofi ha assunto una forma precisa negli ultimi anni. Sempre più persone scelgono di visitare posti segnati dalla morte improvvisa o da episodi violenti. Questa tendenza, definita dark tourism, coinvolge città, case e aree colpite da fatti drammatici. Italia, Stati Uniti, Inghilterra e altre nazioni hanno visto nascere circuiti di visite e persino soggiorni notturni in luoghi sospesi tra cronaca e memoria.
La villa degli orrori e i soggiorni d’effetto negli stati uniti
In Iowa si trova una villetta tristemente nota per un massacro irrisolto avvenuto nel 1912. Otto persone, tra cui sei bambini, furono uccise a colpi d’ascia durante una notte estiva. Oggi quella casa può essere affittata per circa 600 dollari a notte da chi desidera sperimentare un’esperienza fuori dal comune. L’annuncio online sfida i coraggiosi a scoprire perché la villa è annoverata tra le più “infestate” d’America. È un’offerta che mescola storia del delitto, fascino macabro e turismo esperienziale.
Negli Stati Uniti, molto diffusi sono anche tour di case sede di omicidi o strutture abbandonate che attirano appassionati di horror e cronaca nera. Questi pacchetti ottengono numeri elevati nonostante le critiche per la mercificazione del dolore. I visitatori vogliono sentirsi parte dei misteri irrisolti o toccare con mano storie tragiche che hanno segnato intere comunità. La scena americana rappresenta un modello che in Italia fatica a prendere piede allo stesso livello ma che fa comunque riflettere.
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L’attualità del dark tourism in italia e i luoghi del crimine mediatico
Il fenomeno è arrivato in Italia con grande eco dopo la tragedia della Costa Concordia nel 2012. Il naufragio al largo dell’isola del Giglio causò la morte di 32 persone e rapidamente l’area fu invasa da turisti curiosi di fotografare il relitto. Quel momento segnò la svolta per un turismo fatto di visite ad aree tragiche, non più solo monumenti o paesaggi.
Ancor prima di allora luoghi tristemente noti per casi di cronaca nera attiravano visitatori. Basti pensare a Cogne, Avetrana e Novi Ligure. Qui, gli interessati camminavano nei pressi delle abitazioni teatro di delitti, spesso tra forze dell’ordine e giornalisti. La popolarità del “tour del crimine” è alimentata da libri, siti web, trasmissioni tv e serie dedicate agli omicidi più famosi. I programmi TV, che raccontano casi reali di violenza come femminicidi e assassinii, hanno contribuito a creare un pubblico sempre più coinvolto.
Queste peregrinazioni sono ben diversi da viaggi ludici: chi visita queste zone lo fa per avvicinarsi a un pezzo di storia drammatica, per capire le dinamiche di quei fatti o per cercare un contatto con qualcosa di profondamente umano e doloroso.
Le diverse “anime” del turismo oscuro nel mondo e in italia
Il turismo legato al dolore e alla morte si suddivide in diverse categorie. Ci sono gli appassionati di incidenti e omicidi, ma anche coloro che si spostano verso aree colpite da catastrofi naturali o eventi storici tragici. Terremoti, vulcani, guerre, incidenti nucleari o attentati sono mete spesso fuori dai confini italiani.
Tra le destinazioni più visitate c’è Chernobyl, zona di disastro nucleare, o Ground Zero a New York, luogo dell’attentato alle Torri Gemelle. Si tratta di siti con un forte valore simbolico, che raccontano le ferite più grandi del nostro tempo. In Italia il volto del dark tourism si mostra nel ricordo del Vajont, dove nel 1963 un’enorme frana travolse un’intera vallata causando 2mila morti. I tour organizzati invitano a riflettere nel rispetto delle vittime e della memoria.
Altri luoghi italianissimi come Pompei ed Ercolano, con le loro rovine conservate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., sono anch’essi parte di questa narrazione che richiama la natura distruttrice e le sofferenze passate.
Le motivazioni e il rispetto nel turismo del dolore
Gli specialisti parlano di motivazioni molto diverse nel pubblico che visita questi luoghi: alcuni cercano un contatto diretto con la morte, altri vogliono capire per non ripetere errori e tragedie. Per alcuni è una forma di omaggio. Tutti però condividono il senso di rispetto che deve accompagnare queste visite; certo, non si tratta di una forma di turismo ricreativo.
I luoghi meno noti e le regole non scritte del turismo noir in italia
Esistono in Italia tanti posti meno conosciuti ma ugualmente forti per il pubblico del dark tourism. Influencer e social media giocano un ruolo chiave nel far emergere zone nuove o nascoste. Una delle mete emergenti è il cimitero di guerra di Solferino, vicino al lago di Garda, che custodisce 7mila resti di soldati. È un luogo di silenziosa memoria, con ossa e teschi esposti per ricordare gli orrori della guerra.
Poi ci sono le catacombe di Roma e città sotterranee come Napoli, che aggiungono fascino e mistero alla visita. Perfino castelli e antiche carceri si sono trasformati in musei che mostrano strumenti di tortura e antiche prigioni. Il museo delle torture del castello di Peschici racconta la sofferenza passata attraverso oggetti concreti.
Chi visita questi luoghi deve seguire un codice comportamentale non scritto: abbigliamento sobrio, evitare battute fuori luogo, fare attenzione ai selfie e non mostrare eccessi di leggerezza. Solo nelle attrazioni progettate apposta per intrattenere spaventi e risate i comportamenti cambiano.
Vacanze da brivido all’estero e la leggera ironia del turismo nero “light”
All’estero nascono sempre più tour operator che organizzano esperienze intense legate a fatti tragici. Per esempio, in Sri Lanka si può visitare il relitto ferroviario del 2004, testimonianza dello tsunami con oltre mille morti. In Niger c’è un memoriale fatto con i resti del volo Uta 772 caduto nel deserto del Sahara nel 1989.
Ma non tutto il dark tourism è cupo e serio: esiste una versione “light” in cui divertimento e spettacolo si mischiano. Il London Dungeon è un esempio: racconta eventi storici terribili con un approccio che vuole emozionare e far ridere, come la peste nera o i crimini di Jack lo Squartatore.
Anche il castello di Dracula a Bucarest rientra in questa categoria. Il successo di questi luoghi ha portato alla creazione di attrazioni simili in varie città europee. Qui i bambini da 12 anni in su possono immergersi in storie di orrore narrate con effetti speciali e narrazioni coinvolgenti.
Criticità e confini del turismo del dolore e del macabro
La nascita del turismo legato a luoghi di tragedie e eventi violenti porta con sé questioni etiche importanti. Il business intorno a fatti drammatici suscita perplessità, specie quando l’unico obiettivo sembra il profitto. Negli Stati Uniti e Inghilterra, la commercializzazione di questo tipo di turismo è ormai consolidata.
Ci sono b&b ricavati in edifici ospedalieri abbandonati o case con presunte presenze paranormali che costano fino a diverse centinaia di dollari a notte. Non mancano tour dedicati a luoghi legati a serial killer o assassini famosi, con prezzi accessibili ma un marcato impatto emotivo.
In Italia, la situazione è più contenuta. Spesso si tratta di visite a castelli “infestati” o luoghi legati alla cronaca, ma con restrizioni più rigide per l’accesso. Il caso di Avetrana ha mostrato come il flusso di visitatori interessati al dark tourism possa creare problemi reali, al punto che si sono vietati bus provenienti da altre regioni.
Il turismo del macabro riflette aspetti controversi della società contemporanea, con desideri di conoscenza e curiosità spesso mischiati a sentimenti più complessi. Resta da vedere come questi interessi evolveranno nei prossimi anni.