Il triestino carlo martone attraversa a nuoto lo stretto di messina sfidando le correnti

Il triestino carlo martone attraversa a nuoto lo stretto di messina sfidando le correnti

Carlo Martone, nuotatore triestino, completa la traversata di 3,5 km dello stretto di Messina da Torre Faro, affrontando correnti difficili e il passaggio tra mar Tirreno e mar Ionio con supporto di Swimming Travel Openwater Experience.
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Carlo Martone, nuotatore triestino, ha completato con successo la impegnativa traversata a nuoto dello stretto di Messina, affrontando correnti forti e il passaggio tra mar Tirreno e mar Ionio. - Gaeta.it

Carlo Martone, nuotatore triestino, ha completato con successo la traversata a nuoto dello stretto di Messina, una prova impegnativa che richiama l’attenzione per le sue difficili condizioni marine e la lunghezza del percorso. Insieme ad altri atleti, questa mattina è partito da Torre Faro, affrontando correnti e variazioni di temperatura tra il mar Tirreno e il mar Ionio.

La partenza da torre faro e il percorso di 3,5 chilometri

La traversata è iniziata alle 10:30 da Torre Faro, località a nord di Messina, punto di partenza scelto per la vicinanza allo stretto e la possibilità di contare su un supporto in barca. Martone era inserito in un gruppetto di quattro nuotatori, ognuno con esperienze e preparazioni diverse. Il tratto da coprire, lungo circa 3,5 chilometri, rappresenta una sfida non indifferente sia per la distanza sia per le condizioni particolari delle acque.

La barca appoggio ha accompagnato il gruppo per tutta la durata della traversata, garantendo un supporto essenziale in caso di bisogno e segnando la rotta da seguire. Il nuoto in acque libere richiede concentrazione e resistenza, specialmente in un punto come lo stretto, dove le correnti possono modificare repentinamente la situazione.

Le difficoltà delle correnti e il contatto con il blu profondo

Non appena entrati in acqua, Martone ha dovuto confrontarsi con forti correnti, tipiche dello stretto di Messina, dovute anche alla profondità delle acque. Ha raccontato di esser stato circondato da un blu intenso, inaspettatamente puro e profondo, dopo poche bracciate. Questi colori, la profondità e l’assenza di riferimenti visibili hanno richiesto una gestione attenta delle energie e dei tempi di nuoto.

Le correnti inizialmente sfavorevoli hanno reso difficile il mantenimento della traiettoria, ma il nuotatore è riuscito a inserirsi nel flusso, guadagnando stabilità e riuscendo a proseguire più agevolmente. Le condizioni marine variabili richiedono ai nuotatori di sapersi adattare rapidamente e mantenere la rotta precisa senza disperdere energie inutilmente.

La sensazione del passaggio tra mar tirreno e mar ionio

Martone ha descritto un momento particolare vissuto in mezzo al percorso, quando si è trovato al centro dello stretto. Qui, ha percepito sulla pelle il punto dove il mar Tirreno, più caldo e trasparente, si incontra con il mar Ionio, più freddo e di colore blu intenso. Questa variazione termica e cromatica è un fenomeno noto, ma la percezione diretta in acqua resta un’esperienza singolare per chi attraversa questo passaggio.

Il nuotatore ha sottolineato come sia possibile “sentire” questo confine anche senza strumenti, grazie alla differenza di temperatura e alle caratteristiche del mare che diventano tangibili per chi si spinge fisicamente in questi tratti. Queste condizioni rappresentano un elemento affascinante e quasi mistico per l’atleta, una testimonianza diretta del contatto tra mari diversi.

Preparazione e organizzazione dell’impresa

L’organizzazione della traversata è affidata a Swimming Travel Openwater Experience, realtà specializzata in eventi di nuoto in acque libere. Martone, che pratica nuoto da circa vent’anni, si è preparato con allenamenti intensi in piscina e in mare, soprattutto a Barcola, località vicino Trieste. Qui ha lavorato sia sulla resistenza sia sulla gestione delle correnti, affrontando il tratto tra il Molo G e Miramare più volte nelle due direzioni.

Gli allenamenti in piscina hanno contribuito a migliorare la tecnica e l’endurance, mentre le uscite in mare hanno simulato condizioni più vicine a quelle dello stretto di Messina. La traversata richiede infatti un mix di forza, tenuta psicologica e adattamento alle condizioni esterne, soprattutto per gli effetti delle correnti e della temperatura. Martone ha dimostrato di aver affrontato l’impresa con metodo e determinazione, elementi fondamentali per riuscire in questa prova.

La traversata resta aperta a chiunque abbia la passione per il nuoto in acque libere, concedendo l’uso di muta, pinne o boccaglio. L’esperienza è stata definita dall’atleta come altamente consigliata per chi voglia mettersi alla prova in un percorso unico, dove il mare si fa protagonista a ogni bracciata.

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