Il tribunale di bergamo autorizza la difesa di bossetti ad accedere ai profili genetici di yara gambirasio e altri reperti chiave

Il tribunale di bergamo autorizza la difesa di bossetti ad accedere ai profili genetici di yara gambirasio e altri reperti chiave

Il tribunale di Bergamo concede alla difesa di Massimo Bossetti l’accesso a materiali genetici e fotografici inediti sul caso Yara Gambirasio, aprendo la strada a una possibile revisione del processo dopo 15 anni.
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Il tribunale di Bergamo ha concesso alla difesa di Massimo Bossetti l’accesso a materiali genetici e prove inedite sul caso Yara Gambirasio, aprendo la strada a una possibile revisione del processo dopo quasi 15 anni. - Gaeta.it

L’attenzione torna sul caso di yara gambirasio, a quasi 15 anni dall’omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra. Il tribunale di bergamo ha concesso alla difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva, l’accesso al profilo genetico della vittima e di tutti i materiali raccolti per identificare ignoto 1, compresi oltre 25mila campioni analizzati nel corso dell’indagine. La decisione apre un nuovo scenario per la fase difensiva e potrebbe avere un ruolo decisivo in vista di una possibile richiesta di revisione del processo.

Cosa prevede l’ordinanza firmata dal tribunale

Il 17 giugno scorso il tribunale di bergamo ha firmato un dispositivo che autorizza la polizia giudiziaria a consegnare nel giro di 30 giorni i reperti conservati sia al ris di parma, sia alla polizia scientifica della lombardia, alla difesa di bossetti. Si tratta di materiali mai acquisiti al fascicolo dibattimentale, che il tribunale definisce potenziali fonti di prova nuova. Il provvedimento rende esecutivo il decreto emesso dalla corte di assise il 27 novembre 2019, dopo una lunga attesa durata sei anni, da quando i legali di bossetti, gli avvocati salvagni e camporini, avevano avanzato la richiesta di accesso.

Attraverso questa apertura, la difesa potrà finalmente lavorare su immagini ad alta risoluzione e dati scientifici finora esclusi, strumenti fondamentali per approfondire le indagini difensive. La decisione rappresenta un passo significativo in uno dei processi più controversi e seguiti degli ultimi anni in italia.

I materiali concessi alla difesa

L’elenco degli elementi consegnati alla difesa contiene diverse tipologie di prove. Sono incluse copie di dvd con fotografie ad alta risoluzione realizzate dal ris di parma, che mostrano in dettaglio tutti i reperti analizzati durante le indagini. Ci sono anche i tracciati elettroferografici prodotti dal ris e dai consulenti previderè e grignani, esperti della procura di pavia, che riguardano i campioni di riferimento di yara gambirasio.

Ulteriormente, la difesa riceverà i risultati di tutte le caratterizzazioni genetiche condotte, sia sui campioni di riferimento sia sulle tracce raccolte, in forma anonima e su diversi supporti. Questi documenti scientifici sono strettamente legati al profilo e alla traccia genetica definita “31G20”, quella mista estratta dagli slip di yara e ritenuta una prova chiave dalla magistratura contro bossetti.

Dettagli sulle immagini ad alta definizione

Le immagini ad alta definizione potrebbero evidenziare particolari finora non notati, soprattutto sugli indumenti della vittima. Leggings, giubbotto e gli slip sono conservati con cura e le analisi fotografiche potrebbero aprire nuovi spunti per capire meglio la natura delle tracce genetiche. La difesa punta a verificare se ci siano state interpretazioni errate o omissioni che possono rimettere in discussione la ricostruzione finora condivisa.

La funzione degli elettroferogrammi nelle nuove indagini difensive

Una parte rilevante di questo materiale scientifico riguarda gli elettroferogrammi, cioè la rappresentazione grafica del dna acquisita durante le analisi. Ogni singolo individuo sottoposto a tampone, compresa la vittima e tutti i sospettati nel corso dell’indagine, ha lasciato tracce che sono state tradotte in sequenze grafiche.

Il consulente genetista della difesa, marzio capra, esperto già coinvolto in casi simili come quello di chiara poggi, si concentrerà sullo studio minuzioso di questi dati. La difesa ritiene che esistano anomalie o picchi genetici non considerati adeguatamente in aula. Nello specifico, il profilo misto “31G20” continua a essere contestato da bossetti, che nega che quel dna appartenga a lui.

I dati mitocondriali non coinciderebbero con quelli dell’imputato. Per questo il legale salvagni ha parlato più volte di un atto di fede imposto alla difesa, che finora non ha mai potuto accedere ai dettagli di queste analisi. L’esame accurato degli elettroferogrammi potrebbe svelare incongruenze decisive ai fini del processo.

Possibili sviluppi dopo 15 anni dal delitto

Il rilascio di questi materiali coincide con un momento delicato: bossetti ha ormai scontato più di 11 anni di carcere nel penitenziario di bollate, in attesa di sviluppi giudiziari. La possibilità di accedere ai dati genetici e alle fotografie dettagliate offre finalmente una base materiale per chiedere una revisione del processo.

Gli avvocati di bossetti si apprestano a utilizzare questa documentazione per elaborare nuove strategie difensive. L’autorizzazione, arrivata dopo sei anni di battaglie legali, rappresenta il primo passo concreto per provare a dimostrare un’eventuale innocenza.

L’intera operazione assume rilevanza nazionale per la complessità del caso. I dettagli contenuti nei materiali resi pubblici potranno determinare una svolta nei cinque gradi di giudizio già completati o mettere in luce profili mai approfonditi in aula. Le indagini difensive, ora sostenute da questi documenti, possono rappresentare un banco di prova cruciale nella vicenda giudiziaria di uno dei delitti più discussi dell’ultimo decennio in italia.

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