Un comitato di cittadini di senigallia ha ottenuto dal Tar delle marche l’annullamento della autorizzazione per un palo per le telecomunicazioni eretto in un’area panoramica della città. L’antenna, alta circa 30 metri, è stata montata nell’estate 2024 in via del Cavallo, zona celebre per la sua vista. Il procedimento che ha portato alla sua installazione ha ignorato le richieste di informazioni e la tutela ambientale, scatenando proteste immediate in paese. La sentenza del Tar ha sancito un precedente importante nella gestione delle antenne sul territorio locale.
La protesta dei cittadini e le polemiche attorno al palo per le telecomunicazioni
Il palo per la telefonia mobile è spuntato senza preavviso su una collina molto frequentata di senigallia, dove la comunità locale non è stata coinvolta né informata. Tim, insieme alla società Infrastrutture Wireless Italiane, ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione dallo sportello per le attività produttive dell’unione dei comuni, che ha concesso l’ok senza un confronto pubblico. I residenti e diverse associazioni ambientaliste si sono subito opposti, denunciando l’impatto visivo e ambientale in un luogo di pregio paesaggistico. Le amministrazioni politiche del territorio hanno raccolto critiche per la gestione della vicenda.
Il ruolo della collina e le tensioni sociali
La decisione di procedere con i lavori senza consultare la collettività ha aggravato le tensioni. La collina su cui si trova l’antenna è considerata un bene comune, parte dell’identità storica e naturalistica di senigallia. Il comitato formato da cittadini si è organizzato per presentare ricorso al Tar, facendo leva sull’assenza di una valutazione ambientale approfondita e sulla mancanza di trasparenza. La vicenda ha acceso un dibattito più ampio sul rispetto dei diritti locali e la partecipazione civica nelle scelte urbanistiche.
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Le motivazioni del tar per l’annullamento dell’autorizzazione
Il Tar delle marche ha accolto il ricorso rinviando al mancato rispetto delle normative ambientali e procedurali imposte per l’installazione di antenne radio. Nel dispositivo si evidenzia che le autorizzazioni devono tener conto della rilevanza ambientale del sito e prevedere la comunicazione alla popolazione interessata. Nel caso di senigallia, questi parametri non sono stati rispettati, tanto che la prima notizia del palo è stata data dalla comparsa improvvisa della struttura stessa.
Richiami alla trasparenza e alla tutela ambientale
La sentenza rappresenta un richiamo a una pratica più rigorosa per gli enti locali chiamati a concedere permessi di questo tipo. Le garanzie di informazione e di tutela dell’ambiente risultano strumenti imprescindibili, specie in luoghi panoramici o con valore paesaggistico. L’intervento del Tar ha limitato la discrezionalità e posto un vincolo a possibili autorizzazioni future senza una adeguata valutazione preliminare. Questi elementi sono stati punti decisivi nell’annullamento dell’atto amministrativo.
Il ruolo del comitato cittadino e la risposta legale
Il comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio ha giocato un ruolo chiave nella mobilitazione e nel ricorso al Tar. Organizzato da abitanti e attivisti, il gruppo ha raccolto firme e promosso la diffusione della notizia per coinvolgere la cittadinanza. I legali Roberto Paradisi e Mario Cavallaro hanno seguito la pratica con attenzione, sottolineando la violazione del diritto alla partecipazione democratica nella fase di autorizzazione.
Paradisi ha commentato che la sentenza sancisce “che senigallia, e non solo, non è più un Far West per le installazioni di questo genere”. Il gruppo ha festeggiato la decisione alla base del cosiddetto “palo della discordia”, confermando l’importanza di vigilare sulle scelte che modificano l’aspetto e l’ambiente della città. L’azione di questo comitato indica una nuova attenzione da parte dei cittadini verso le questioni ambientali e la tutela del territorio contro interventi poco trasparenti.
Implicazioni future per la gestione delle antenne in marche e senigallia
La sentenza del Tar delle marche segna un precedente di rilievo nelle politiche locali di controllo degli impianti per le telecomunicazioni. Gli enti dovranno adottare procedure più trasparenti con informative rivolte ai cittadini, valutazioni ambientali dettagliate e maggior attenzione ai luoghi di valore paesaggistico. Senigallia si posiziona così come esempio per altre comunità, obbligando a riflettere sul modo in cui si autorizzano simili costruzioni.
Cambiamenti attesi nelle autorizzazioni future
Le compagnie telefoniche e le amministrazioni pubbliche affronteranno verifiche più rigorose prima di ottenere consensi per nuove antenne. Potrebbe cambiare il quadro di installazioni in aree protette o panoramiche, dove l’impatto visivo diventa elemento decisivo. Il caso evidenzia la spinta civica verso scelte che rispettano i territori abitati, influenzando il rapporto tra sviluppo tecnologico e tutela ambientale nelle marche. Ogni futura proposta dovrà bilanciare l’interesse pubblico con la salvaguardia del paesaggio.