mater mundi a monslecice, 40 opere di artisti italiani per raccontare la madre del mondo tra vita morte e natura
Nel museo archeologico SanPaolo di Monselice, in provincia di Padova, si svolge la collettiva “Mater Mundi” dal 18 maggio. La mostra raccoglie quaranta opere di tredici artisti contemporanei italiani che interpretano il tema della madre del mondo, figura legata alla fertilità , alla natura, ma anche all’erotismo e alla morte. La rassegna si snoda tra pittura, scultura e installazione, in dialogo con l’atmosfera storica e gli spazi del museo.
Il tema scelto per la mostra ruota attorno a una figura complessa e ambivalente, che riflette la relazione profondamente radicata tra l’essere umano e la natura. La madre del mondo, capace di nutrire la vita ma anche di riportare alla realtà pulsionale, richiama simboli di fertilità , creazione e distruzione. Le opere presenti mettono in scena questa dualità , mostrando come dall’energia vitale emerga anche la connessione con la bestialità , le trasformazioni naturali e il ciclo della morte.
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Artisti e tecniche in mostra
Gli artisti ospitati sono tredici, provenienti da diverse regioni italiane. Tra loro spiccano nomi come Tobia Ravà , Chandra Fanti, Angelo Giordano e altre dieci voci che elaborano questa idea secondo stili e linguaggi differenti. La varietà delle tecniche impiegate – dalla pittura figurativa alle installazioni – consente di affrontare il tema da punti di vista molteplici e stratificati. Molti lavori sono di grande formato, per incentivare un coinvolgimento diretto dello spettatore nelle riflessioni proposte.
L’allestimento e il dialogo con lo spazio storico del museo archeologico sanpaolo
Il percorso espositivo si sviluppa principalmente nella Sala della Buona Morte, ambiente storico risalente al Settecento. La curatrice Barbara Codogno ha ideato un allestimento che riproduce un utero in acciaio, composto da griglie metalliche, struttura che riconduce al principio generatore della vita ma anche richiama le forme architettoniche e gli interventi di restauro recenti del museo.
Le opere pittoriche si distribuiscono lungo questo spazio, valorizzandone l’atmosfera antica e il carattere solenne. Alcune sculture e installazioni invece si integrano in aree in cui sono esposti reperti archeologici, creando un contrasto potente. Questi oggetti contemporanei sembrano così dialogare con il passato e la dimensione mitica, richiamando figure ibride dove mito e realtà si incrociano.
Riflessioni sugli spazi espositivi
L’allestimento in un ambiente storico come la Sala della Buona Morte crea un forte legame tra passato e presente, spiega la curatrice Barbara Codogno. La struttura che richiama un utero in acciaio suggerisce al visitatore un’immersione nella genesi della vita, amplificando il valore simbolico delle opere.
Un affondo sulle opere e gli artisti
Tra i protagonisti della mostra, ogni artista porta una personale interpretazione del concetto materno e del ciclo vitale. Tobia Ravà con le sue tele propone visioni legate alla natura e al corpo, mentre Chandra Fanti esplora le metamorfosi e l’erotismo. Le sculture di Aldo Ghirardello, ad esempio, evocano pulsioni primitive e trasformazioni fisiche, ponendosi al confine tra umano e animale.
Non mancano interventi più concettuali come quelli di Roberta Ubaldi e Enrica Berselli, che inseriscono nel contesto archeologico elementi di riflessione simbolica. In generale, l’eterogeneità delle opere testimonia un dialogo forte con i temi centrali e offre spunti di lettura diversificati, tutti ancorati alla base materna che sostiene ma può anche frantumare.
Mater mundi offre un intreccio fra arte contemporanea e memoria storica
La mostra “Mater Mundi” rappresenta un’occasione per riflettere sulla rappresentazione femminile nella cultura visiva, in relazione alla vita e alla morte, alla natura e all’erotismo. Collocando opere attuali accanto ai testi archeologici, la collettiva apre percorsi di senso e immaginari inediti, stimolando domande sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda.
Lo spazio espositivo diventa così un ambiente di tensioni tra passato e presente, di narrazioni alternative che attraversano i secoli. Monselice, con la sua storia e il suo museo, ospita un progetto che si distingue per l’ampiezza e la profondità dei temi affrontati. “Mater Mundi” invita a un’esperienza coinvolgente e a una meditazione sui cicli naturali e umani senza filtri o semplificazioni.