Il sequestro di Tony Kiritsis raccontato da Gus Van Sant nel thriller Dead Man’s Wire presentato a Venezia 2025

Il Sequestro Di Tony Kiritsis

Tony Kiritsis al centro del thriller Dead Man’s Wire di Gus Van Sant a Venezia 2025. - Gaeta.it

Sara Gatti

2 Settembre 2025

Il sequestro di Anthony G. “Tony” Kiritsis del 1977, un episodio clamoroso e mediatico in cui prese in ostaggio il figlio del presidente della Meridian Mortgage Company a Indianapolis, torna alla luce con il nuovo film Dead Man’s Wire di Gus Van Sant. Il regista americano ha riportato sullo schermo questa vicenda che tocca temi di crisi economica e disperazione personale, offrendo uno sguardo sulle motivazioni di un gesto estremo che oggi continua a risuonare nel contesto sociale.

La vicenda storica del sequestro di Tony Kiritsis a Indianapolis

La mattina del 8 febbraio 1977, Tony Kiritsis, un uomo di 44 anni, entrò nella Meridian Mortgage Company di Indianapolis con l’intento preciso di prendere in ostaggio Richard Hall, il figlio del presidente dell’azienda. Kiritsis sentiva che l’azienda lo stava mandando in rovina a causa di un mutuo non rimborsato e voleva non solo riavere indietro quanto perso, ma chiedeva anche delle scuse ufficiali. La situazione si prolungò per quasi 63 ore, attirando l’attenzione dei media che seguirono ogni momento del sequestro con grande dettaglio. L’evento divenne un caso mediatico emblematico, riflettendo una protesta disperata contro pressioni finanziarie e ingiustizie percepite. Il gesto di Kiritsis fu interpretato come una forma distorta di eroismo, una lotta da parte di un uomo contro un sistema economico che sentiva oppressivo.

Gus Van Sant e la realizzazione di dead man’s wire

Il regista Gus Van Sant ha scelto questa storia per raccontare un dramma umano ancorato alla sua terra di origine, il Midwest americano. La decisione di portare sullo schermo un fatto di cronaca di quasi cinquant’anni fa nasce dal desiderio di indagare le ragioni profonde di un gesto così folle, ma al tempo stesso carico di una sorta di eroismo malinteso. Il film, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, si configura come un thriller noir contaminato da atmosfere dark comedy. Van Sant ha lavorato per umanizzare entrambi i protagonisti, mostrando da un lato l’uomo comune Kiritsis che lotta contro il capitalismo, dall’altro il figlio del presidente, che si scontra con la propria figura paterna. Il cast ha un peso notevole: Bill Skarsgård interpreta Kiritsis, mentre Dacre Montgomery dà volto a Richard Hall; Al Pacino, Colman Domingo e Cary Elwes completano la squadra di attori di rilievo.

Riflessioni attuali e paralleli con episodi di cronaca recente

Il regista ha sottolineato come la storia di Kiritsis mantenga una forte rilevanza anche oggi. Durante le riprese iniziate a settembre del 2024, si è verificato un episodio che ha richiamato temi simili: il giovane Luigi Mangione ha ucciso per strada Brian Thompson, il CEO della società di assicurazioni mediche United Healthcare. Van Sant ha spiegato che “il film ha risentito emotivamente di questo evento e delle tensioni generate dalle elezioni presidenziali americane, ma ha deciso di mantenere intatto il tono originale della narrazione.” Questi paralleli mettono in luce come casi di crisi personale legati a dinamiche economiche possano spingere a gesti estremi, confermando la centralità di questa tematica nella società. Il racconto di Van Sant offre quindi anche uno specchio per riflettere sulle conseguenze di un sistema che può mettere individui in angoli difficili.

Il lavoro attoriale e la costruzione dei rapporti tra personaggi

Il rapporto tra Kiritsis e Hall ha ricevuto attenzione particolare nel processo creativo del film. Dacre Montgomery, che interpreta Richard Hall, ha parlato della collaborazione con Bill Skarsgård, impegnato in Australia durante la Mostra di Venezia e quindi assente. Montgomery ha riconosciuto che Gus Van Sant “lo ha spinto fuori dalla sua zona di comfort, trasformando un thriller previsto in partenza in una dark comedy irriverente.” La regia punta a far emergere l’umanità dietro i ruoli di rapitore e rapito, mettendo in scena un piccolo uomo che combatte contro un sistema più grande e un figlio che deve confrontarsi con la figura paterna. La presenza di questi elementi rende più ricco e complesso il ritratto psicologico.

Altri personaggi chiave e il contesto giornalistico e sociale nel film

Myha’la interpreta Linda Page, la reporter televisiva che seguì la vicenda al tempo, rappresentando nel film una figura ispirata all’unica giornalista afroamericana di quel periodo che affrontava seguiti eventi simili. Gus Van Sant ha chiesto all’attrice di modellare il personaggio anche su Angela Davis, l’attivista per i diritti civili, rendendo il ruolo ancora più intenso e originale. Colman Domingo interpreta un DJ apparentemente distante, ma importante per Kiritsis, al quale parla del crimine in corso. Per lui, questa storia racconta dell’esperienza di uomini che si sentono privi di risorse e con pochi margini d’azione, mettendo in luce cosa succede quando qualcuno si sente completamente messo all’angolo. Kiritsis stesso viene visto come un uomo che sognava di vincere ma perdeva il controllo sentendo di essere derubato da qualcosa di proprio.

La rappresentazione offerta da Dead Man’s Wire riporta alla luce un capitolo storico cruciale e ne fa uno stimolo a osservare da vicino le tensioni sociali più profonde, così come avvenuto in Indiana più di quarant’anni fa.