Le sfide poste dalla decarbonizzazione dei trasporti richiedono strategie variegate e integrate. Tra queste, i biocombustibili sostenibili emergono come una risorsa concreta e immediatamente disponibile. Non rappresentano soltanto una scelta alternativa, ma una necessità per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro i prossimi anni. Con la frenata nello sviluppo delle infrastrutture necessarie ad altre soluzioni energetiche, i carburanti di origine biologica offrono risposte rapide e adatte all’attuale rete di distribuzione.
La necessità di incrementare la produzione di biocombustibili per rispettare gli obiettivi climatici
Secondo le previsioni degli esperti, tra cui David Chiaramonti del Politecnico di Torino, per avanzare nel percorso verso il net zero sarà indispensabile aumentare in modo significativo la produzione di biocombustibili rispetto al 2023. Il fabbisogno dovrebbe crescere almeno di due volte e mezzo, o anche triplicare, per poter soddisfare la domanda globale legata al settore dei trasporti. Questo significativo aumento si rivela fondamentale perché i biocombustibili sono tra le poche soluzioni immediatamente impiegabili senza modifiche sostanziali alle infrastrutture esistenti.
Un bivio per il settore dei trasporti
Il settore del trasporto si trova oggi a un bivio: da un lato, la necessità di ridurre in modo drastico le emissioni; dall’altro, la realtà tecnica e temporale legata allo sviluppo di tecnologie nuove come motori elettrici o a idrogeno. La produzione di biocarburanti può colmare questo gap, garantendo un contributo tangibile che mantiene il sistema operativo mentre si attende la piena maturazione delle altre tecnologie. È un punto cruciale, in un contesto dove la pressione per la riduzione dei gas serra è sempre più alta e i tempi sempre più stretti.
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Biocombustibili e infrastrutture: un vantaggio strategico per la transizione energetica
Una delle caratteristiche fondamentali dei biocombustibili sostenibili è la compatibilità con l’attuale rete di distribuzione e utilizzo. A differenza di altre soluzioni, come idrogeno o e-fuels che richiedono investimenti ingenti e tempo per la realizzazione di nuove infrastrutture, i carburanti bio possono essere distribuiti con le tecnologie e le strutture disponibili oggi. Benzinai, distributori e veicoli non necessitano di cambiamenti immediati per accogliere il nuovo combustibile.
Un elemento sostanziale per la defossilizzazione
Questa immediata disponibilità rappresenta un elemento sostanziale nella strategia di defossilizzazione del settore. La facilità di impiego consente una diffusione rapida e un impatto positivo sulle emissioni senza attendere lunghi tempi di adeguamento tecnico o economico. Il sistema logistico, quindi, non si trova a dover sostenere una doppia transizione, ma può continuare a funzionare pur con un combustibile più verde e meno impattante a livello ambientale.
L’approccio “well to wheel” per misurare l’efficacia dei biocombustibili
Il successo dei biocombustibili passa attraverso una valutazione approfondita del loro impatto ambientale. David Chiaramonti ha sottolineato l’importanza di adottare un parametro di analisi che vada dalla “well to wheel”, ovvero dalla filiera completa, fino all’utilizzo finale del carburante sul veicolo. Questo approccio evita valutazioni parziali che limitano il confronto al momento del consumo solo in termini di emissioni dirette al “tank to wheel”.
Considerando tutto il processo, dalla produzione della materia prima al combustibile finale, i biocombustibili sostenibili mostrano risultati molto rilevanti nella riduzione delle emissioni climalteranti, talvolta raggiungendo persino valori negativi. Ciò significa che, in certi casi, questo tipo di biocarburanti non solo riducono l’inquinamento ma contribuiscono a rimuovere anidride carbonica dall’atmosfera.
Un ciclo naturale virtuoso
Questo effetto è possibile anche grazie alla capacità di restituire al suolo carbonio organico, un elemento chiave per migliorare la qualità dei terreni e supportare altre attività agricole o industriali. È un vantaggio che pochi altri combustibili possono offrire, sottolineando come il biocombustibile non sia solo un vettore energetico ma parte di un ciclo naturale virtuoso.
Il contributo del tour d’europe e il ruolo della ricerca scientifica a roma
L’intervento di David Chiaramonti si è svolto al Centro Congressi Eni a Roma, durante una tappa del Tour d’Europe, evento dedicato al confronto sulle soluzioni energetiche per la sostenibilità dei trasporti. Appuntamenti come questi sono fondamentali per fare il punto sulle possibilità della ricerca e dell’industria nel guidare la transizione energetica.
Dialogo tra accademici, industria e politica
I confronti tra accademici, imprenditori e decisori politici offrono opportunità di capire dove intervenire con maggiore urgenza, e quali tecnologie possano portare benefici concreti nel breve periodo. Nel dibattito sulle alternative ai combustibili fossili, i biocombustibili sostengono un ruolo centrale, grazie ai continui miglioramenti nelle tecniche di produzione, all’attenzione crescente verso la sostenibilità e alla possibilità di inserirsi senza intoppi nel mercato attuale.
Questa fase di scambi e approfondimenti permetterà di individuare strategie realistiche e applicabili, evitando derive troppo tecniche o lontane dal contesto operativo reale del trasporto su strada e non solo. Il lavoro congiunto delle istituzioni scientifiche e industriali rappresenta una risorsa preziosa per accelerare la defossilizzazione senza interrompere le attività quotidiane legate alla mobilità.