Il ristorante Forme, situato a Brescia, propone una cucina che fonde tradizione e innovazione senza perdere le radici culturali. Al centro del menu spicca la lumaca, ingrediente che lega profondamente la cultura gastronomica abruzzese e quella locale bresciana. La chef Arianna Gatti ha scelto questo alimento come simbolo della sua cucina, ricostruendo storie e sapori lontani con un tocco contemporaneo.
La lumaca come ponte tra tradizioni gastronomiche diverse
La lumaca ha un ruolo importante nelle cucine contadine sia dell’Abruzzo sia della Lombardia, ma con preparazioni differenti. Nel ristorante Forme, questo elemento viene esaltato in un piatto che unisce ritualità e tecnica: lo spiedo di lumaca con fegato grasso e indivia. La cottura sullo spiedo, tipica della tradizione bresciana, evoca momenti di convivialità e calma, una lenta trasformazione del cibo che parla di familiarità e tempo lungo.
In Abruzzo, la lumaca si cucina spesso stufata con pomodoro e peperoncino, un metodo che ne conserva il carattere rustico. Nel Bresciano, la preparazione in bianco, con erbe aromatiche e spesso accompagnata da polenta, sottolinea la delicatezza dell’elemento. La chef Gatti interpreta questi riferimenti in modo personale, rispettando entrambe le tradizioni, ma proponendo una versione che mantiene freschezza e modernità senza perdere l’essenza.
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L’inserimento del fegato grasso, elemento classico della cucina francese, apre il piatto a un respiro europeo, ma mai invadente. Il bilanciamento tra questi sapori diversi crea un’armonia che racconta storie: quelle degli ingredienti, del territorio e di chi cucina.
La nuova immagine di forme attraverso il cortometraggio di blumandorla
A supportare questa visione culinaria, il team creativo Blumandorla ha realizzato un cortometraggio che svela l’anima del ristorante. Diretto e sonorizzato da Francesco Theak e Pietro Arici, il video accompagna lo spettatore in uno spazio intimo dove si intrecciano pensiero, materie prime e territorio. La regia privilegia inquadrature ravvicinate sugli ingredienti e ambienti naturali del locale, ritratte con luce naturale.
Nella narrazione della chef Arianna Gatti emergono temi come memoria e natura, ma anche la libertà creativa donata dal legame con il territorio. Il video lascia spazio a silenzi e suoni articolati della cucina e del paesaggio rurale, facendo sentire il tempo sospeso.
Il progetto non è semplicemente una presentazione commerciale, ma un’esplorazione profonda dell’identità di Forme. Gli autori del team Blumandorla intendono offrire un ritratto sensibile e concreto, dove ogni gesto e sapore assume un valore preciso. Il risultato si distacca dalle consuete forme di storytelling, diventando una testimonianza diretta di valori gastronomici e culturali radicati.
La cucina di arianna gatti tra sapori locali e influenza europea
Nella cucina di Arianna Gatti, il rispetto delle radici si accosta a un’attenzione precisa alle tecniche e agli ingredienti extra-regionali. La scelta di un piatto come quello dello spiedo con lumaca e fegato grasso illustra bene questo approccio. Dalla lenta cottura all’introduzione di sapori francesi, ogni elemento racconta una storia che va oltre il singolo ingrediente.
La lumaca assume un ruolo protagonista, ma non isolato. La crescita del piatto deriva dalla contaminazione fra tradizione e scoperta. La chef lavora con ingredienti che hanno un legame storico con i territori abruzzese e bresciano, ma senza chiudersi a schemi rigidi.
Non a caso, il piatto richiama momenti di convivialità antichi, come la preparazione dello spiedo, che consente alla carne e alla lumaca di sviluppare una consistenza morbida e un sapore originale. La presenza del fegato grasso segnala l’attenzione a lavorazioni e accostamenti di gusto più ampi, che si intrecciano con la cultura francese della cucina.
Si tratta di un equilibrio preciso, in cui ogni ingrediente mantiene il suo carattere, ma si amalgama per dare completezza sensoriale: un esempio di come Forme sappia reinterpretare la tradizione senza piegarla a mode o forzature.
Forma e sostanza raccontate attraverso immagini e suoni
Il cortometraggio firmato da Blumandorla trova nella sobrietà visiva e sonora la sua forza. Nel racconto, Arianna Gatti parla di sé e della sua idea di cucina senza sovraccarichi narrativi. Le riprese sfruttano la luce naturale e il silenzio per conservare la autenticità del luogo e dei prodotti.
Si percepiscono i suoni della cucina, il movimento lento degli ingredienti, i dettagli della preparazione. Questi elementi creano un’atmosfera che invita a non vedere la cucina come semplice produzione di cibo, ma come manifestazione di cultura e di legami con la terra.
Lo stile poetico e minimalista del video diventa un veicolo per raccontare il ritratto di una chef che si muove con consapevolezza e rispetto verso la materia prima. Non mancano scorci che mostrano il locale stesso, con una luce che varia per accompagnare il ritmo del racconto.
Il lavoro di Blumandorla, con la sua regia e sound design ricercati, costruisce così un’immagine autentica e nitida del ristorante Forme, dando risalto all’esperienza sensoriale e culturale offerta ai clienti.