Il rischio di povertà giovanile in italia nel 2024 resta stabile ma cresce tra i bambini sotto i sei anni

Il rischio di povertà giovanile in italia nel 2024 resta stabile ma cresce tra i bambini sotto i sei anni

In Italia nel 2024 il 27,1% dei minori vive a rischio povertà ed esclusione sociale, con un aumento tra i bambini sotto i sei anni e una leggera diminuzione tra quelli dai sei agli undici, superiore alla media europea.
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Nel 2024 in Italia il 27,1% dei minori vive in condizioni di povertà o esclusione sociale, con un aumento tra i bambini sotto i sei anni e un lieve miglioramento tra quelli tra 6 e 11 anni, dati peggiori rispetto alla media europea. - Gaeta.it

Il dato italiano sulla povertà e l’esclusione sociale tra i minori conferma un quadro piuttosto stabile nel 2024. Secondo le ultime tabelle diffuse da Eurostat, oltre un quarto dei bambini e ragazzi vive in situazioni a rischio legate al reddito, a condizioni materiali svantaggiate o a famiglie con scarsa presenza lavorativa. In particolare, i più piccoli – con meno di sei anni – sperimentano un aumento di questa vulnerabilità, mentre per i ragazzi tra i sei e gli undici anni si registra una lieve diminuzione. Ecco come si presenta la situazione nel dettaglio, con un confronto rispetto alla media europea e ai segmenti di età più anziani.

Il quadro generale del rischio di povertà e esclusione sociale in italia tra i minori nel 2024

Nel corso del 2024, il tasso di rischio di povertà o esclusione sociale tra i minori in Italia si mantiene intorno al 27,1%. Questo significa che circa 27 bambini su 100 vivono in famiglie con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale, oppure affrontano forme di deprivazione materiale, come la mancanza di beni essenziali, o incontrano difficoltà dovute a una bassa intensità lavorativa degli adulti nel nucleo familiare. Il dato resta stabile rispetto all’anno precedente, indicando una situazione che non migliora né peggiora in modo significativo per la fascia complessiva dei minori.

La stabilità del dato generale però nasconde andamenti differenziati per fasce di età diverse. Va considerato che, in Italia, le famiglie con bambini piccoli possono affrontare problemi più acuti legati al reddito e all’accesso a risorse di base, situazione che si riflette direttamente sul rischio di esclusione sociale. Questo dato è un punto di partenza per comprendere meglio j’andamento demografico e sociale che caratterizza il nostro paese all’inizio del 2025.

Il peggioramento della situazione per i bambini sotto i sei anni

Il gruppo d’età più giovane, vale a dire i bambini con meno di sei anni, mostra un aumento del rischio di povertà nel 2024. Il valore è passato dal 25,9% registrato nel 2023 al 27,7%. Questo significa che più di un quarto dei bambini piccoli si trova in condizioni di vulnerabilità economica o sociale. Questa crescita è significativa e mette in luce come la prima infanzia in Italia stia affrontando sfide crescenti in termini di benessere e accesso alle risorse necessarie.

Il motivo di questo peggioramento non è legato solo al reddito, ma anche alla deprivazione materiale, ossia la difficoltà delle famiglie nel garantire ai bambini prodotti fondamentali per la vita quotidiana, come pasti adeguati, vestiti, o servizi educativi. A ciò si aggiunge il problema della bassa intensità lavorativa degli adulti a carico, che limita ulteriormente le possibilità di uscire da situazioni di disagio.

La situazione per i bambini tra i 6 e gli 11 anni

Viceversa, per i bambini tra i 6 e gli 11 anni il rischio scende leggermente, passando dal 26,4% al 25,9%. È un dato che indica come in questa fascia di età, la probabilità di vivere con famiglie in condizioni di povertà o esclusione sociale si riduca lievemente. Resta comunque un livello preoccupante, superiore al 25%, che segnala l’importanza di interventi mirati per sostenere le famiglie con bambini in questa fascia.

Il confronto con la media europea e il rischio tra gli anziani over 60

L’analisi di Eurostat non si limita all’Italia, ma offre un confronto importante con il resto d’Europa. In media, i minori nei paesi dell’Unione Europea che vivono in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale si attestano al 24,2% nel 2024, in lieve diminuzione rispetto al 24,8% registrato nel 2023. Questo mostra come, complessivamente, il contesto europeo abbia registrato un miglioramento modesto attorno a questa problematica.

Il dato italiano è quindi superiore alla media europea, segnalando come il nostro paese fatichi a contenere questa forma di disagio nelle fasce più giovani della popolazione. È un segnale che indica una necessità di azioni specifiche e decise, soprattutto per le famiglie con bambini piccoli.

Per quanto riguarda la popolazione over 60, il rischio di povertà o esclusione sociale è cresciuto leggermente nel 2024 e ha raggiunto il 20,6%. Questo segmento di età è interessante perché, pur essendo più distante dalla fascia giovanile, manifesta anch’esso difficoltà economiche e sociali crescenti. Lo scenario evidenzia quindi problemi di reddito e disponibilità materiale sia tra i più piccoli che tra gli anziani, entrambi gruppi soggetti a fragilità economiche consolidate.

Il dato complessivo invita a riflettere sulle politiche sociali e di sostegno alle fasce deboli, in un paese dove la povertà tocca ancora percentuali rilevanti in più generazioni. Eurostat conferma così che il 2024 non ha segnato scosse importanti, ma nemmeno passi avanti rilevanti nel contrasto alla povertà minorile e agli svantaggi che derivano da questa condizione.

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