Il questore di crotone renato panvino cavaliere al merito della repubblica italiana

Il questore di crotone renato panvino cavaliere al merito della repubblica italiana

Renato Panvino, questore di Crotone, riceve il Cavaliere al Merito per una carriera dedicata alla lotta contro la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata, con operazioni chiave e innovazioni investigative in Sicilia e Calabria.
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Renato Panvino, questore di Crotone, è stato insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana per la sua lunga carriera nella lotta alla criminalità organizzata, con importanti operazioni contro la 'ndrangheta e l'adozione di strategie innovative nella repressione mafiosa. - Gaeta.it

Renato Panvino, questore di Crotone, ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana in occasione della Festa della Repubblica 2025. La cerimonia si è tenuta a Catanzaro, alla presenza di figure istituzionali come la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, il prefetto Castrese La Rosa e il questore di Catanzaro Giuseppe Linares. Questo riconoscimento premia una carriera dedicata al servizio dello Stato e alla lotta contro la criminalità organizzata con importanti risultati sul territorio nazionale.

Il percorso professionale di renato panvino nel sistema di polizia italiano

Renato Panvino ha iniziato la sua carriera nel 1993 come dirigente del Compartimento Polizia Ferroviaria a Reggio Calabria. Dopo un anno è passato alla questura locale, dove ha lavorato all’ufficio volanti, affrontando direttamente le emergenze di ordine pubblico. Nel 1995 è stato assegnato alla Squadra mobile di Reggio Calabria, dirigendo l’ufficio furti e rapine, incarichi che gli hanno dato modo di acquisire esperienza sul campo nella gestione di casi complessi.

Successivamente, la sua carriera si è articolata con la conduzione di diversi commissariati, tra cui quelli di Cittanova e Condofuri Marina. Tornato alla Squadra mobile di Reggio nel 2001, ha preso la guida della sezione Catturandi, specializzata nella cattura di latitanti, e poi è diventato responsabile della sezione criminalità organizzata. Tra il 2014 e il 2019 ha diretto la Direzione investigativa antimafia per la Sicilia orientale, controllando le province di Catania, Siracusa, Ragusa e Messina, ambienti in cui la mafia ha una presenza radicata. Dal 2019 in poi, è stato vicario dei questori di Nuoro e Catanzaro fino alla nomina a dirigente superiore nel 2024. In quell’anno è stato anche consigliere ministeriale presso la Direzione centrale del servizio antidroga e, dal 9 dicembre 2024, ricopre il ruolo di questore di Crotone.

Operazioni chiave nella lotta alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata

Durante la sua lunga carriera Panvino ha diretto numerose operazioni contro la criminalità organizzata, in particolare contro la ‘ndrangheta. Tra i casi di maggior rilievo figurano l’arresto a Cannes di Luigi Facchineri e Roberto Peregalli, capi di una cosca storica, e la cattura di latitanti importanti come Gaetano Santaiti a Palmi e Antonio Rosmini a Reggio Calabria. Un’altra operazione significativa riguarda Fracapane, noto per il suo ruolo nella guerra tra clan.

Nel 2005 ha coordinato l’arresto in Canada di Antonio Commisso, capo della cosca di Siderno, e nel 2006 ha interrotto un summit mafioso a Castellace, arrestando Teodoro Crea, all’epoca latitante di rilievo. Nel 2008 ha ordinato la cattura a Bruxelles dei fratelli Giorgi, boss della cosca di San Luca, e ha contribuito alla cattura dei responsabili della strage di Duisburg, tra cui Giovanni Strangio e Francesco Romeo. Tali operazioni hanno avuto ripercussioni importanti a livello investigativo e giudiziario, indebolendo strutture criminali di rilievo.

Direzione della dia a catania e applicazione del modello investigativo contro la criminalità economica

Durante il periodo in cui ha guidato la Dia di Catania, Panvino ha rivolto l’attenzione anche agli aspetti economici della lotta alla mafia. Sotto la sua supervisione sono state condotte inchieste su settori strategici della pubblica amministrazione, in particolare nel campo sanitario, dove la criminalità organizzata cerca di infiltrarsi per ottenere finanziamenti e appalti.

La Dia ha sequestrato e confiscato beni per centinaia di milioni di euro, restituendo allo Stato patrimoni sottratti con attività illecite. Questa attività ha preso il nome di “modello Catania”, un approccio investigativo orientato a colpire la criminalità sotto il profilo economico e finanziario, andando oltre la classica repressione penale per contrastare anche le reti di protezione e riciclaggio. Questo impegno ha contribuito a ridisegnare il modo in cui la lotta alla criminalità organizzata viene condotta in alcune aree del sud Italia.

Il riconoscimento ricevuto da Renato Panvino segna un tassello importante nel percorso di un ufficiale che ha lavorato in prima linea contro diverse forme di criminalità. Il suo lavoro ha prodotto risultati tangibili in territori particolarmente esposti al fenomeno mafioso. Il conferimento dell’onorificenza si inserisce dunque nel contesto di un’attività di servizio volta al ripristino della legalità e dello Stato di diritto.

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