il progetto "l'arte non ha sbarre" un ponte culturale tra giovani detenuti e la città di roma

il progetto “l’arte non ha sbarre” un ponte culturale tra giovani detenuti e la città di roma

a roma il progetto “l’arte non ha sbarre” coinvolge giovani detenuti dell’istituto penale minorile di casal del marmo in laboratori artistici, visite culturali e attività digitali per favorire inclusione e crescita personale
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A Roma, il progetto "L’arte non ha sbarre" coinvolge giovani detenuti dell’istituto minorile di Casal del Marmo in laboratori artistici e visite culturali, promuovendo inclusione e crescita personale attraverso l’arte e la scoperta della città. - Gaeta.it

Contro ogni confine fisico e sociale, l’arte si conferma mezzo per costruire relazioni e favorire opportunità di sviluppo personale anche dentro le mura di un istituto penale. A roma prende vita una nuova iniziativa che, da giugno a settembre 2025, coinvolge giovani detenuti in laboratori artistici e percorsi culturali per scoprire la città sotto una luce diversa. L’iniziativa vuole coinvolgere attivamente ragazzi e ragazze ospitati nell’istituto penale minorile di Casal del Marmo attraverso esperienze di street art, visite guidate e strumenti multimediali, con il sostegno di artisti affermati e realtà del territorio.

Il contesto e gli obiettivi del progetto “l’arte non ha sbarre”

Il progetto, creato dall’associazione giovanile “L’arte non ha sbarre aps” e diretto da Oriana Rizzuto su idea di Giuseppe Casa, si spinge ben oltre l’ambito artistico e si attesta come iniziativa a forte valenza sociale e culturale. L’obiettivo nasce dalla volontà di collegare il mondo carcerario e quello esterno, dando voce e strumenti espressivi ai giovani detenuti e offrendo loro attività ricreative e formative. Roma Capitale, tramite l’assessorato alla Cultura, ha inserito il progetto tra quelli destinatari di finanziamenti europei del Next Generation EU legati al PNRR per grandi eventi turistici. Questo riconoscimento sottolinea l’interesse istituzionale nel promuovere percorsi culturali anche in contesti marginali, affiancando alla dimensione sociale un’attenzione specifica al patrimonio artistico urbano. La collaborazione con il Garante per i detenuti del Lazio e l’Istituto Penitenziario Minorile di Casal Del Marmo assicura la possibilità di svolgere attività dentro la struttura, offrendo ai ragazzi uno spazio di crescita non solo personale ma anche di cittadinanza attiva.

Laboratori artistici guidati da nomi della scena della street art romana

Al centro del programma ci sono i laboratori settimanali che ruotano attorno a forme d’arte come disegno, stencil, tag e stampa serigrafica. In questi percorsi i giovani sono affiancati da professionisti della scena romana: gli street artist Solo, Diamond, Moby Dick, insieme al maestro di stampa e serigrafia Moreno Giaconi. Ognuno di loro ha consolidato una reputazione nazionale e internazionale, spesso collegata a tematiche di impegno civile, che rappresentano un forte valore aggiunto per i partecipanti. L’esperienza pratica in laboratorio funge da primo strumento per tradurre emozioni e riflessioni in forme artistiche visibili, creando un terreno di confronto diretto e positivo con il linguaggio creativo contemporaneo. Questo consente ai giovani di esplorare capacità manuali e cognitive, acquisire tecniche specifiche e costruire un percorso che li renda protagonisti di una narrazione alternativa alla loro condizione.

Visite guidate nei quartieri periferici e strumenti digitali per scoprire roma

Parallelamente ai laboratori in carcere, il progetto propone una serie di passeggiate culturali fuori dalle mura, organizzate con la collaborazione di esperti del territorio. Durante queste uscite, i partecipanti visitano quartieri romani che negli ultimi anni si sono affermati come poli di arte urbana e creatività: Tor Marancia e Corviale a giugno, San Basilio e Settecamini a luglio, Pigneto e Quadraro ad agosto. L’intento è far conoscere agli ospiti luoghi spesso propri della vita cittadina ma poco osservati nel loro valore culturale. Questi itinerari sono arricchiti da un’applicazione multilingue che offre contenuti storici e culturali sulle borgate, un podcast dedicato agli artisti e QR code posti accanto alle opere. Curiosamente, la realizzazione di questi materiali digitali coinvolge direttamente i giovani detenuti, che contribuiscono così a un prodotto visibile al pubblico. Ciò alimenta un dialogo tra dentro e fuori, facendo emergere un racconto inclusivo del patrimonio artistico e umano di roma.

Un dialogo tra dentro e fuori: parole della curatrice oriana rizzuto

Oriana Rizzuto, curatrice del progetto, descrive questa esperienza come “un traguardo atteso e una sfida aperta.” La possibilità di intervenire presso l’istituto minorile di Casal del Marmo con corsi estivi rappresenta una novità, considerando la complessità di gestire attività educative in un contesto carcerario durante la stagione calda, tradizionalmente più difficile da vivere all’interno. L’intenzione è di coniugare momenti ludico-didattici con la conoscenza autentica del territorio e la sua espressione artistica, offrendo ai ragazzi occasioni di crescita non solo tecnica ma anche relazionale e culturale. Portare all’esterno contenuti elaborati durante i laboratori permette inoltre di far riflettere sul senso di appartenenza e di identità, aprendo lo sguardo su spazi urbani spesso poco valorizzati. Così, il progetto cerca di tessere rapporti nuovi all’interno della comunità cittadina, stimolando inquisizione e curiosità, senza rinunciare al piacere dell’arte.

Il valore sociale e culturale del progetto per roma

Il progetto “l’arte non ha sbarre” si colloca in un contesto reale e concreto, in cui il patrimonio artistico e culturale della capitale è uno strumento per creare inclusione e costruire percorsi di formazione. L’attenzione verso i giovani detenuti mira a recuperare le potenzialità espressive come via di emancipazione e speranza, dando un volto umano e creativo a spazi e storie che spesso restano invisibili. Questa iniziativa non si limita a proporre corsi, ma interviene in modo articolato con laboratori, passeggiate urbane e piattaforme digitali, offrendo esperienze multiple e coinvolgenti. Roma, con le sue periferie ricche di arte di strada, diventa così scenario e al tempo stesso protagonista di un processo educativo capace di superare barriere materiali e sociali. Il progetto si inserisce in una scommessa sociale che punta non a giudicare ma a offrire opportunità di espressione e partecipazione, confermando la costante relazione tra cultura e società in un contesto urbano complesso come quello romano.

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