Il progettista del ponte Morandi dovuto valutare la sicurezza completa prima del crollo del 2018

Il progettista del ponte Morandi dovuto valutare la sicurezza completa prima del crollo del 2018

Il processo sul crollo del ponte Morandi a Genova indaga le responsabilità tecniche di Emanuele De Angelis e Aspi, evidenziando l’importanza di verifiche rigorose e la gestione corretta dei dati per la sicurezza pubblica.
Il Progettista Del Ponte Moran Il Progettista Del Ponte Moran
Il processo sul crollo del ponte Morandi a Genova indaga le responsabilità tecniche nella manutenzione e verifica del viadotto, evidenziando il ruolo cruciale del progettista nel garantire la sicurezza e le controversie sulla gestione dei dati informatici. - Gaeta.it

Il processo per il crollo del ponte Morandi a Genova ha portato in aula nuove luci sulle responsabilità tecniche antecedenti al tragico evento. Il 14 agosto 2018, 43 persone persero la vita quando il viadotto crollò. Il pm Walter Cotugno, durante la requisitoria, ha sottolineato l’obbligo del progettista incaricato del retrofitting di effettuare una verifica rigorosa sullo stato del ponte. Questo controllo avrebbe dovuto evidenziare eventuali criticità e guidare interventi urgenti per garantire la sicurezza degli utenti.

Il ruolo del progettista nel retrofitting e la posizione di garanzia

Nel corso dell’udienza, il pm Cotugno ha puntualizzato che chi si occupa di controllare la sicurezza di un’opera ha una posizione di garanzia ben precisa. A sostegno della sua tesi, ha citato una sentenza della Cassazione riguardante un meccanico a Roma. Quel lavoratore si era limitato a presentare un preventivo per la riparazione dei freni di un’auto senza segnalare al cliente il grave rischio di incidenti collegato alla condizione del veicolo. Quel mancato avvertimento portò a un incidente gravissimo. Il pm ha spiegato che quella sentenza riassume il principio secondo cui chi deve verificare e assicurare la funzionalità di un bene deve farlo con rigore e intervenire se necessario, altrimenti si espone a responsabilità penali.

Progettista e piano di rinforzo

Nel caso del ponte Morandi, questa figura corrisponde a Emanuele De Angelis, direttore tecnico di Spea e progettista del piano di rinforzo del viadotto. De Angelis ha sviluppato un progetto di retrofitting che prevedeva l’installazione di tiranti esterni, più facili da ispezionare rispetto a quelli incorporati nel calcestruzzo, utilizzati costruendo la struttura originaria. Quel sistema era su modello di quanto già fatto sulla pila 11 del ponte, dove negli anni Novanta furono adottate soluzioni simili. La presenza di tiranti esterni avrebbe dovuto agevolare la manutenzione e l’individuazione di problemi strutturali.

La gestione dei dati e le accuse di falsi informatici nel processo

Un altro punto affrontato dal pm ha riguardato i dati gestiti nel database di Aspi, la società concessionaria autostrade. Secondo l’accusa, ogni modifica o alterazione non autentica dei dati nel sistema informatico rappresenta un reato di falso informatico. Ciò riguarda quindi non solo i documenti cartacei ma anche i dati digitali, accessibili su più livelli dalla società. La gestione corretta delle informazioni è centrale per il monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture.

Questa tesi però ha incontrato una forte resistenza da parte delle difese, che hanno messo in discussione l’applicabilità del reato a ogni singola variazione dei dati elettronici. La complessità tecnica e giuridica legata alla gestione informatica dei dati di sorveglianza del ponte rimane uno dei nodi chiave del processo.

La verifica dettagliata come necessità

La verifica completa sulla sicurezza del ponte Morandi avrebbe dovuto essere più che un semplice atto formale. La progettazione e la manutenzione di infrastrutture così critiche richiedono controlli dettagliati e interventi tempestivi per evitare rischi. Ogni segnale di degrado o di anomalia deve emergere in modo chiaro durante queste ispezioni.

Al progetto di De Angelis venivano attribuite responsabilità precise, considerando che il retrofitting doveva aumentare la capacità di controllo sul ponte. Ignorare o sottovalutare eventuali problemi compromette la funzione di protezione degli utenti. Il processo ha messo in luce come, nel campo delle infrastrutture, il legame tra progettisti, manutentori e sicurezza pubblica sia vincolante.

Il racconto dell’udienza evidenzia la complessità e le tensioni coinvolte in casi giudiziari legati a grandi eventi tragici. Le decisioni prese anni prima si riflettono sull’affidabilità quotidiana delle opere pubbliche, e la giustizia cerca risposte puntuali sui ruoli e doveri dei tecnici responsabili.

Change privacy settings
×