Il presidente della fondazione museo nazionale dell’emigrazione al cgie di roma: nuova sinergia per valorizzare gli italiani all’estero

Il presidente della fondazione museo nazionale dell’emigrazione al cgie di roma: nuova sinergia per valorizzare gli italiani all’estero

Paolo Masini, presidente del Museo Nazionale dell’Emigrazione, presenta a Roma nuove iniziative per valorizzare la storia e il presente degli italiani all’estero in collaborazione con il Cgie e la segreteria di Maria Chiara Prodi.
Il Presidente Della Fondazione Il Presidente Della Fondazione
Paolo Masini, presidente del Museo Nazionale dell’Emigrazione, ha illustrato all’assemblea del CGIE a Roma il ruolo del museo nel valorizzare la storia e l’esperienza degli italiani all’estero, promuovendo una collaborazione rafforzata per raccontare sia il passato che il presente dell’emigrazione italiana. - Gaeta.it

Nel corso dell’assemblea plenaria del Cgie, il Consiglio generale degli italiani all’estero, svoltasi a roma, Paolo Masini, presidente della fondazione museo nazionale dell’emigrazione , ha delineato un nuovo impegno del Museo per promuovere la storia e la realtà degli italiani nel mondo. Il suo intervento ha richiamato l’attenzione sulle iniziative già avviate e sulle prospettive future di collaborazione con il Cgie, sottolineando il valore del racconto migratorio per l’identità del paese.

L’assemblea del cgie a roma: un momento chiave per gli italiani nel mondo

Nell’ultima giornata dei lavori dell’assemblea plenaria del Cgie, Paolo Masini ha preso la parola per evidenziare l’importanza dell’incontro. L’evento, organizzato nella capitale, ha richiamato rappresentanti italiani provenienti dall’estero, impegnati a discutere sulle sfide e sulle opportunità legate alla comunità italiana sparsa nel mondo. Masini ha riconosciuto il periodo particolare che vivono gli italiani all’estero, segnato da trasformazioni sociali e culturali che richiedono una riflessione condivisa e un dialogo aperto tra istituzioni e comunità.

Una missione per il mei

Ha sottolineato che il Mei, fondato con la missione di raccontare sia l’emigrazione storica sia quella contemporanea, si propone come un punto di riferimento per far emergere non soltanto il passato, ma soprattutto il presente di questo fenomeno. Il Museo vuole porsi come un supporto concreto per il Cgie, coinvolgendo gli italiani all’estero nella diffusione di una narrazione che li rappresenti davvero, valorizzandone le esperienze e il ruolo attuale.

La fondazione museo nazionale dell’emigrazione: tra passato e presente

Paolo Masini ha approfondito il percorso del Museo Nazionale dell’Emigrazione, fondato con l’obiettivo di conservare e raccontare la storia di milioni di italiani che hanno lasciato il paese in cerca di nuove opportunità. Questa istituzione si dedica non solo al racconto storico ma anche al monitoraggio e alla divulgazione della situazione attuale dell’emigrazione italiana, tema cruciale oggi che vede i flussi migratori assumere caratteristiche diverse rispetto al passato.

Il Museo ha stipulato un primo accordo con il Cgie nel periodo precedente alla pandemia, avviando una serie di iniziative pensate per coinvolgere direttamente le comunità italiane all’estero. Masini ha ricordato che, nonostante le difficoltà del periodo, il Mei ha portato avanti attività culturali, progetti di ricerca e momenti di confronto, costruendo basi solide per la collaborazione futura. Questi eventi hanno avuto l’obiettivo di rendere più visibile la storia collettiva degli italiani che vivono lontano dall’Italia e di consolidare la rete associativa e istituzionale che ne sostiene la presenza nel mondo.

Collaborazione e resilienza

Nuova fase cooperativa con il cgie e l’impegno verso la comunità italiana

Tra i passaggi più significativi del suo intervento, il presidente della fondazione ha enfatizzato la ripresa e il rafforzamento del dialogo con la nuova segreteria generale del Cgie, guidata da Maria Chiara Prodi. Già durante le prime riunioni, ha spiegato Masini, si sono delineate iniziative e proposte che aprono la strada a un nuovo accordo più concreto e operativo rispetto a quello precedente.

Questa nuova fase punta a coinvolgere direttamente gli italiani residenti all’estero, riconoscendo il loro ruolo attivo nella società italiana contemporanea. Masini ha definito il Mei come la “casa degli italiani all’estero”, un luogo aperto a tutti coloro che vogliono vedere raccontata non solo l’emigrazione passata, ma anche le storie di oggi, dove i protagonisti sono proprio le comunità di emigrati.

In quest’ottica, il Museo si propone di ampliare la conoscenza su un fenomeno che non si ferma a sacrifici e difficoltà, ma che comprende esperienze di successo, integrazione e scambi culturali. L’obiettivo è costruire un archivio vivo e un punto di riferimento per le generazioni future, affinché il patrimonio migratorio italiano resti saldo nel tempo.

I progetti futuri del mei per raccontare l’emigrazione italiana

La storia collettiva che non si spezza

Paolo Masini ha concluso il suo intervento ricordando la “più grande storia popolare e collettiva del nostro Paese”, quella dell’emigrazione. Questa vicenda riguarda milioni di persone e attraversa tanto il passato quanto il presente degli italiani sparsi nel mondo, una storia fatta di migrazioni, sfide, successi e cambiamenti.

Il Mei intende consolidare le esperienze positive raccolte negli ultimi anni e costruire nuovi progetti che riflettano le realtà attuali, dando spazio alle storie delle nuove generazioni. L’istituzione continuerà a mettere a disposizione il proprio patrimonio culturale e le competenze acquisite per affiancare il Cgie e le comunità italiane all’estero, favorendo una narrazione condivisa e autentica.

Questa visione rispecchia la volontà di custodire un’identità collettiva che si evolve ma non si disperde, dando voce a chi ogni giorno contribuisce a tenere vivo il legame con l’Italia. Dal museo all’assemblea plenaria, la strada intrapresa parla di attenzione e cura verso una realtà che resta centrale nel tessuto sociale e culturale del Paese.

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