La tensione nella Striscia di Gaza ha portato a un numero crescente di vittime civili, suscitando reazioni di solidarietà in ambito accademico. Il Politecnico di Bari ha deciso di non rimanere a guardare, aprendo l’anno accademico con un gesto simbolico che richiama la pace e il rispetto dei diritti umani.
La posizione del Politecnico Di Bari di fronte al conflitto in Palestina
Con lo scenario sempre più drammatico nel territorio palestinese, il Senato Accademico del Politecnico di Bari ha espresso una chiara presa di posizione. La nota ufficiale sottolinea come la situazione in Palestina, specialmente nella Striscia di Gaza, stia causando sofferenze e perdite soprattutto tra civili innocenti, coinvolti in un’escalation militare senza sosta. L’ateneo sottolinea la necessità di non rimanere indifferenti, ponendo l’attenzione sulla responsabilità morale delle istituzioni educative.
Il documento richiama i principi sanciti dalla Costituzione italiana, che condanna la guerra come metodo di risoluzione dei conflitti internazionali. Il Politecnico di Bari si rifà inoltre ai valori che guidano la sua funzione educativa e civile, considerando il rispetto della dignità umana e la tutela della pace come elementi fondanti della sua missione.
Questo intervento istituzionale evidenzia la volontà dell’università di mantenere un ruolo attivo anche in ambiti geopolitici così complessi, ribadendo che luogo dell’istruzione e della cultura non può e non deve rimanere estraneo a vicende che coinvolgono diritti fondamentali.
Il minuto di silenzio come testimonianza e segnale di solidarietà
Per concretizzare la presa di posizione, il Senato Accademico ha invitato tutti i docenti del Politecnico a dedicare il primo minuto delle lezioni dell’anno accademico 2025/2026 a un momento di silenzio. Questa iniziativa è prevista a partire dal 22 settembre, data di apertura ufficiale dell’anno accademico.
Il minuto di silenzio intende rappresentare una condanna netta contro la guerra come strumento politico e un’espressione di vicinanza alla popolazione civile di Gaza. Questi cittadini, spesso vittime innocenti del conflitto militare, vivono condizioni estremamente difficili, con gravi limitazioni alla loro libertà, sicurezza e diritti fondamentali.
Il gesto silenzioso non è solo una forma di rispetto ma assume un valore emblematico, richiamando l’attenzione sul ruolo educativo dell’università e il suo impegno a promuovere la memoria storica, la coscienza collettiva e la responsabilità civile, elementi imprescindibili per formare cittadini consapevoli.
La possibilità di ampliare il momento di riflessione con brevi interventi dei docenti
A complemento del minuto di silenzio, il Senato Accademico ha lasciato ai docenti libertà di inserire brevi interventi. Questi spazi di riflessione possono affrontare temi legati al valore della pace, alla dignità umana e all’importanza di respingere ogni forma di violenza come strumento di risoluzione dei conflitti sociali e politici.
Questi brevi discorsi permetteranno agli studenti di entrare in contatto diretto con i principi che ispirano l’iniziativa, rafforzando il senso critico e l’attenzione verso questioni etiche di rilevanza globale. L’approccio non è impositivo ma volontario e personalizzabile, in modo da rispettare la libertà didattica dei professori e le diverse sensibilità degli studenti.
In questo modo, l’ateneo ribadisce il proprio impegno nel fare della formazione non solo un processo tecnico o scientifico ma anche un percorso di crescita civile e sociale, responsabile degli impatti sul presente e sul futuro. La mobilitazione parte da un momento concreto, per poi potenzialmente svilupparsi in un’occasione più ampia di discussione e consapevolezza collettiva.