Il Plastic si chiude dopo 45 anni: un pezzo di storia milanese va via il 28 giugno 2025

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Il Plastic chiude dopo 45 anni, addio a un'icona milanese il 28 giugno 2025 - Gaeta.it

Elisabetta Cina

4 Settembre 2025

Il 28 giugno 2025 segna la chiusura del Plastic, uno dei club più conosciuti e amati di Milano. Nato nel 1980, questo locale ha accompagnato decine di generazioni con la sua atmosfera unica, fondendo musica, arte e cultura alternativa in un ambiente riconosciuto a livello internazionale. La fine del Plastic rappresenta un punto di svolta per la nightlife milanese e per chi ha vissuto quel luogo come un laboratorio creativo e punto d’incontro culturale.

Il Plastic: da locale a icona della cultura alternativa milanese

Il Plastic nasce nel 1980 dall’iniziativa di Lucio Nisi e Nicola Guiducci, due persone che hanno saputo costruire un progetto culturale capace di durare oltre quarant’anni. Il club non era solo un locale per ballare, ma uno spazio dove artisti e musicisti si incontravano, dove la sperimentazione musicale si mescolava a performance artistiche e dove la moda e le tendenze trovavano un terreno fertile per crescere.

Tra le personalità che hanno varcato la soglia del Plastic si trovano artisti di fama mondiale come Andy Warhol, Keith Haring, Madonna e Grace Jones. Ospitare queste figure ha contribuito a trasformare il club in una vera e propria istituzione, attrattiva non solo per i milanesi ma anche per creativi da tutto il mondo. La pista da ballo era al contempo un palcoscenico e un laboratorio, in cui ogni serata poteva diventare occasione di scoperta. Questo ha permesso al Plastic di consolidarsi come simbolo di apertura mentale e libertà espressiva, tratti distintivi che hanno definito la sua identità per tutti questi anni.

Il trasferimento a via gargano e l’influenza nella nightlife internazionale di Milano

Nel 2012 il Plastic ha cambiato sede: da Viale Umbria si è spostato in Via Gargano 15, vicino a Viale Ortles. Questo spostamento ha segnato una nuova fase, grazie a una location che ha reso possibile una presenza ancora più marcata nella scena della nightlife milanese e un confronto diretto con città europee come Berlino e Londra. Qui la vita notturna ha assunto un respiro più internazionale, e il locale è diventato un punto di convergenza per tendenze musicali ed estetiche che hanno fatto scuola oltre i confini italiani.

Il Plastic è stato per Milano qualcosa di più di un club frequentato la sera: il suo nome era legato a una storia di evoluzione culturale, un luogo di confronto e di contaminazioni artistiche che hanno influenzato anche la scena musicale elettronica e creativa. Il locale ha mantenuto la fama nel tempo anche grazie alla gestione di Nicola Guiducci dopo la scomparsa di Lucio Nisi nel 2019, arrivando a rappresentare un modello difficile da sostituire.

La chiusura del plastic e il declino degli spazi underground milanesi

La notizia della chiusura, comunicata dal Plastic con un messaggio pubblico nella notte tra il 28 e 29 giugno, arriva pochi giorni dopo l’altro evento significativo dello sgombero del Leoncavallo, un altro spazio storico della cultura milanese. Questi fatti segnalano una trasformazione profonda nella notte di Milano, che vede scomparire alcune delle sue realtà più autentiche e underground in favore di una proposta più omologata.

Per chi ha vissuto il Plastic come punto di riferimento, la chiusura segna la fine di una stagione di clubbing meno costruito, più creativo e spontaneo. I messaggi di addio e le testimonianze di frequantatori raccontano di un milieu che non tornerà più uguale e di un modo di vivere la notte che appartiene a un’epoca che si chiude. Il Plastic ha saputo anticipare mode e musica che poi sono entrate nel mainstream, mantenendo per decenni un ruolo da apripista e da modello per chi operate nella scena notturna e artistica.

Cosa succederà ora dello spazio che fu del Plastic? Al momento non ci sono notizie precise su chi o cosa potrebbe raccogliere il testimone lasciato da questo storico club. Milano perde così un punto di riferimento culturale di grande rilievo, un luogo che ha raccontato la città e le sue trasformazioni per molte generazioni e ha saputo rappresentare l’autenticità di una scena alternativa destinata ora a cambiare volto.

Le sue luci, spente da poco, lasciano dietro di sé un’eredità che ha segnato il volto della cultura milanese e continuerà a influenzare la città e la scena artistica internazionale anche negli anni a venire.