il pimm’s cup, il cocktail simbolo di wimbledon e della tradizione inglese estiva

il pimm’s cup, il cocktail simbolo di wimbledon e della tradizione inglese estiva

Il torneo di Wimbledon si distingue per il suo prato curato come un rituale e per il legame storico con il Pimm’s Cup, cocktail simbolo dell’estate inglese nato nel Kent e celebrato a Londra.
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L'articolo racconta la tradizione di Wimbledon, focalizzandosi sulla cura del prato e sul ruolo iconico del Pimm’s Cup, il cocktail estivo simbolo del torneo e della cultura inglese. - Gaeta.it

Nelle giornate di giugno, il verde dei campi di wimbledon diventa il palcoscenico infinito di uno degli eventi sportivi più attesi al mondo. I protagonisti non sono solo i giocatori di tennis, ma anche l’atmosfera che avvolge il torneo. Tra i dettagli caratteristici di questa competizione, spicca un elemento che accompagna da decenni le partite: il pimm’s cup, una bevanda che ha costruito la sua fama proprio insieme al prestigio di wimbledon, intrecciando sapori e ricordi in un sorso estivo.

L’erba di wimbledon, un tappeto curato come un rituale antico

Quella del prato di wimbledon non è soltanto una manutenzione ordinaria, ma un vero e proprio lavoro d’amore. Ogni filo d’erba viene curato da mani esperte che cercano la perfezione visiva e tattile, una morbidezza che ricorda un tessuto di velluto pronto ad accogliere le sfide dei campioni. Non è un spazio per giochi bambini o scorribande casuali, ma una scena dedicata a persone vestite di bianco, con racchette ben strette in mano e movimenti studiati con precisione atletica.

Il prato è espressione di una tradizione più ampia, dove ogni dettaglio serve a mantenere intatta l’identità di wimbledon. Il torneo porta avanti, anno dopo anno, la sua calma solennità, fatta di silenzi carichi di tensione e applausi contenuti, dove il verde intenso dell’erba sembra partecipare al clima di attesa e concentrazione.

Questa scelta di mantenere il manto erboso impeccabile non è fine a se stessa ma sottolinea il legame col passato e l’orgoglio di un torneo che custodisce valori storici e sportivi senza cedimenti al modernismo esasperato. Un segno di rispetto per chi quel campo l’ha calcato e torneo dopo torneo rinnova il sogno di vincerlo.

Pimm’s cup: un drink che racconta la storia di wimbledon

Accanto al fascino anticato del torneo si affianca un equivalente storico nel mondo delle bevande: il pimm’s cup. Nato nel Kent, a sud est di Londra, questo cocktail è entrato a far parte del rituale estivo di wimbledon dagli anni Settanta, diventando il simbolo di una pausa fresca, aromatica e leggera.

Il consumo durante il torneo raggiunge numeri impressionanti. Si stima che in pochi giorni vengano serviti quasi quarantamila litri di questo mix fruttato e speziato che unisce la base alcolica al sapore vivace di limone, arancia, lime e qualche bacca rossa. La versione tradizionale, secondo le indicazioni dell’International Bartender Association prevede Pimm’s No.1, soda al limone e frutta fresca, ma non mancano varianti con ginger ale che conferiscono un tocco più speziato.

Il pimm’s cup non è solo un cocktail. È un elemento culturale che accompagna gli spettatori, restituisce un’idea di relax e convivialità, e si lega alle immagini di picnic sull’erba e chiacchiere tra game. Offre un modo per rinfrescarsi senza perdere l’eleganza e la raffinatezza, la stessa che il torneo trasmette da sempre.

Origine e sviluppo del pimm’s: dal kent alla city di londra

La storia del pimm’s cup è un viaggio dal sud dell’Inghilterra al cuore dell’attività economica londinese. Partito dal Kent, in una zona rurale ricca di luppoli e racconti millenari, il pimm’s ha radici umili. Il suo inventore, un giovane contadino, si trasferì in città e aprì un oyster bar legato al mare.

In quel periodo, la rivoluzione industriale aveva cambiato la vita di Londra e molti lavoratori avevano bisogno di qualcosa che aiutasse la digestione e al tempo stesso desse sollievo a una giornata faticosa. Il tonico ideato da quel giovane era un mix di gin, chinino e erbe aromatiche, con un sapore delicato ma deciso.

Il pimm’s cup nacque così come un rimedio, ma trovò subito posto nei cuori e nei bicchieri di chi frequentava quel locale. La ricetta originale venne affiancata da nuovi blend, separati in numeri che identificavano diversi spiriti base: no.2 con whisky scozzese, no.3 brandy, e poi varianti successive con rum, whiskey di segale e vodka.

Questa successione conferma come la bevanda sia diventata un piccolo impero liquido, mantenendo però un legame con la sua origine popolare e genuina. Entrò perfino nelle occasioni più gravi del ‘900, accompagnando soldati e civili durante i conflitti mondiali, portando un senso di conforto e memoria domestica lontano da casa.

Il pimm’s oggi: un sorso d’inghilterra ogni estate

Nel 2025 il pimm’s conserva la sua posizione come icona estiva, un ponte tra passato e presente. Non ha perso il suo carattere riconoscibile, quel mix di freschezza e sapore che racconta di praterie verdi, brezza leggera e partite di tennis dal ritmo costante.

Nei bar, così come nei giardini che celebrano l’estate inglese, il pimm’s cup continua a essere bevuto nelle pause tra sport e socialità. Il suo nome è un richiamo immediato all’atmosfera di wimbledon, un torneo che si conferma ancora oggi come la festa del tennis e, insieme, il momento in cui una bevanda riesce a tradurre in gusto il piacere di una stagione all’aperto.

Così, tra racchette, fette di frutta e sorseggi condivisi, il pimm’s cup rimane un simbolo tangibile di una tradizione radicata, destinata a proseguire anche nelle estati che verranno.

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