Il Venice Hydrogen Forum 2024, evento internazionale del settore, ha visto la partecipazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Organizzato dalla Green Hydrogen Organization in collaborazione con la Fondazione Venezia Sostenibile, il convegno ha affrontato temi cruciali legati alla produzione e all’uso dell’idrogeno in Europa, nonché le strategie italiane per diventare un hub di riferimento nel panorama energetico continentale.
Il piano nazionale sull’idrogeno e gli accordi internazionali
Durante il forum, il ministro Pichetto Fratin ha illustrato il piano nazionale sull’idrogeno, evidenziando la necessità di implementare una serie di azioni strategiche, inclusa l’installazione di elettrolizzatori e interventi infrastrutturali mirati. “Abbiamo recentemente firmato un accordo con Germania e Austria per posizionarci come hub nell’ambito della produzione di idrogeno,” ha dichiarato il ministro, sottolineando l’importanza di un approccio collaborativo con i partner europei. Questo accordo potrebbe favorire il trasferimento dell’idrogeno prodotto in Italia e nel Nord Africa verso il resto del continente.
Pichetto Fratin ha spiegato come, in base ai progetti in corso, l’idrogeno potrà essere generato all’interno dell’Italia o provenire dalle risorse del Nord Africa. Già attualmente si sta lavorando su una linea nazionale – la famosa “Adriatica” – che permetterà di smistare l’idrogeno prodotto verso il Nord Europa, con particolare riguardo all’accesso ai mercati tedeschi. Questo sviluppo rappresenta un passo significativo per l’Italia nella transizione energetica e per il suo posizionamento strategico in un contesto di crescente domanda di energia pulita.
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Le tecnologie dell’idrogeno: opportunità e sfide
Il forum ha fornito l’opportunità di discutere lo stato attuale delle tecnologie idrogeno, un settore ancora in fase di sviluppo. Pichetto Fratin ha sottolineato come, nonostante l’idrogeno sia la molecola più abbondante sulla Terra, attualmente non risulti ancora equilibrata come una “grande energia di mercato”. È evidente che il settore deve affrontare una serie di sfide tecniche e di processo prima di poter raggiungere un’implementazione su vasta scala.
“La produzione di idrogeno è in fase di avvio e diversificazione,” ha dichiarato. “Ci sono molteplici applicativi in fase di sviluppo e l’industria energetica sta iniziando a comprendere come integrare l’idrogeno nella sua offerta.” Il ministro ha inoltre indicato che gli investimenti nella ricerca tecnologica saranno cruciali per sviluppare metodi più efficienti per la produzione dell’idrogeno e la sua diffusione nel mercato. La sfida principale rimane quella di trovare un equilibrio tra sostenibilità , economia e capacità produttiva.
Riflessioni sul futuro dell’energia: tra nucleare e rinnovabili
Secondo il ministro, il futuro dell’energia in Italia e nel mondo sviluppato richiede un’ampia varietà di fonti di produzione. “Non ci saranno più le grandi centrali nucleari di prima e seconda generazione,” ha affermato, sottolineando che l’energia nucleare di nuova generazione, come quella di terza e quarta generazione, rappresenta una valida opzione per entrare in una nuova era di produzione energetica. Pichetto Fratin ha fatto notare che, a fronte di un aumento esponenziale della domanda energetica previsto nei prossimi decenni, l’adozione di energia pulita sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di emissioni zero entro il 2050.
Nel dibattito è emerso il ruolo cruciale delle energie rinnovabili e dell’idrogeno come fonti complementari nel panorama energetico futuro, evidenziando che queste alternative possono garantire un approccio equilibrato, sostenibile e tecnologicamente avanzato. Le aspettative degli analisti prevedono un raddoppio della domanda di energia entro il 2050, pertanto il ministro insiste sulla necessità di non limitarsi a un’unica soluzione, ma piuttosto di abbracciare un mix energetico diversificato.
Critiche alle istanze politiche e future orientamenti tecnologici
Pichetto Fratin ha anche espresso preoccupazioni riguardo all’intervento politico nella definizione della tecnologia energetica. Nel contesto del regolamento dell’Unione Europea del 2019 che impone l’adozione esclusiva dei motori elettrici entro il 2035, il ministro ha etichettato tali iniziative come “idiozie” politiche. Pur essendo convinto che i motori elettrici domineranno il mercato, ha rimarcato l’importanza di non vincolare l’innovazione tecnologica con restrizioni precostituite, ma di lasciare spazio alla ricerca e allo sviluppo.
Il ministro ha evidenziato come il futuro debba fondarsi su approcci più pragmatici e flessibili, che siano in grado di adattarsi alle incertezze e alle evoluzioni della tecnologia e del mercato. Secondo Pichetto Fratin, ciò implica un’attenta considerazione della diversità delle fonti energetiche, abbandonando le visioni ideologiche rigide nel favore di un’applicazione pragmatica ed efficace delle tecnologie più promettenti.