La Rai finora ha dedicato pochissimo spazio ai referendum in programma per l’8 e 9 giugno 2025. Il partito democratico ha deciso di reagire a questo blackout informativo con una mobilitazione pubblica davanti alle sedi regionali dell’emittente, per richiamare l’attenzione sul dovere del servizio pubblico di fornire notizie corrette e complete. La protesta è stata fissata per lunedì 19 maggio alle 11,30.
La mobilitazione del partito democratico contro la scarsa copertura dei referendum
Il 19 maggio 2025, il partito democratico ha chiamato a raccolta cittadini, militanti, dirigenti regionali e deputati per manifestare davanti alle sedi regionali della Rai. L’obiettivo della protesta è denunciare la carenza di trasmissioni dedicate ai referendum previsti per i primi giorni di giugno. La mobilitazione prende il nome di «Spegniamo TeleMeloni, accendiamo la democrazia», un riferimento diretto al presidente del consiglio e al presunto oscuramento delle informazioni da parte della principale emittente pubblica.
Gli organizzatori puntano a far emergere il diritto degli elettori a ricevere informazioni puntuali e imparziali. I dati forniti da Agcom segnano infatti che la Rai ha riservato solo lo 0,62% dei tempi di trasmissione alle questioni referendarie. Questo dato sottolinea come l’accesso a un’informazione chiara sui temi in votazione rischi di essere compromesso. Il partito democratico ha scelto una protesta fisica, in piazza, per sottolineare questa mancanza e spronare la Rai a correggere la propria linea editoriale.
Leggi anche:
I dati agcom sul tempo dedicato ai referendum dalla rai
L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, ha monitorato le trasmissioni e ha rilevato un vero e proprio silenzio intorno ai referendum in calendario. Uno 0,62% di spazio dedicato equivale a pochi minuti complessivi se si considera il palinsesto della Rai nelle ultime settimane. Non solo, la distribuzione degli interventi appare estremamente squilibrata, senza dettagli su ruolo o orientamento delle notizie.
Questa scarsità va a discapito del diritto dei cittadini di comprendere le ragioni e le conseguenze del voto, oltre che di esercitare una scelta consapevole. Il servizio pubblico – che per legge dovrebbe garantire un’informazione completa e bilanciata – sembra aver sottovalutato un appuntamento importante per la vita democratica del paese. La riserva di spazi molto ridotta alimenta il sospetto di un orientamento che invece dovrebbe essere neutro, visto che parliamo di un ente pubblico.
L’importanza di un’informazione puntuale nei giorni che precedono il voto
In prossimità di ogni voto, e in particolare delle consultazioni referendarie, il pubblico ha bisogno di dati, spiegazioni e punti di vista diversi. Senza un’informazione adeguata si rischia che le scelte elettorali si basino su equivoci o su assenza di conoscenza. Per questo il servizio pubblico dovrebbe svolgere un ruolo attivo, assicurando trasmissioni dedicate, approfondimenti e dibattiti con esperti e rappresentanti delle varie posizioni sul referendum.
Non è solo una questione di quantità ma anche di qualità dei contenuti. Per adempiere al proprio mandato, la Rai dovrebbe mettere a disposizione spazi significativi e ben strutturati, per permettere all’elettore di orientarsi con sicurezza. Ignorare o marginalizzare tali argomenti crea un vuoto informativo difficile da colmare, e può distorcere il confronto democratico. Il partito democratico con la sua iniziativa pubblica intende far leva proprio su questa necessità concreta.
Il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo nella democrazia italiana
La Rai è l’azienda radiotelevisiva pubblica, una presenza storica nell’informazione italiana. Per statuto, deve garantire pluralità di voci e rispetto della neutralità, specialmente in vista di appuntamenti cruciali come elezioni o referendum. Compito del servizio pubblico è aiutare i cittadini a capire i temi su cui esprimere il proprio voto, offrendo spazi di confronto e analisi.
Da anni si discute di come si svolge questo impegno, soprattutto quando emergono segnali di copertura ridotta o di parzialità. In questo caso, i dati indicano un contrasto con l’obbligo di informare e spiegare. La mobilitazione del partito democratico segnala che diversi soggetti della società civile e della politica rimangono vigili sul corretto funzionamento del sistema informativo pubblico. Un’istanza che si fa sentire in attesa che la Rai modifichi la propria linea e riservi più spazio a temi che riguardano tutta la popolazione.