Il parlamento israeliano boccia il disegno di legge per lo scioglimento anticipato della knesset

Il parlamento israeliano boccia il disegno di legge per lo scioglimento anticipato della knesset

La knesset israeliana respinge per poco lo scioglimento anticipato, mentre resta alta la tensione sul servizio militare obbligatorio degli ebrei ultraortodossi in un contesto di conflitto con Hamas.
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La Knesset israeliana ha respinto di poco una proposta dell'opposizione per elezioni anticipate, con il dibattito acceso soprattutto sulla coscrizione obbligatoria degli ebrei ultraortodossi, tema che divide la maggioranza e rischia di destabilizzare il governo Netanyahu. - Gaeta.it

La knesset, il parlamento israeliano, ha respinto per poco un disegno di legge proposto dall’opposizione che mirava a sciogliere l’assemblea e indire elezioni anticipate. Il voto, avvenuto in lettura preliminare, ha visto 61 favorevoli al mantenimento della situazione attuale e 53 a favore dello scioglimento. Nel cuore della disputa c’è la questione del servizio militare obbligatorio degli ebrei ultraortodossi, un tema sensibile che ha acceso le divisioni interne, specialmente dopo l’inizio del conflitto con hamas lo scorso ottobre.

Il voto alla knesset e la divisione tra maggioranza e opposizione

Il parlamento israeliano si è trovato diviso su un tema delicato proporre dalla coalizione di opposizione formata da diversi partiti. L’obiettivo era sciogliere la knesset e andare ad elezioni anticipate, ipotesi che avrebbe cambiato gli equilibri politici nel paese. Il voto ha visto 61 deputati dichiararsi contrari a questa ipotesi mentre 53 hanno votato a favore. L’opposizione aveva unito le forze, coinvolgendo tutti i partiti contrari all’attuale governo, per presentare il disegno di legge. Dall’altra parte, però, la maggioranza parlamentare non era completamente compatta. Le tensioni si sono concentrate soprattutto intorno alla richiesta di obbligo del servizio militare per la comunità ultraortodossa, tradizionalmente esentata, una questione che divide anche gli alleati del governo.

Le tensioni legate al servizio militare degli ultraortodossi

Il nodo principale della crisi politica è la coscrizione obbligatoria di ebrei ultraortodossi al servizio militare. Nei decenni passati, questa categoria ha goduto di esenzioni estese, ma con l’evoluzione della società israeliana e l’inizio delle ostilità con hamas dal 7 ottobre 2023, questa situazione è diventata più complicata e contestata. Molte persone in Israele contestano l’esenzione, considerando ingiusto che una parte consistente della popolazione sia esonerata dal servizio militare, soprattutto in un momento di guerra. I partiti ultraortodossi, che sostengono il primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno minacciato di abbandonare la maggioranza per questa ragione, alimentando ulteriormente il rischio di instabilità politica.

Le ripercussioni politiche del voto in knesset

Il respingimento del disegno di legge ha confermato almeno per ora la stabilità del governo guidato da Benjamin Netanyahu. L’opposizione, tuttavia, non ha ancora rinunciato a mettere in discussione la maggioranza. Per regolamento, la sua proposta non potrà essere ripresentata prima di sei mesi. Nel frattempo, le tensioni intorno alla coscrizione obbligatoria degli ultraortodossi rimangono un tema caldo nella politica israeliana, che potrà avere ripercussioni sulle alleanze e sugli equilibri interni nei prossimi mesi. Il risultato del voto è una dimostrazione della complessità nel tenere insieme questa maggioranza, divisa su un tema così delicato e capace di influenzare la vita politica e sociale del paese.

“La questione del servizio militare degli ultraortodossi è destinata a rimanere al centro del dibattito politico, soprattutto in un momento di conflitto così prolungato,” hanno commentato analisti locali.

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