Il nuovo sistema per entrare a medicina in italia rischia di cambiare il profilo dei futuri medici

Il nuovo sistema per entrare a medicina in italia rischia di cambiare il profilo dei futuri medici

Italia introduce il semestre di prova per l’accesso a medicina dal 2025, puntando a superare la carenza di personale sanitario ma sollevando dubbi sulla qualità e motivazione degli aspiranti medici.
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L’Italia sostituisce il test d’ingresso a medicina con un semestre di prova per aumentare il personale sanitario, ma la riforma solleva dubbi sulla qualità dei futuri medici e richiede un attento monitoraggio. - Gaeta.it

L’Italia ha deciso di modificare l’accesso alla facoltà di medicina passando dal tradizionale test d’ingresso unico a un semestre di prova. Questo cambiamento vuole rispondere alla carenza di personale sanitario, ma solleva dubbi sulla qualità dei futuri medici. Una recente ricerca condotta da due docenti della facoltà di economia della Libera università di Bolzano, insieme a un collega dell’università di Colonia, ha analizzato proprio il profilo degli aspiranti medici prima della riforma, mettendo in luce i rischi e le opportunità di questo nuovo percorso.

Analisi del profilo dei candidati medici prima della riforma

Lo studio “Self-Selection into Health Professions” si basa sul confronto tra 369 aspiranti medici e 647 giovani interessati ad altri indirizzi, sia in Italia sia in Austria. Dai dati emerge che chi sceglieva medicina attraverso il vecchio sistema possedeva non solo un alto livello di capacità cognitive, ma mostrava anche tratti caratteriali particolari. Tra questi, un maggiore altruismo, coscienziosità e motivazioni legate al desiderio di aiutare gli altri. Un elemento interessante è la prevalenza di candidati provenienti da famiglie con almeno un medico, il che indica un certo grado di familiarità con il settore sanitario.

Un profilo completo di candidato

Il team di ricercatori ha sottolineato che questo sistema selezionava un profilo di candidato completo sotto diversi aspetti: non solo l’intelligenza, ma anche caratteristiche personali come la stabilità emotiva e l’orientamento verso ideali di utilità sociale. L’accesso a medicina era quindi riservato a giovani capaci e al tempo stesso profondamente motivati.

Come cambia l’accesso a medicina con la nuova riforma

Dal 2025, in Italia il test d’ingresso a medicina è stato sostituito da un semestre di prova. Questa scelta è motivata soprattutto dalla necessità di aumentare il numero di operatori sanitari in un contesto segnato dalla carenza cronica di medici. Il nuovo sistema permette a tutti di accedere inizialmente al percorso di studi e solo dopo un periodo di selezione in itinere si decide chi proseguirà. Di per sé questa riforma tende a favorire chi, magari non abituato ai test standardizzati, potrebbe mostrare le sue reali capacità solo durante lo studio.

Gli autori della ricerca però fanno notare che questa apertura potrebbe abbassare la qualità media degli studenti. La mancanza del test d’ingresso, che fino a oggi aveva filtrato candidati con capacità cognitive elevate e motivazioni profonde, rischia di modificare il tipo di aspiranti medici. Il rischio è che appaiano in numero maggiore giovani meno preparati o poco orientati a una professione che richiede forte impegno e dedizione. “Il rischio è che la qualità degli aspiranti medici possa diminuire”, sottolineano i ricercatori.

Equità sociale e mobilità con il semestre di prova

Uno degli aspetti evidenziati dal cambiamento riguarda l’equità nell’accesso al corso di laurea in medicina. Il test aveva spesso ostacolato chi proveniva da contesti meno abbienti o da famiglie senza tradizioni mediche. Era un filtro che dava un vantaggio a chi, per condizione familiare o culturale, poteva prepararsi meglio a superare prove standardizzate e gestire lo stress.

Il semestre di prova elimina questa barriera iniziale, permettendo a più studenti di sperimentare direttamente il percorso. Gli esperti osservano che questo potrebbe favorire una maggiore mobilità sociale e un ingresso più consapevole nel mondo sanitario. Chi non aveva una preparazione specifica ma possedeva attitudini e motivazioni genuine potrà emergere in modo diverso.

Non manca però l’avvertimento che il messaggio che medicina sia diventata “più facile” potrebbe attirare candidati meno adatti al percorso. Sta ai docenti e al sistema universitario tenere sotto controllo come si evolve la selezione nel semestre di prova e mantenerne rigore e attenzione alle qualità richieste.

Il futuro sotto osservazione

La ricerca compiuta fino ad oggi getta una luce importante sul cambiamento in atto. Evidenzia le differenze tra due metodi di selezione e mostra il peso che hanno avuto, fino al 2024, i test d’ammissione nella creazione di un profilo preciso di aspirante medico.

Ora che l’Italia ha scelto un percorso più aperto, sarà necessario guardare con attenzione ai risultati. Come si modificheranno i caratteri degli studenti ammessi? Cambierà la qualità delle future professioni sanitarie? Le università dovranno monitorare con cura queste variabili, per evitare che la risposta alla carenza di medici comprometta la preparazione e la motivazione di chi si affaccia a questa carriera.

La trasformazione in atto segna una svolta significativa nel modo di entrare nelle facoltà di medicina, con vantaggi potenziali in termini di inclusione ma anche rischi da valutare attentamente. I prossimi anni saranno decisivi per capire se il nuovo modello saprà bilanciare qualità e accessibilità.

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