Il nodo dell’incertezza frenare l’innovazione nella sanità digitale italiana ed europea

Il nodo dell’incertezza frenare l’innovazione nella sanità digitale italiana ed europea

La sanità digitale in Italia e Europa è frenata da lentezze burocratiche e normative, mettendo a rischio investimenti, ricerca e innovazione in settori chiave come intelligenza artificiale e telemedicina.
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L'articolo evidenzia le sfide normative e burocratiche che frenano lo sviluppo della sanità digitale in Italia ed Europa, sottolineando l'urgenza di regole più chiare e tempi più rapidi per sostenere innovazione e investimenti nel settore. - Gaeta.it

La sanità digitale rappresenta uno degli ambiti con maggiore potenziale di sviluppo in Italia e in Europa. Tuttavia, dietro le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, si nasconde un quadro fatto di incertezze, lentezze burocratiche e regole poco chiare. Questo scenario mette a rischio il futuro delle imprese impegnate nello sviluppo di soluzioni digitali per la salute, compromettendo investimenti e ricerca. Fabio Faltoni, presidente di Confindustria Dispositivi medici, ha raccontato a Napoli al 25esimo Convegno nazionale di Aiic la situazione difficile che affrontano le aziende del settore, invocando un cambio urgente di strategie e approcci.

Ottimismo imprenditoriale alle prese con un sistema in crisi

Gli imprenditori nel campo della sanità digitale hanno di solito una spinta positiva, un ottimismo che li porta a intraprendere e rischiare per creare nuovi servizi e prodotti. Ma oggi questa fiducia fatica a reggere. Le sfide di mercato sono aggravate da un contesto sistemico caratterizzato da grande incertezza e instabilità normativa. Faltoni sottolinea che un imprenditore necessita di punti fermi: regole chiare, tempistiche certe, un quadro che permetta di pianificare con anticipo. Senza questo, il rischio è che si consumi la voglia di investire, rallentino le attività di ricerca e sviluppo e che si disperda capitale umano e tecnologico.

Nel settore della salute digitale, i cicli di vita delle innovazioni sono molto brevi e richiedono adattamenti rapidi. Eppure, i tempi e le modalità di approvazione sono lunghi e poco flessibili. I processi regolatori e decisionali – spesso legati a norme complesse e a un’eccessiva burocrazia – si sviluppano su scale temporali di anni, in netto contrasto con la velocità necessaria per l’innovazione. Questo squilibrio crea una contraddizione che limita la crescita e frena l’adozione di tecnologie avanzate.

Le conseguenze della lentezza normativa nella sanità digitale

Le ripercussioni di questa situazione si manifestano in vari modi. Innanzitutto, la ricerca e lo sviluppo si trovano schiacciati da un sistema che non riesce a fornire risposte rapide. Molte startup e imprese emergenti si trovano quindi a dover affrontare ritardi che compromettono la loro competitività su scala nazionale e internazionale. Inoltre, il rischio di perdere talenti e investimenti verso ecosistemi più aperti e dinamici diventa concreto. Risorse preziose si spostano verso Paesi dove il quadro normativo e i tempi decisionali permettono alle innovazioni di affermarsi più velocemente.

Faltoni evidenzia anche che l’inerzia regolatoria può soffocare non solo l’innovazione ma l’intero settore, penalizzando in particolare tecnologie strategiche come l’intelligenza artificiale, la telemedicina e la digital health. Questi ambiti sono fondamentali per modernizzare la sanità e migliorare l’accesso e la qualità dei servizi. Eppure, se il sistema fatica a seguire il passo delle novità, il rischio è di soccombere di fronte a mercati più reattivi e pronti a cogliere queste opportunità.

La richiesta di un approccio realistico e pratico alle regole europee

Faltoni spiega chiaramente che non si chiede una deregolamentazione generale o superficiale, visto che la sanità digitale presuppone responsabilità che riguardano aspetti etici, sociali e clinici. Serve però una revisione della gestione delle norme e dei tempi, in modo da rendere il sistema più pratico e veloce, soprattutto sul piano europeo. L’attuale rigidità fa sì che i paesi europei, Italia inclusa, si trovino in una sorta di gabbia normativa, che rende difficile competere con aree geografiche dove l’innovazione trova percorsi più snelli.

L’appello lanciato a Napoli guarda a un cambio di passo che consenta di affiancare e sostenere le imprese che lavorano nel settore. Questo significa adottare un atteggiamento più concreto e tempestivo nelle procedure di valutazione e autorizzazione, favorendo così un ambiente più favorevole alla crescita e alla sperimentazione. Un sistema che accompagni le imprese e non le insegua faticosamente, perché il tempo perso si traduce in opportunità mancate.

Il rischio di perdere slancio imprenditoriale e creatività nel digitale sanitario

Il quadro descritto da Faltoni mostra quanto sia delicato il momento per le imprese della sanità digitale in Italia e in Europa. La fiducia e l’entusiasmo che ancora animano molti protagonisti del settore rischiano di consumarsi se non arrivano risposte concrete e stabili. Chi investe in tecnologie innovative sta infatti affrontando un bivio: restare in un sistema che rallenta o cercare ecosistemi più reattivi altrove.

Il rischio è che, nel tempo, cali la propensione ad assumersi rischi o a lanciare nuovi progetti. Questo potrebbe avere riflessi negativi sull’intero comparto, rallentando l’introduzione di strumenti utili per migliorare la salute dei cittadini. Il settore sanitario digitale necessita quindi di segnali chiari da parte delle istituzioni, non solo sui contenuti delle norme ma anche sui tempi e sulle modalità di applicazione. Solo così potrà mantenere quel ruolo di spinta che oggi è ancora evidente, ma non scontato nel futuro.

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