Negli ultimi cinque anni, la sperimentazione sul vitigno Nero Antico di Pretalucente ha preso piede a Gessopalena, piccolo centro in provincia di Chieti. Questo vino rosso autoctono abruzzese, secondo solo al Montepulciano per diffusione, mostra un potenziale nel campo della viticoltura biologica, strettamente legato al territorio della Maiella orientale. L’obiettivo è ottenere un prodotto che rifletta microclima e suoli locali, e che non possa essere replicato altrove.
La Bio Cantina Sociale Orsogna e la valorizzazione del Nero Antico Di Pretalucente
La Bio Cantina Sociale Orsogna, con circa 300 soci e attiva su 1.500 ettari di vigneto, è una delle principali realtà biologiche e biodinamiche della regione e d’Italia. Dal 2021 ha siglato un accordo con il Comune di Gessopalena per tutelare e promuovere il Nero Antico di Pretalucente. Questa collaborazione ha permesso l’uso di attrezzature e supporto tecnico per gestire l’intero ciclo, dalla coltivazione alla vinificazione. Nel 2024, per la prima volta, il vitigno è stato inserito nel Registro nazionale delle varietà del Ministero dell’Agricoltura, un riconoscimento che favorisce la sua diffusione e commercializzazione.
L’enologo Camillo Zulli ha spiegato che, oltre al classico vino rosso, sono state prodotte anche versioni rosate, sia ferme che spumanti, con risultati positivi. La sperimentazione ha riguardato diverse tipologie per valorizzare le caratteristiche organolettiche della varietà, confermate da assaggi e analisi di laboratorio.
L’areale di coltivazione e il ruolo del terroir per il successo del vitigno
Secondo Zulli, è fondamentale che il Nero Antico venga coltivato esclusivamente nel suo territorio d’origine, nelle zone montane e pedemontane della Maiella orientale, con Gessopalena come fulcro. Non si tratta solo di tradizione geografica, ma di caratteristiche uniche del terroir, che includono la microflora coinvolta nella fermentazione spontanea del mosto. Questa fermentazione naturale, senza solfiti, consente lo sviluppo aromatico originale del vino.
Spostare la coltivazione verso pianure o altre aree di viticoltura intensiva comporterebbe la perdita delle peculiarità che distinguono il Nero Antico. Il microambiente, il tipo di terreno, l’altitudine e i venti specifici contribuiscono in modo decisivo alla qualità e allo stile del vino. La biodinamica locale risulta quindi essenziale per mantenere queste caratteristiche e sostenere la filiera biologica.
Il convegno “Nero Antico: dalla storia al calice” e la promozione del territorio
Il 15 settembre a Gessopalena si è svolto il convegno “Nero Antico: dalla storia al calice”, appuntamento centrale della settima edizione della manifestazione “Gessi di vini”. L’evento, organizzato dall’amministrazione comunale, ha fatto il punto sullo sviluppo del vitigno e le prospettive per il territorio. La Bio Cantina Sociale Orsogna ha curato lo spazio “Rupe della Biodiversità”, situato in posizione panoramica nel paese vecchio.
Qui sono stati presentati progetti in collaborazione con il Parco nazionale della Maiella, come “Pe’ nin perde la Sumente” e “Vola Volè”, che coinvolgono prodotti tipici locali: peperone dolce di Altino, sedano nero di Torricella Peligna, miele e birre dell’Alto Aventino, ortaggi biologici di Villa Santa Maria. L’iniziativa ha mostrato le risorse agricole e naturalistiche del territorio, legate anche al recupero di tradizioni.
I protagonisti e i contributi scientifici al dibattito sul Nero Antico
Oltre a Camillo Zulli, il convegno ha visto la partecipazione di esperti e ricercatori che hanno condiviso i risultati raggiunti e indicato nuove prospettive per la valorizzazione. Tra i relatori figuravano Fabiano Compagnucci, ricercatore del Gran Sasso Science Institute, e Valerio Melchiorre, presidente dell’Associazione Viti e Vini di Pretalucente. Sono intervenuti anche Aurelio Manzi, etnobotanico e consigliere comunale dedicato alla biodiversità, insieme a esperti del settore agricolo come Domenico Mastrogiovanni della Cia e docenti universitari quali Alberto Palliotti e Lucia Giordano.
A chiudere i lavori, Pascal Tinari, sommelier di Villa Maiella, e Mario Zulli, sindaco di Gessopalena, hanno sottolineato l’importanza di mantenere il legame tra territorio e prodotto, elemento decisivo per il futuro del Nero Antico e per la promozione dell’area. La collaborazione tra enti, ricercatori e produttori appare la strada per preservare una risorsa vitivinicola con forte identità locale e valore culturale.