Il museo archeologico nazionale di reggio calabria ha portato a termine un progetto di digitalizzazione che riguarda più di 12.000 beni museali, in gran parte legati al santuario antico “Griso-Laboccetta” di Rhegion. Questa operazione è parte di un più ampio piano regionale finanziato dal Pnrr, sotto la direzione dell’istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale del ministero della cultura. Si tratta del primo cantiere ultimato tra quelli previsti nei vari musei archeologici calabresi coinvolti, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio archeologico locale attraverso la tecnologia digitale.
Le fasi operative e il ruolo delle aziende coinvolte
Le attività di digitalizzazione sono state svolte dal consorzio maggioli, con la collaborazione di sinapsys, società del gruppo Maggioli, e maggioli cultura e turismo. L’intervento è finanziato dal sub-investimento M1C3 1.1.5 previsto dal piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale , che mira a trasformare digitalmente musei, archivi e biblioteche statali entro il 2026.
Questa iniziativa rientra in un programma più ampio che coinvolge istituti centrali e luoghi di cultura in tutta Italia. L’obiettivo è quello di migliorare l’accesso ai beni culturali attraverso strumenti digitali e applicazioni dedicate, supportando così la ricerca e la conservazione. Il museo di reggio calabria si è distinto per aver concluso per primo un importante cantiere, facendo da apripista per altre realtà calabresi coinvolte, come i musei di lamezia terme, vibo valdentro e gioia tauro.
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I prossimi sviluppi e la valorizzazione del materiale digitalizzato
Con oltre 12mila reperti catalogati ed inseriti nel sistema digitale, il museo prepara nuove attività di studio e valorizzazione. fabrizio sudano ha affermato che “molti oggetti, fino a poco tempo fa conservati nei depositi, cominciano ad essere conosciuti con più precisione grazie all’archivio digitale”, aprendo la strada a pubblicazioni e progetti culturali.
Parallelamente, altri istituti facenti parte della direzione regionale musei contano di acquisire più di 28mila oggetti digitali, ampliando il database regionale. daniela costanzo, funzionaria archeologa del museo, evidenzia come questo lavoro sia “un’occasione per approfondire la conoscenza del santuario ‘Griso-Laboccetta’, sito ricco di testimonianze storiche ancora poco esplorate”. La digitalizzazione infatti facilita nuove ricerche e iniziative di valorizzazione sul territorio.
Il progetto di digitalizzazione e la sua importanza per il patrimonio culturale
La digitalizzazione dei beni museali rappresenta una tappa fondamentale per la conservazione e la valorizzazione della storia della regione calabria. Nel caso del museo di reggio calabria, si è intervenuti su un vasto insieme di reperti provenienti dal santuario “Griso-Laboccetta“, un sito di rilievo per l’antica città di Rhegion. L’archivio digitale creato permette di conservare informazioni dettagliate e immagini ad alta risoluzione di oltre 12.000 oggetti, così da facilitarne la consultazione e l’analisi da parte di studiosi e appassionati.
Il direttore del museo, fabrizio sudano, ha sottolineato come questa fase sia cruciale per acquisire nuova conoscenza sul patrimonio, ma anche per proporre modalità diverse di fruizione da parte del pubblico. Oltre ai reperti, si sta lavorando sulla digitalizzazione dell’archivio fotografico storico, che raccoglie immagini di scavi risalenti alla fine dell’800, realizzati da paolo orsi. Questi documenti costituiscono un patrimonio visuale che finora non era facilmente accessibile e che ora viene messo a disposizione per studi approfonditi.
La dimensione nazionale del progetto e le difficoltà superate
Il cantiere di reggio calabria è una delle 128 iniziative nazionali coordinate dal ministero della cultura nel quadro del Pnrr. cinzia gallo, business manager della digital library del ministero, ha spiegato che “si è trattato di una sfida importante per rispettare tempi e standard qualitativi imposti, riuscendo a produrre un numero elevato di risorse digitali nel breve periodo previsto”.
Il successo è stato possibile anche grazie alla collaborazione tra istituti, appaltatori e ministero. L’esperienza acquisita rappresenta un modello replicabile per altri cantieri futuri, con la possibilità di aumentare la quantità e la qualità del patrimonio culturale digitale disponibile. Da reggio calabria parte dunque un processo che coinvolgerà progressivamente altre realtà museali, sostenendo una nuova tutela e diffusione dei beni storici sul piano nazionale.