L’acqua dolce sulla Terra sta diminuendo rapidamente, un fenomeno confermato da dati satellitari raccolti negli ultimi venti anni. Le perdite riguardano bacini superficiali e falde acquifere, con conseguenze evidenti in molte regioni del pianeta. La scarsità idrica si traduce in rischi per popolazioni e attività economiche.
Analisi delle perdite di acqua dolce rilevate dai satelliti nasa
Dal 2002 i satelliti GRACE della NASA hanno monitorato in modo continuativo la quantità di acqua dolce disponibile sulla superficie terrestre. I dati mostrano un deterioramento progressivo, con una superficie terrestre che ha perso acqua a ritmo crescente, arrivando a coprire un’area doppia rispetto alla California. Il fenomeno interessa laghi, fiumi e soprattutto le falde acquifere sotterranee, che rappresentano la principale fonte di acqua potabile per molte popolazioni.
Le regioni con le perdite più gravi sono concentrate nell’emisfero nord, lungo la costa ovest del Nord America, nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, in America Centrale, Medio Oriente e Sud-Est asiatico. Queste aree presentano livelli di siccità severi che si stanno manifestando da tempo e provocano effetti visibili sulle risorse idriche.
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Impatti sulla popolazione e sull’ambiente naturale
Secondo le statistiche recenti, il 75% della popolazione globale vive in zone dove l’acqua dolce scarseggia. Questo dato influisce direttamente sull’agricoltura, riducendo la disponibilità di acqua per l’irrigazione e quindi la capacità produttiva. Anche i servizi igienico-sanitari soffrono, in particolare nelle comunità più vulnerabili. Inoltre, la carenza di acqua indebolisce la risposta dei territori alle variazioni climatiche.
La perdita di riserve idriche terrestri contribuisce all’innalzamento del livello del mare più di quanto faccia lo scioglimento delle calotte polari. La minore disponibilità di acqua alimenta fenomeni di desertificazione, specie in aree già esposte a precipitazioni scarse, peggiorando ulteriormente la situazione.
Gli incendi boschivi diventano più frequenti e intensi a causa dell’aumento delle temperature e della prolungata siccità. Il verificarsi di questi incendi, registrato in particolare lungo la costa occidentale del Nord America, compromette gli ecosistemi e aggrava le perdite idriche.
Le strategie per contrastare la diminuzione delle risorse idriche
I ricercatori avvertono che gli effetti del cambiamento climatico su acqua e temperatura sono di difficile controllo. Per questo sottolineano la necessità immediata di migliorare come si gestiscono le risorse idriche esistenti. Un fattore cruciale è il prelievo eccessivo di acqua dalle falde sotterranee, che accelera il calo delle riserve idriche e riduce la capacità di accumulo naturale nelle regioni più aride.
Lo studio pubblicato su Science Advances evidenzia che molte falde acquifere ormai non riescono a rigenerarsi nei tempi utili per le attività umane. Questo squilibrio rischia di creare una crisi idrica estesa che, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza delle popolazioni, può scatenare altri eventi catastrofici come carestie e conflitti.
Per affrontare questi scenari diventa cruciale rivedere le modalità di consumo, investire in tecnologie di risparmio idrico e sviluppare piani di gestione a lungo termine che riescano a mantenere un equilibrio tra domanda e offerta in situazioni di stress idrico crescente. “La sfida è enorme, ma imprescindibile per la sostenibilità futura”.