Il ministero degli Esteri russo pubblica un elenco di dichiarazioni di leader occidentali con accuse di hate speech contro Mosca

Il ministero degli Esteri russo pubblica un elenco di dichiarazioni di leader occidentali con accuse di hate speech contro Mosca

Il ministero degli Esteri russo accusa Paesi occidentali, tra cui l’Italia con una frase di Sergio Mattarella, di hate speech contro la Russia; la Farnesina convoca l’ambasciatore russo per chiarimenti diplomatici.
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Il ministero degli Esteri russo ha pubblicato un elenco di presunti hate speech di leader occidentali contro la Russia, includendo una frase del presidente italiano Mattarella, suscitando la convocazione dell’ambasciatore russo da parte dell’Italia per chiarimenti. - Gaeta.it

Il ministero degli Esteri russo ha diffuso un elenco di frasi pronunciate da esponenti di Paesi occidentali, descritte come esempi di hate speech nei confronti della Russia. Tra queste compare una dichiarazione del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, riferita a un discorso tenuto in Francia. La pubblicazione ha suscitato reazioni diplomatiche, con il ministero degli Affari esteri italiano che ha deciso di convocare l’ambasciatore russo per chiarimenti.

La lista pubblicata dal ministero degli Esteri russo e i contenuti citati

L’elenco è stato reso pubblico sul sito ufficiale del ministero degli Esteri di Mosca con il titolo “Esempi di dichiarazioni di responsabili e rappresentanti delle élite di Paesi occidentali sulla Russia che usano l’hate speech”. Nel dossier figurano estratti di dichiarazioni di rappresentanti di tredici Paesi europei, membri dell’Unione europea e della Nato.

Accuse di incitazione e critiche alla guerra in Ucraina

La comunicazione mostra con evidenza dichiarazioni critiche verso la Russia relative alla guerra in Ucraina, definite come incitazioni all’odio o alla discriminazione contro Mosca. Tra i messaggi evidenziati, figura una citazione del presidente Mattarella che ha pronunciato il 5 febbraio scorso un discorso all’Università di Marsiglia, in cui ha stabilito un paragone tra le guerre di conquista del Terzo Reich tedesco e l’invasione russa dell’Ucraina. Tale confronto viene interpretato come un esempio di posizione ostile verso la Russia nel dossier russo.

La presenza dell’Italia nella lista è limitata a quella frase del capo dello Stato, mentre per altri Paesi si menzionano più persone e dichiarazioni. La scelta dell’Istituto russo di evidenziare proprio il commento di Mattarella sottolinea il carattere politico e simbolico della vicenda.

Reazione ufficiale dell’Italia e convocazione dell’ambasciatore russo

La Farnesina ha reagito con sorpresa e fermezza alla pubblicazione della lista. Fonti del ministero degli Affari esteri italiano hanno comunicato l’intenzione di convocare l’ambasciatore russo per contestare formalmente l’inserimento di figure istituzionali italiane in un elenco che definiscono “presunto”.

La convocazione ha lo scopo di ottenere spiegazioni ufficiali sulle motivazioni alla base della pubblicazione del dossier, che l’Italia giudica un atto di provocazione e una strumentalizzazione politica. Il governo italiano respinge le accuse di russofobia rivolte ai propri rappresentanti.

L’iniziativa della Farnesina dimostra l’interesse di Roma a tutelare il ruolo e l’immagine delle sue istituzioni nel contesto internazionale, e a preservare le relazioni diplomatiche con la Russia in una fase di tensione. La convocazione dell’ambasciatore rappresenta uno strumento abituale per affrontare questioni delicate di natura politica tra Stati.

Contesto geopolitico e implicazioni della pubblicazione

La pubblicazione del dossier russo arriva in un momento di particolare tensione tra Mosca e i Paesi occidentali, soprattutto per via del conflitto in Ucraina iniziato nel 2022. Le dichiarazioni contestate nella lista riflettono il clima di condanna internazionale dell’azione militare russa.

La strategia comunicativa russa e la denuncia di hate speech

Mosca sceglie di denunciare quelle dichiarazioni definendole hate speech, cercando di ribaltare la narrazione mediatica e politica a suo svantaggio. Il documento rappresenta una forma di controffensiva comunicativa da parte russa, volta a denunciare presunte campagne di ostilità e discriminazione esercitate a livello internazionale contro la Russia.

L’iniziativa si inscrive in un più ampio contesto di conflitti diplomatici e scontri verbali tra Mosca e gli Stati occidentali, che hanno visto reciproche misure politiche, sanzioni, limitazioni e accuse. L’inserimento di rappresentanti di istituzioni italiane nella lista è indicativo della rilevanza attribuita a queste tensioni anche sul piano bilaterale.

Il dossier apre una nuova fase del confronto narrativo tra Russia e Occidente, in cui entrambe le parti cercano di influenzare l’opinione pubblica internazionale attraverso strumenti comunicativi e simbolici. Il passo della Farnesina dimostra come le relazioni diplomatiche restino comunque un piano di negoziazione aperto, con momenti di confronto tra le diplomazie.

La vicenda rimanda inoltre all’importanza attribuita dalle diplomazie contemporanee al linguaggio utilizzato in dichiarazioni pubbliche di rappresentanti istituzionali, capaci di avere forti impatti su rapporti internazionali e percezione politica dei conflitti.

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