L’area demaniale antistante la spiaggia di Nisida ha visto la rimozione di una vasta quantità di corpi morti, ovvero quei blocchi di cemento e massi usati per ancorare le imbarcazioni al fondale marino. L’intervento ha riguardato un’estensione di circa 100 mila metri quadrati, liberata da occupazioni abusive che si trascinavano dal 2024. Davanti a questa costa a Napoli, la Guardia Costiera e l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale hanno portato a termine l’operazione.
Come si è svolta l’operazione di rimozione
L’intervento per rimuovere i corpi morti è iniziato il 24 giugno 2025 e si è concluso nella tarda serata del 15 luglio 2025. Un lavoro coordinato e impegnativo che ha visto la Guardia Costiera al comando delle operazioni, supportata dall’Adsp del Mar Tirreno Centrale. I “corpi morti” frantumati e disseminati sul fondo, diventati uno strumento abusivo di ancoraggio, erano stati posti in questo tratto di mare in maniera illecita.
Durante l’azione, i tecnici hanno prelevato oltre 50 di questi corpi morti, e smantellato 2.000 metri di cime e catene, elementi fondamentali per tenere ferme le barche al largo. Questi si aggiungono ai circa 100 corpi morti già recuperati in un’operazione dell’aprile 2024, amplificando il valore del risultato. La complessità del recupero ha richiesto una pianificazione attenta e mezzi specializzati per lavorare sul fondale marino senza danneggiare l’ambiente circostante.
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Definizione di corpo morto e normativa
I cosiddetti corpi morti sono blocchi pesanti di cemento o pietre usati per l’ormeggio delle imbarcazioni. Vengono sistemati sul fondo del mare e collegati a gavitelli in superficie tramite catene o cime. Questo sistema permette alle barche di legarsi in modo sicuro, evitando che vengano trascinate via dal vento o dalle correnti.
L’installazione di corpi morti è regolamentata da norme precise. Qualsiasi collocazione su aree demaniali del mare deve essere autorizzata dalle autorità competenti. Nel caso di Nisida, invece, questi ormai numerosi blocchi erano stati posizionati senza permessi, occupando abusivamente uno spazio pubblico di circa 100 mila metri quadrati. Il sequestro dell’area è avvenuto nel 2024, dopo un lungo lavoro investigativo condotto dalla Procura della Repubblica di Napoli, in collaborazione con le forze dell’ordine marittime e finanziarie.
Il coordinamento tra guardia costiera e adsp
La sinergia tra la Guardia Costiera e l’Adsp del Mar Tirreno Centrale è stata essenziale per portare a termine la bonifica del tratto di mare davanti a Nisida. La Guardia Costiera ha gestito soprattutto le fasi di recupero e smontaggio dei corpi morti, operando su un fondale particolare e delicato. L’Adsp, invece, ha assicurato la parte logistica e la rimozione finale dei rifiuti recuperati.
Al termine dell’operazione, l’Adsp provvederà anche allo smaltimento dei materiali recuperati. Stiamo parlando di grandi quantità di cemento e metalli, pericolosi se lasciati in mare e fonte di inquinamento. L’operazione rientra in un contesto più ampio di tutela delle coste e di contrasto alle occupazioni illegali del demanio marittimo, pratica che può alterare l’ecosistema e limitare l’accesso ai luoghi pubblici.
Impatto sull’ambiente e futuro dell’area
La restituzione di questa porzione di mare a Nisida libera l’area per usi legittimi e restituisce al pubblico uno spazio marino finora compromesso. Un tratto costiero così vasto, di centomila metri quadrati, potrà tornare a vivere senza le barriere e gli intralci dati dall’ormeggio illecito.
Questa operazione ribadisce l’attenzione delle autorità italiane contro le occupazioni abusive del mare. Il caso di Nisida non è isolato, ma il ripristino di quest’area mostra che la legge può intervenire con decisione. Sul territorio mediterraneo molti tratti marittimi soffrono di situazioni simili, e le strategie adottate qui, dalla Procura di Napoli alla Guardia Costiera, potrebbero fare da esempio anche altrove.
Le attività di monitoraggio continueranno per evitare nuove occupazioni, mentre l’Adsp si occuperà del recupero dei materiali anche in altri punti del litorale. Lo spazio davanti a Nisida si prepara a un futuro diverso, senza i blocchi che lo stavano imprigionando da troppo tempo.