Il green deal europeo tra competitività industriale, indipendenza energetica e sfide degli acquisti pubblici verdi

Il green deal europeo tra competitività industriale, indipendenza energetica e sfide degli acquisti pubblici verdi

Europa punta sul green deal per rilanciare l’economia e ridurre la dipendenza energetica, con un focus su acquisti pubblici verdi e sviluppo di filiere sostenibili per rafforzare competitività e autonomia.
Il Green Deal Europeo Tra Comp Il Green Deal Europeo Tra Comp
L'articolo evidenzia come il Green Deal europeo, oltre a puntare alla sostenibilità ambientale, sia strategico per rafforzare l’economia e l’indipendenza energetica, con particolare attenzione al ruolo cruciale degli acquisti pubblici verdi nel promuovere l’economia circolare e la competitività industriale. - Gaeta.it

L’Europa ha puntato sul green deal per rafforzare l’economia e ridurre la dipendenza energetica. Sebbene spesso venga visto solo come un piano ambientale, nelle sue intenzioni originarie il progetto mirava a un rilancio industriale del continente. A Roma, durante il convegno organizzato dalla fondazione Ecosistemi al forum Compraverde Buygreen, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha illustrato il ruolo strategico del green deal e i nodi ancora aperti soprattutto nel settore degli acquisti pubblici verdi.

Il green deal come leva per la competitività e l’indipendenza energetica

Cinque anni fa la Commissione europea ha lanciato il green deal non solo come una risposta ambientale, ma come un programma per rendere l’Europa più autonoma sul piano energetico e delle materie prime. L’obiettivo principale era diminuire la dipendenza dai paesi terzi e potenziare la capacità produttiva europea con tecnologie pulite. La visione originale considerava il green deal come un progetto di rilancio industriale, basato su economie a basso impatto ambientale ma con alta competitività globale.

Dichiarazioni di stefano ciafani

Stefano Ciafani ha sottolineato che “demonizzare il green deal equivale a voler lasciare l’Europa in una condizione di fragilità, legata ai mercati esteri per approvvigionamenti cruciali.” La strategia mirava a creare una rete di produzione locale su materie prime, energia rinnovabile e processi sostenibili, necessari per rendere le industrie europee meno vulnerabili ai cambiamenti geopolitici in corso. Già allora la riduzione del carbonio era una conseguenza del piano, ma non il focus unico. L’insieme delle misure puntava a consolidare il ruolo internazionale dell’Europa, dando maggiore autonomia decisionale e negoziale.

Il ruolo cruciale degli acquisti pubblici verdi nell’economia circolare

Un punto centrale dell’intervento di Ciafani riguarda il governo e le pubbliche amministrazioni nell’avvio degli acquisti pubblici verdi . Il gpp rappresenta un passo irrinunciabile per inserire prodotti riciclati e sostenibili nella catena di approvvigionamento, e quindi per completare l’economia circolare. Senza un sostegno concreto da parte degli enti pubblici, la domanda di materiali riciclati rimane limitata e gli impianti di riciclo faticano a svilupparsi su scala adeguata.

Nonostante i progressi nella raccolta differenziata e nella realizzazione di impianti, soprattutto al centro-sud, si registra ancora una certa lentezza nell’adozione vera degli acquisti verdi da parte degli enti locali e regionali. Il risultato è che il mercato dei manufatti riciclati fatica a consolidarsi, penalizzando le filiere di riciclo e raccolta differenziata che producono materiali utili per nuovi prodotti. Senza una domanda stabile e crescente di prodotti verdi, la transizione ecologica rischia di rallentare anche sul piano industriale.

Una sfida per enti locali e regioni

Per superare questo blocco occorre una svolta culturale nelle amministrazioni pubbliche. Ciafani ha evidenziato come serva una formazione adeguata per chi si occupa di appalti negli enti pubblici: la materia degli acquisti verdi è complessa e richiede competenze specifiche. Creare una rete di figure professionali preparate può aiutare a mettere in pratica politiche di appalto che favoriscano prodotti realizzati con materie prime riciclate.

Gli enti locali, regioni e stazioni appaltanti popolari devono riconoscere il valore strategico della filiera di riciclo e acquisti verdi per il rilancio economico e ambientale. Se rimangono reticenti o non si impegnano davvero, i risultati fin qui raggiunti rischiano di essere vanificati e gli ostacoli di questi anni si ripresenteranno puntuali. Insistere nel far diventare i gpp una priorità produce effetti positivi su occupazione, economia locale e qualità ambientale.

Il green deal e la capacità istituzionale di orientare la spesa pubblica

Il convegno romano ha mostrato che un’Europa più forte e indipendente passa anche dalla capacità delle istituzioni pubbliche di orientare la spesa verso modelli di consumo sostenibili. Il green deal resta il quadro di riferimento, anche se i passi decisivi vanno confermati e rafforzati in ogni ambito, dalla politica energetica agli appalti pubblici.

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