Il grande museo egizio del cairo sarà inaugurato il 3 luglio tra misteri e 100mila reperti

Il grande museo egizio del cairo sarà inaugurato il 3 luglio tra misteri e 100mila reperti

Il grande museo egizio di Il Cairo, situato vicino alle piramidi di Giza, aprirà il 3 luglio con oltre 100mila reperti, inclusi pezzi unici e un padiglione dedicato a Tutankhamon.
Il Grande Museo Egizio Del Cai Il Grande Museo Egizio Del Cai
Il nuovo Grande Museo Egizio del Cairo, situato vicino alle piramidi di Giza, aprirà il 3 luglio, ospitando oltre 100.000 reperti dell’antica civiltà egizia in un moderno complesso architettonico che valorizza la storia e la cultura faraonica. - Gaeta.it

Il nuovo grande museo egizio della capitale egiziana si prepara ad aprire le sue porte dopo anni di attesa. Situato nelle vicinanze delle famose piramidi di Giza, questa struttura ospiterà un vasto numero di reperti antichi, molti dei quali mai esposti prima. La sua inaugurazione, fissata per il prossimo 3 luglio, rappresenta un passo importante per la promozione della storia egizia, con un’attesa particolare sul destino di alcuni oggetti simbolo come la maschera di Tutankhamon.

Il museo più vasto dedicato all’antico egitto

Il Gem copre una superficie di circa 500mila metri quadrati, mettendo in mostra circa 100mila reperti archeologici legati all’antica civiltà egizia. Non si tratta solo di una collezione di oggetti: il museo è concepito come un luogo di immersione nella storia, dalla vita quotidiana dei faraoni fino agli aspetti più spirituali della cultura egizia. Tra le sue sale si trovano statue monumentali, oggetti preziosi, e cimeli provenienti da varie regioni dell’Egitto come Luxor, Minya e il delta del Nilo.

Il museo non ospita subito il tesoro della tomba di Tutankhamon, destinato a un padiglione separato che sarà l’ultima parte a essere trasferita dalla vecchia sede in piazza Tahrir. La vecchia struttura, conosciuta per il suo carattere storico e il fascino quasi polveroso, continuerà comunque a rimanere aperta, mantenendo attive le sue esposizioni fino a quando la completa migrazione dei reperti non sarà conclusa.

Il mistero della maschera di tutankhamon

Uno dei nodi più discussi riguarda la famosa maschera funeraria di Tutankhamon. Tarek el Awadi, ex direttore del museo egizio del Cairo, ha spiegato che “la maschera potrebbe non arrivare al Gem per vincoli di legge che ne impediscono lo spostamento.” Al contrario, altri studiosi sono sicuri che la maschera sarà trasferita nel nuovo museo insieme al resto del tesoro del giovane faraone.

La maschera rimane dunque un enigma, uno degli ultimi dettagli da chiarire prima della completa apertura. Quello che invece è certo è che il giovane faraone avrà a disposizione un intero padiglione dedicato a lui, con uno spazio ampio e studiato per valorizzare il suo ruolo e l’importanza nella storia egiziana. Intanto il grande museo ospita già il colosso di Ramses II, che domina l’atrio principale con i suoi 12 metri e oltre 80 tonnellate di granito.

Un progetto architettonico e una posizione simbolica

Il nuovo museo si trova in una posizione strategica, in prossimità delle famose piramidi e della sfinge di Giza. Tra gli elementi più suggestivi del Gem c’è una grande vetrata che permette di vedere direttamente le piramidi dal suo interno, creando una connessione visiva che unisce museo e siti archeologici in un unico racconto.

Il complesso architettonico è il frutto del lavoro dello studio Heneghan Peng Architects, con sedi a Dublino e Berlino. La struttura è moderna e luminosa, realizzata con materiali come l’alabastro per le finestre, che lascia filtrare una luce diffusa che ricorda quella delle antiche grotte egizie. L’ingresso stesso ha la forma di una piramide, richiamando la tradizione ma interpretandola in modo originale.

Collegamenti e infrastrutture

Nei dintorni il museo sarà collegato da un ponte alle piramidi, facilitando gli spostamenti tra le principali attrazioni turistiche. A completare il contesto, il nuovo polo alberghiero nelle vicinanze punta a offrire sistemazioni per visitatori e turisti, alleggerendo la pressione sul centro caotico del Cairo.

L’esperienza del visitatore dentro il nuovo grande museo

Gli ambienti interni del Gem invitano a una visita che si sviluppa su più livelli: una grande scalinata con tappeto mobile conduce a 20 sale già accessibili al pubblico. Il museo offre tre modalità di visita differenti, per scoprire la storia egizia sotto molteplici aspetti. Si può scegliere un percorso cronologico, che va dalle origini fino all’epoca dei faraoni; oppure un taglio tematico, che si concentra sugli aspetti spirituali e religiosi; o ancora un percorso sociale che racconta la vita quotidiana degli antichi egizi.

Le esposizioni comprendono pezzi di grande valore e dimensioni, provenienti da tutto il territorio egiziano. Grazie a sofisticati sistemi di illuminazione e a tecnologie di realtà virtuale, i visitatori possono immergersi nel racconto storico con strumenti moderni. L’accessibilità è garantita dalle infrastrutture pensate anche per facilitare le persone con ridotta mobilità.

Il museo, concepito come spazio aperto e interattivo, rappresenta un tentativo di far dialogare passato e presente attraverso la museografia. Il progetto restituisce nuova vita a migliaia di reperti che da tempo erano conservati nei depositi e poco visibili.

La lunga attesa e la data dell’inaugurazione

Il Gem nasce da una lunga storia. La prima pietra fu posata nel gennaio 2002 dall’allora presidente Hosni Mubarak. Da allora i lavori si sono dilungati tra vari rallentamenti e momenti di stallo. Dopo una parziale apertura avvenuta lo scorso 16 ottobre, la vera inaugurazione è stata annunciata dal presidente Abdel Fattah al-Sisi che ha indicato il 3 luglio come data ufficiale.

Il presidente ha anche anticipato che per l’evento saranno invitati numerosi capi di Stato e che le celebrazioni dureranno più giorni. Il 2025 sembra così l’anno in cui il nuovo grande museo egizio si affianca ai simboli più conosciuti della storia del paese, con la promessa di attrarre visitatori da ogni parte del mondo e di ampliare il racconto della civiltà faraonica.

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