Il nuovo piano nazionale per la tutela dei diritti dell’infanzia e adolescenza, approvato dal consiglio dei ministri nel 2025, reindirizza le politiche a sostegno delle famiglie e dei minori. Il governo di destra punta a potenziare i centri per la famiglia, già protagonisti nel piano per la famiglia, per offrire supporto concreto ai genitori di fronte a sfide sempre più complesse. I servizi dovranno concentrarsi sulla genitorialità, educazione e salute, con l’intento di superare l’approccio emergenziale per guardare allo sviluppo globale di bambini e adolescenti.
Tre aree chiave per il piano nazionale infanzia e adolescenza
Il piano per il triennio 2025-2027 si articola su tre direttrici principali: genitorialità, educazione e salute. Con 112 pagine di contenuti, il documento definisce una strategia che la ministra per la natalità, Eugenia Roccella, ha descritto come «fortemente innovativa e inclusiva». L’obiettivo è modificare la prospettiva attuale basata quasi esclusivamente su emergenze sociali e fragilità, spostando l’attenzione verso uno sviluppo completo e globale dei minori nel loro percorso di crescita.
Focus sulla genitorialità
Nel dettaglio, la sezione dedicata alla genitorialità elenca 16 azioni concrete, di cui sette volte a sostenere direttamente le famiglie. L’idea è coinvolgere la famiglia come centro dell’educazione e delle relazioni dei bambini, facendola diventare il fulcro intorno a cui ruotano tutti gli interventi. Il piano non si limita a contrastare i problemi ma cerca di fornire strumenti per rendere la genitorialità più consapevole e supportata, anche attraverso servizi locali.
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La sfida sanitaria e educativa si lega strettamente al rafforzamento della rete territoriale. Il nuovo piano impegna risorse e attenzioni a queste tre aree per contrastare l’aumento dei disagi tra i più giovani e assicurare una crescita equilibrata. Questo crea un raccordo con le politiche familiari e sociali già in corso.
Il ruolo centrale dei centri per la famiglia nel sostegno ai genitori
Un punto cruciale del piano riguarda i centri per la famiglia, considerati strumenti essenziali per supportare i genitori. Questi centri, sperimentati localmente dagli anni Novanta e riconosciuti ufficialmente solo dal 2007, si stanno diffondendo sempre più sul territorio nazionale. Al 2023 ne erano censiti 613, con una forte concentrazione in Lombardia e Veneto, dove alcuni centri nascono in diretto collegamento con i consultori.
I centri per la famiglia non hanno una natura sanitaria come i consultori, ma forniscono servizi di orientamento, consulenza e facilitazione per le famiglie. Nel recente decreto Caivano è stata riconosciuta la loro funzione nella promozione dell’alfabetizzazione digitale e mediatica tra i minori, settore fondamentale nell’era delle nuove tecnologie. Sono stati stanziati fondi iniziali per circa 28,7 milioni di euro, con ulteriori risorse previste nei prossimi anni per ampliare i servizi.
Il piano prevede un rafforzamento qualitativo e quantitativo di questi centri, rendendoli punti di riferimento in grado di rispondere meglio ai bisogni dei genitori. I centri dovranno ampliare l’offerta, non solo erogando servizi diretti ma creando un sistema di accesso facilitato ad altri interventi. La funzione di supporto ai genitori richiede una formazione specifica del personale, così da garantire risposte adeguate e mirate.
Supporto ai genitori prima e dopo la nascita
Nel documento si insiste sulla necessità di accompagnare i genitori fin dai momenti precedenti la nascita e durante i primi mille giorni di vita dei bambini. Questa finestra temporale, riconosciuta dalla ricerca internazionale come fondamentale per lo sviluppo, viene inserita al centro delle strategie di supporto.
In concreto, ogni centro per la famiglia dovrà attivare uno sportello informativo dedicato. Questo spazio sarà progettato per offrire tutte le informazioni necessarie sui servizi disponibili, benefit e tutele, a partire dai congedi parentali. Saranno messi a disposizione materiali multilingue per raggiungere famiglie con diverse provenienze culturali. Inoltre, il dipartimento per le politiche della famiglia metterà online un cruscotto digitale per informare in modo chiaro e immediato.
Per far conoscere meglio questi servizi il piano include una campagna nazionale di comunicazione. L’obiettivo è far crescere la consapevolezza dell’esistenza di queste strutture sul territorio, così che nessun genitore resti disorientato o isolato. La formazione continua degli operatori sarà un elemento chiave per creare punti di riferimento affidabili.
Questo approccio specifico ai genitori futuri e nuovi conferma la volontà dell’esecutivo di intervenire in modo preventivo, evitando che le difficoltà si aggravino con il tempo o diventino problemi di difficile risoluzione. Il potenziamento di questi strumenti dovrà tradursi in un aiuto concreto, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta all’esperienza genitoriale.
Il piano mostra un cambio di passo nella politica italiana per l’infanzia, spostando il baricentro dall’emergenza alla programmazione di lungo termine, con un investimento diretto sulle famiglie e i loro bisogni reali. Il riconoscimento e la valorizzazione dei centri per la famiglia daranno forma a una rete nazionale più strutturata, in grado di garantire presenza e supporto in ogni fase della crescita.