L’assenza dell’Italia nella ratifica delle modifiche al Mes ha suscitato dibattiti sul piano politico ed economico. Carlo Cottarelli, noto economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, esprime le sue valutazioni critiche sulla gestione italiana e sulle conseguenze a livello europeo e globale. L’intervento affronta anche altre tematiche attuali, come la revisione del rating degli Stati Uniti e le strategie commerciali adottate.
La mancata ratifica della riforma del mes: una scelta politica che non blocca l’italia
Carlo Cottarelli, con un passato da commissario alla spending review e dirigente al Fondo Monetario Internazionale, evidenzia che la mancata adesione italiana alle modifiche del Mes nasce da una battaglia politica influenzata da pregiudizi. L’Italia è rimasta l’unico paese della zona euro a non aver recepito le revisioni, che prevedevano una gestione più estesa delle crisi bancarie da parte del fondo salva-stati.
Secondo l’economista, questa revisione avrebbe rappresentato un passo positivo da approvare. Nonostante la decisione politica contraria, Cottarelli puntualizza che non si tratta di una questione di vita o morte per l’Italia. I rischi paventati in caso di mancata ratifica sono esagerati, e se in futuro si presentasse la necessità, l’Italia potrà accogliere le modifiche. L’economista rimarca come questo episodio sia solo uno degli esempi di impegni rimasti in sospeso, mentre in contemporanea il paese dovrebbe concentrarsi su riforme più urgenti, come la semplificazione della burocrazia e la riduzione dei costi energetici.
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Le sfide europee tra bilancio comune e governance da rivedere
In un contesto più ampio, Cottarelli illumina altre criticità europee che impattano sull’efficacia delle politiche comuni. Il dibattito sul Mes evidenzia come un singolo paese possa bloccare iniziative importanti. L’Italia, infatti, ha dimostrato come il diritto di veto in alcuni meccanismi dell’Unione europea possa frenare decisioni condivise.
Il problema più serio, secondo Cottarelli, è l’assenza di un bilancio europeo significativo, con risorse che dovrebbero rappresentare una quota più consistente del Pil, non un fondo esiguo come avviene oggi. Senza una governance rinnovata e il superamento del diritto di veto, ogni sforzo rischia di arenarsi. La riforma del Mes, in questo senso, è solo un sintomo di un sistema più ampio che necessita di adeguamenti. Senza una svolta su questi fronti, le difficoltà dell’Europa a prendere decisioni efficaci continueranno a emergere.
Il declassamento del rating usa e le implicazioni sul debito pubblico
Cottarelli ha commentato pure l’aggiornamento della valutazione da parte di Moody’s sugli Stati Uniti, che si è allineata ai precedenti declassamenti di Fitch e Standard & Poor’s, abbassando il rating da AAA a AA1. Questo giudizio riflette la crescita del debito pubblico americano, che è raddoppiato negli ultimi vent’anni.
Nonostante il rating rimanga elevato, la situazione finanziaria Usa mostra segnali di allarme. La sostenibilità del debito è stata sostenuta finora dalla crescita economica, ma negli ultimi anni si è registrata un’espansione significativa del debito, ereditata dall’amministrazione precedente. Al momento, secondo Cottarelli, i tagli nella spesa pubblica sono stati limitati, mentre nuove voci di spesa – per la difesa, la sanità e le pensioni – si preparano ad aumentare la pressione sui conti pubblici americani.
I dazi americani e la strategia per il rilancio industriale: limiti e incertezze
Infine, Cottarelli riflette sulle misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti, in particolare l’imposizione di dazi per favorire il mercato interno e riequilibrare la bilancia commerciale. Questa strategia punta a rilanciare il settore manifatturiero nazionale, ma non può invertire passaggi storici in pochi anni.
Gli effetti dei dazi si sono fatti sentire e, di fronte ai rischi di recessione, è stata decisa una tregua temporanea. Questa sospensione ha calmato i mercati nel breve termine, ma non ha risolto i problemi strutturali. Il sentiment delle famiglie americane resta basso e la crescita del primo trimestre del 2025 ha segnato una contrazione. Le trattative per definire un nuovo equilibrio commerciale si annunciano complesse, con una lunga fase di incertezza davanti.