Otto educatori iscritti al sindacato Savt-École hanno ottenuto un risarcimento complessivo di circa 20mila euro per la mancata erogazione del bonus formazione. La sentenza è stata emessa dal giudice del lavoro a Torino e riguarda il convitto regionale F. Chabod di Aosta. Il caso fa luce sull’importanza del riconoscimento di diritti simili a quelli degli insegnanti, trattati dallo stesso contratto di lavoro.
La battaglia sindacale per il riconoscimento del bonus formazione agli educatori
Il Savt-École si è fatto portavoce degli educatori del convitto F. Chabod di Aosta, promuovendo un’azione legale contro la Regione valdostana. La causa riguarda il mancato pagamento del cosiddetto bonus formazione, un beneficio previsto per alcune categorie di lavoratori pubblici. Gli otto ricorrenti, tutti iscritti al sindacato, hanno chiesto e ottenuto un risarcimento economico che il giudice ha valutato intorno ai 20mila euro complessivi.
Il sindacato ha accolto con soddisfazione la sentenza, che segue un orientamento giurisprudenziale consolidato negli anni. Questo episodio ripropone il tema della parità di trattamento tra educatori e insegnanti, infatti entrambe le figure sono soggette a contratti lavorativi analoghi. La sentenza chiude un capitolo lungo, ma lascia aperta la questione della corretta applicazione del bonus da parte della Regione.
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La risposta della regione e le prospettive future sul riconoscimento strutturale del bonus
La Regione Valle d’Aosta, dopo la sentenza, ha deciso di intervenire legislativamente per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro. Anche se la conclusione era prevedibile, la Regione ha adottato una misura volta a fissare il riconoscimento del bonus formazione per tutti gli educatori che lavorano nelle strutture regionali, compreso il convitto F. Chabod.
Il provvedimento anticipa un cambiamento normativo che rende stabile il diritto a questo sostegno economico, superando il ricorso a contestazioni legali individuali. L’amministrazione pubblica si è trovata quindi costretta a colmare una lacuna che ha pesato sul bilancio e sulle risorse umane. Ciò solleva anche interrogativi sui tempi dell’intervento e sull’impatto economico per le casse pubbliche, viste le spese legali e i risarcimenti da versare.
Le dichiarazioni del sindacato sul diritto alla parità e le critiche all’amministrazione regionale
Il segretario del Savt-École, Luigi Bolici, ha sottolineato l’importanza della sentenza non solo per il risarcimento economico, ma per il principio di equità tra educatori e insegnanti. Ha evidenziato come entrambe le categorie condividano lo stesso contratto di lavoro, quindi debbano ricevere lo stesso trattamento su ogni fronte, compreso quello economico.
Bolici ha espresso rammarico per la lentezza con cui la Regione ha risposto alla questione, sottolineando il costo evitabile delle spese legali che ricadono sulle tasche dei cittadini. Questi ritardi hanno costretto gli educatori a intraprendere una battaglia legale per ottenere diritti dovuti ma per lungo tempo trascurati. La denuncia del sindacalista punta a sollecitare un cambio di atteggiamento nell’amministrazione pubblica nel tutelare il personale e nell’anticipare le esigenze di tutela dei lavoratori.
Le tensioni tra sindacato e regione e la frammentazione della gestione dei diritti
Le tensioni tra sindacato e Regione riportano alla luce un sistema di gestione dei diritti del personale pubblico ancora frammentato e poco reattivo. La vicenda del convitto Chabod resta un esempio di come i rapporti tra lavoratori e amministrazione possano evolvere solo grazie a interventi giuridici e mobilitazioni sindacali.