Il giovane di roma confessa l’omicidio della ex trovata in una valigia in un dirupo

Il giovane di roma confessa l’omicidio della ex trovata in una valigia in un dirupo

Il cadavere di Ilaria Sula trovato in una valigia a Roma, Mark Antony Samson confessa il femminicidio premeditato; la madre indagata per concorso in occultamento, procura guidata da Giuseppe Cascini chiude le indagini.
Il Giovane Di Roma Confessa Le28099 Il Giovane Di Roma Confessa Le28099
Il corpo di Ilaria Sula è stato trovato in una valigia a Roma; Mark Antony Samson ha confessato l’omicidio premeditato, motivato da ossessione e minacce, mentre sua madre è indagata per occultamento. - Gaeta.it

La scoperta del cadavere di Ilaria Sula, giovane donna uccisa e nascosta in una valigia abbandonata in un dirupo a roma, ha scosso l’opinione pubblica. L’autore del delitto, Mark Antony Samson, ha confessato davanti alla procura, svelando dettagli inquietanti sulla dinamica e i motivi dietro il femminicidio. La vicenda, iniziata con minacce tramite messaggi, si è conclusa tragicamente nel marzo scorso, mentre la giustizia si appresta a chiudere le indagini.

Il ritrovamento del corpo e le prime indagini

A marzo scorso, nel quartiere di via Homs a roma, è stato rinvenuto il cadavere di Ilaria Sula all’interno di una valigia, depositata in fondo a un dirupo. Le forze dell’ordine sono intervenute dopo alcune segnalazioni e grazie a una serie di accertamenti hanno individuato subito le circostanze sospette intorno alla sparizione della giovane donna. L’autopsia ha evidenziato che la morte è stata provocata da tre coltellate inferte al collo con evidente intenzione di uccidere. Il ritrovamento ha avviato un’indagine accurata, portando a raccogliere testimonianze e dati digitali che avrebbero inchiodato il responsabile.

Le condizioni in cui è stato lasciato il corpo hanno mostrato la volontà di occultarlo, in luogo lontano e difficile da raggiungere. Questi elementi hanno spinto gli inquirenti a considerare il fatto come un omicidio volontario premeditato.

Le minacce, i messaggi e il movente

Nei giorni seguenti all’arresto, gli investigatori hanno esaminato il telefonino di Mark Antony Samson, trovando messaggi molto chiari e inquietanti rivolti alla vittima. Uno di questi recitava “O torna con me o la uccido”, frase che indica il tentativo disperato di riconciliazione finito in tragedia.

Dai messaggi scambiati con amici emerge la programmazione dell’atto violento, segno che non si è trattato di un gesto impulsivo o casuale. L’ossessione nei confronti della ex fidanzata e il rifiuto della separazione si sono trasformati in una decisione fatale. Questi elementi hanno fatto scattare l’accusa aggravata di omicidio volontario con premeditazione, arricchita dalle circostanze legate alla relazione affettiva e ai motivi ritenuti futili dalla procura.

Il ruolo della madre e la situazione processuale

Oltre a Mark Antony Samson, nel procedimento figura anche sua madre, indagata per concorso in occultamento di cadavere. Le autorità sospettano che abbia aiutato a nascondere il corpo della vittima, collaborando in modo da rallentare le indagini o depistare le prove.

Samson si è presentato davanti al pubblico ministero per un interrogatorio durato circa due ore. Il suo racconto ha fornito una ricostruzione dettagliata degli eventi e delle sue motivazioni, confermando l’intenzione di uccidere la ex fidanzata. Attualmente, la procura capitolina, guidata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, sta completando il fascicolo e valuta la richiesta di giudizio immediato, proponendo così un rapido iter processuale vista la gravità delle accuse e la chiarezza delle prove.

Le autorità continueranno a seguire il caso per chiarire tutti gli aspetti, mentre emergono momenti complessi nella ricostruzione di una storia segnata dalla violenza e dalla tragedia.

Change privacy settings
×