Il direttore della nuova orchestra scarlatti annuncia la chiusura nel 2026 per mancanza di fondi e supporto culturale

Il direttore della nuova orchestra scarlatti annuncia la chiusura nel 2026 per mancanza di fondi e supporto culturale

La nuova orchestra Scarlatti di Napoli chiuderà nel 2026 per mancanza di fondi e sostegno alla musica classica, mentre Gaetano Russo denuncia il rischio culturale e ricorda il giovane violinista Giovan Battista Cutolo.
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La Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli, guidata da Gaetano Russo, annuncia la chiusura definitiva nel 2026 a causa della mancanza di fondi e sostegno alla musica classica, evidenziando una crisi culturale che coinvolge tutta la città. - Gaeta.it

La nuova orchestra scarlatti di Napoli, una realtà musicale che ha accompagnato la città per decenni, affronterà una chiusura definitiva nel 2026. Gaetano Russo, direttore e clarinettista, ha spiegato le ragioni di questa decisione durante un concerto della formazione giovanile “Scarlatti Young” nella cattedrale di Castellammare di Stabia. La mancanza di finanziamenti adeguati e l’indifferenza verso la musica classica sono al centro della crisi che ha coinvolto l’orchestra.

La dichiarazione shock del maestro gaetano russo durante il concerto a castellammare di stabia

Al termine del concerto della “Scarlatti Young” tenutosi a Castellammare di Stabia, Gaetano Russo ha annunciato con parole nette la chiusura imminente della nuova orchestra scarlatti. Ha detto chiaramente: “Nel 2026 chiudiamo, anzi, ci faranno chiudere”. Questa affermazione ha colto di sorpresa gli spettatori, sottolineando una realtà che da tempo si andava delineando ma che solo ora ha ricevuto una conferma ufficiale.

Il maestro ha poi spiegato a un’agenzia di stampa che la sua decisione è dettata da un principio di lealtà verso la musica e la comunità che la segue. La musica classica, secondo Russo, è stata messa in secondo piano rispetto ad altre forme di intrattenimento e manifestazioni culturali. La scarsità di risorse economiche destinate a questa disciplina è diventata insostenibile, tanto da rischiare la sopravvivenza stessa dell’orchestra.

Gaetano Russo ha precisato che questo non è un appello per un sostegno esclusivo alla sua realtà, ma un segnale preoccupante per il futuro della musica classica in generale. Se non si interviene tempestivamente, il vuoto culturale lasciato sarà difficile da colmare per la società napoletana.

La commemorazione di giovanni cutolo, giovane musicista ucciso a napoli

Durante l’evento di Castellammare, è stata dedicata una parte della serata al ricordo di Giovan Battista Cutolo, conosciuto come Gio’ Gio’, giovane violinista dell’orchestra scarlatti young, tragicamente ucciso a 24 anni a Napoli. La sua morte, avvenuta il 31 agosto 2023 per una violenta lite legata a un parcheggio, ha segnato profondamente la comunità musicale.

Il ricordo di Gio’ Gio’ è stato toccante. La sua passione per la musica e il coinvolgimento con l’orchestra rappresentavano, per molti, una speranza concreta di rinascita artistica e culturale. Il fatto che proprio nel contesto di una sua esibizione si sia consumata la dichiarazione di chiusura dell’orchestra aggiunge un ulteriore peso emotivo alla situazione.

Russo ha sottolineato che la data del concerto, programmato l’anno precedente e rimandato a causa degli eventi, evidenzia come le difficoltà siano andate ampliandosi negli ultimi mesi. La chiusura rappresenterebbe la fine di un percorso che per molti anni ha portato la musica classica nel cuore della città.

La storia di un’orchestra tra perdita e mancanza di strutture adeguate a napoli

Gaetano Russo ha un legame storico con la tradizione musicale napoletana. Fu infatti membro dell’orchestra scarlatti della rai, chiusa nel 1992, e fondatore della nuova orchestra scarlatti l’anno successivo. Nel suo discorso ha ricordato l’ultimo concerto dell’orchestra rai che ebbe luogo a dicembre del 1992, accolto da un caloroso applauso del pubblico che chiedeva di prolungare la performance.

Da allora, Napoli non ha solo perso quell’orchestra, ma anche un auditorium degno di una città con una tradizione musicale così ricca. La mancanza di spazi adeguati per la musica è un problema evidente in città. Molti altri centri urbani di dimensioni comparabili possiedono strutture dedicate, capaci di ospitare eventi di qualità e diffondere la cultura musicale sul territorio.

La nuova orchestra scarlatti, nonostante i risultati ottenuti anche all’estero, continua a scontare questa mancanza. Le tournée internazionali – racconta Russo, che ha portato la formazione fino in Cina – mostrano uno scenario paradossale. In quelle città, spesso più piccole di Napoli, la musica classica gode di spazi funzionali e risorse migliori. L’orchestra napoletana si sente come un gruppo di “extracomunitari”, costretto a cercare altrove almeno una possibilità di esprimersi.

La mancanza di fondi e il vuoto nel sostegno alla musica classica

Russo ha enfatizzato un aspetto cruciale: non si tratta semplicemente di lamentare la scarsità di finanziamenti. “Non ci devono più dire che non ci sono i soldi” ha affermato, invitando a esaminare come le risorse disponibili siano state utilizzate. Questa denuncia implica una questione di priorità e scelte politiche, più che di reale assenza di fondi pubblici o privati.

Se la musica classica non riceve più attenzione, la sua marginalizzazione si riflette sull’intera offerta culturale. Senza una presenza solida di questo genere artistico, il tessuto culturale della città rischia di perdere un pezzo importante della sua identità. L’orchestra scarlatti rappresenta un punto di riferimento di lunga data e la sua scomparsa potrebbe rappresentare una battuta d’arresto significativa.

Un invito implicito è rivolto a chi gestisce le risorse pubbliche a valutare in modo trasparente ed equo la distribuzione dei finanziamenti. Questi fondi dovrebbero garantire un sostegno concreto e duraturo alla musica classica, evitando che realtà storiche come quella napoletana siano costrette a cessare l’attività per mancanza di risorse.

La nuova orchestra scarlatti rimane fino a oggi un simbolo di resistenza musicale in una città con una grande eredità artistica. La sua vicenda segna una pagina delicata del presente culturale, che riguarda non solo Napoli ma tutto il sistema che tutela la musica classica in Italia.

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