Il dicastero della dottrina della fede conferma prudenza sui presunti fenomeni soprannaturali a monte sant’onofrio ad agnone

Il dicastero della dottrina della fede conferma prudenza sui presunti fenomeni soprannaturali a monte sant’onofrio ad agnone

Il Dicastero per la Dottrina della Fede, guidato dal cardinale Víctor Manuel Fernández, invita a vigilare sulle apparizioni della Vergine sul Monte Sant’Onofrio ad Agnone, limitando il culto pubblico e promuovendo prudenza e unità ecclesiale.
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Il Dicastero per la Dottrina della Fede, tramite il cardinale Fernández, invita a una vigilanza prudente sulle presunte apparizioni della Vergine a Monte Sant’Onofrio (Molise), autorizzando solo il culto privato e sottolineando il divieto di forme di culto pubblico finché non vi sia un riconoscimento ufficiale. - Gaeta.it

Gli ultimi sviluppi sugli eventi spirituali riferiti al Monte Sant’Onofrio ad Agnone, nel Molise, hanno visto il Dicastero per la Dottrina della Fede ribadire una posizione di vigilanza. Il prefetto del Dicastero, il cardinale Víctor Manuel Fernández, ha firmato una lettera indirizzata al vescovo di Trivento, Camillo Cibotti, confermando la misura di «prae oculis habeatur» proposta dallo stesso vescovo, ovvero un’attenzione continua e prudente ai fenomeni. L’espressione indica un sì tentativo di riconoscere aspetti positivi, ma anche la necessità di tenere sotto controllo elementi potenzialmente problematici. Già dall’inizio del 2010, queste presunte apparizioni della Vergine hanno attirato l’attenzione di fedeli e autorità ecclesiastiche, richiedendo un esame approfondito e calibrato.

La determinazione “prae oculis habeatur” e le indicazioni del cardinale Fernández

La decisione del Dicastero si basa su un’attenta valutazione del materiale raccolto riguardo alle apparizioni sul Monte Sant’Onofrio. Il cardinale Fernández ricorda che la misura «prae oculis habeatur» significa mantenere un dialogo aperto e prudente con i diretti interessati al fenomeno senza ancora autorizzare forme di culto pubblico. In questa fase si riconoscono segni che possono indicare una presenza autentica dello spirito, come la forte enfasi sulla centralità di Gesù Cristo, la promozione della Parola di Dio, l’Eucaristia, la Riconciliazione, e l’invito ad atti concreti di carità verso chi soffre. Questi elementi ritrovati nei messaggi attribuiti alla Vergine mostrano un richiamo all’essenziale della fede cristiana.

Criticità e comportamenti non conformi

Il prefetto però sottolinea anche criticità. Non manca una certa confusione e la presenza di alcuni rischi, soprattutto quando parte degli ecclesiastici non rispetta le indicazioni riguardo al divieto di culto pubblico imposto dall’autorità diocesana. In concreto, l’ex vescovo di Trivento Claudio Palumbo aveva diagnosticato una “ferita nella comunione ecclesiale” che si evidenzia quando alcuni spingono per un’attività religiosa parallela e non autorizzata. Lo stesso cardinale Fernández richiama l’importanza che tutti i gruppi coinvolti mantengano un atteggiamento di obbedienza e apertura al dialogo con la Chiesa.

L’attenzione alla natura delle relazioni con i defunti e la catechesi in merito

Un punto centrale della lettera riguarda la possibile confusione sulla natura delle “relazioni” tra i vivi e le anime dei defunti, tema spesso delicato. Nel caso del presunto veggente di Agnone si menziona una mediazione degli angeli custodi per la manifestazione di alcune anime. La Chiesa cattolica distingue nettamente la preghiera per i defunti, che fa parte della comunione dei santi, da pratiche evocative o spiritiche, rigorosamente condannate. Il cardinale Fernández chiarisce che l’intervento degli angeli nelle scritture è sempre mediato da Dio e che ogni forma di comunicazione con i morti deve restare nella dimensione della preghiera e dell’intercessione.

Evitare derive spirituali pericolose

Questo insegnamento serve anche a evitare derive pericolose legate a tecniche di evocazione o curiosità eccessive sull’aldilà. Il prefetto invita a vigilare perché all’interno del gruppo di fedeli non emergano dubbi o pratiche contrastanti con questo insegnamento. Il confine tra ciò che è lecito e ciò che può provocare una deviazione è molto sottile e richiede un controllo attento da parte della gerarchia. La lettera incoraggia il vescovo di Trivento a continuare a supervisionare l’esperienza spirituale, affinché possano essere risolte le ambiguità e ristabilita la comunione ecclesiale.

Limiti al culto pubblico e possibilità di culto privato nel contesto di monte sant’onofrio

L’aspetto più concreto della determinazione riguarda le modalità con cui si può vivere l’esperienza spirituale legata al Monte Sant’Onofrio. Il cardinale Fernández fa chiarezza sul fatto che non è permesso alcun culto pubblico prima di un nulla osta ufficiale rilasciato dalle autorità ecclesiastiche competenti. Con “culto pubblico” si intendono riti ufficiali, pellegrinaggi coordinati da parrocchie o eventi di rilievo ecclesiastico legati ai presunti fenomeni. È vietata la diffusione o promozione non autorizzata delle apparizioni e dei relativi messaggi.

Culto privato e visite a monte sant’onofrio

Al contrario, si concede il culto privato, in forma molto discreta. I fedeli possono visitare personalmente, a coppie o piccoli gruppi, il luogo della croce sul monte o il percorso della via crucis, sempre mantenendo un atteggiamento di umiltà e rispetto verso le indicazioni dell’autorità religiosa. Questa concessione nasce dal fatto che, pur non essendoci elementi gravi che richiedano interventi più drastici, è necessario conservare equilibrio e controllo per prevenire derive o confusioni dottrinali.

Il vescovo di Trivento viene chiamato a monitorare l’andamento della situazione e assicurarsi che i fedeli coinvolti mantengano una linea coerente con l’insegnamento della Chiesa. Solo se si supereranno le criticità attuali, anche sul piano ecclesiale e dottrinale, potrà essere valutata l’eventuale apertura a forme di culto più articolate e pubbliche. Fino ad allora, resta priority la salvaguardia dell’unità e della fede autentica nel cammino della comunità.

In questo quadro, il Dicastero per la Dottrina della Fede offre un esempio di come la Chiesa proceda cauta su fenomeni ancora non chiariti, ma non rinunci all’ascolto e all’attenzione. La lettera del cardinale Fernández rappresenta una guida pratica e dottrinale che richiama alla vigilanza e al rispetto della dimensione comunitaria e spirituale di ogni esperienza proposta, senza trascurare i rischi di divisione o erronea interpretazione.

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