La discussione sul terzo mandato in italia sta creando un confronto acceso tra diverse istituzioni. Al centro del dibattito c’è la disparità nei limiti dei mandati tra governatori e sindaci rispetto ad altre cariche pubbliche. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha espresso il suo punto di vista durante un incontro pubblico con il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, sottolineando la necessità di una normativa uniforme.
Disparità nei limiti dei mandati tra governatori, sindaci e altre cariche pubbliche
Luca Zaia ha evidenziato una situazione frammentata in italia, dove alcuni amministratori locali sono soggetti al blocco dei mandati mentre altri no. In particolare, il problema riguarda i governatori e i sindaci sopra 15.000 abitanti che, a differenza di altre figure istituzionali, si trovano a volte limitati nel numero di mandati consecutivi che possono ricoprire. Zaia ha elencato le cariche libere dal blocco: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, ministri, deputati, senatori, consigli regionali, assessori regionali e consiglieri comunali sotto i 15.000 abitanti. Questa disomogeneità genera, secondo lui, un “italia a macchia di leopardo” nella regolamentazione.
Mancanza di uniformità tra le leggi sui mandati
L’aspetto critico riguarda proprio la mancata uniformità tra le leggi che regolano il mandato di queste due categorie specifiche, le uniche elette direttamente dai cittadini. Zaia ha definito ridicola l’idea che questa limitazione serva a prevenire la creazione di centri di potere. Per lui, “se si vuole una gestione efficace e democratica, bisogna evitare che il cittadino diventi una semplice comparsa nel processo politico ma diventi un attore protagonista che sceglie la sua classe dirigente.”
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La centralità del cittadino e la necessità di scelte trasparenti
La proposta di Zaia punta a rimettere il cittadino al centro delle decisioni sulla durata dei mandati. Il presidente del Veneto suggerisce di dare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente i loro rappresentanti senza limitazioni arbitrarie imposte da regolamenti diversi a seconda del territorio o della funzione elettiva. L’argomento si basa sul principio che la democrazia si fonda sul libero voto e sulle scelte dirette degli elettori.
Domande fondamentali sulla partecipazione del cittadino
Zaia pone un quesito fondamentale: “è giusto inserire il cittadino come protagonista o relegarlo in un ruolo secondario, dove non può incidere realmente nel processo di selezione della classe dirigente?” Questo implica anche il rischio, in assenza di uniformità legislativa, di creare disparità che possono influenzare il funzionamento democratico locale e nazionale.
Il terzo mandato non garantisce poteri illimitati, parola di zaia
Durante l’incontro, il presidente veneto ha anche chiarito un aspetto importante sul valore e sulle conseguenze del terzo mandato. Ha spiegato che la possibilità di un terzo mandato non equivale a un’autorizzazione a governare senza considerare la volontà popolare. In altre parole, il mandato aggiuntivo non crea una sorta di “bolla papale” che permette di ignorare l’opinione dei cittadini.
Zaia ha ricordato che le elezioni sono previste in autunno e che, qualora fosse approvata la norma sul terzo mandato, si ricandiderà. Se la norma non ci sarà, lascerà spazio ad altri candidati. Il suo intervento ha preso un tono pragmatico: “il voto rimane l’elemento decisivo per determinare chi deve governare, indipendentemente dai limiti dei mandati stabiliti.”
Il dibattito sul terzo mandato in italia resta aperto con più punti di vista in campo, ma le parole di Zaia offrono una chiave di lettura basata sulla coerenza normativa e sul rispetto della volontà popolare diretta.