Il costo degli affitti nelle grandi città tra centro e periferia supera il triplo in alcune aree metropolitane italiane

Il costo degli affitti nelle grandi città tra centro e periferia supera il triplo in alcune aree metropolitane italiane

L’aumento del costo della vita e il turismo spingono gli affitti in centro a livelli molto più alti rispetto alle periferie, con differenze marcate in città come Roma, Milano, Napoli e Catania.
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L’aumento del costo della vita sta ampliando il divario tra affitti in centro e periferia nelle grandi città italiane, con il mercato degli affitti influenzato da turismo, locazioni brevi e qualità dei servizi. - Gaeta.it

L’aumento del costo della vita influenza in modo crescente le scelte abitative degli italiani. Il confronto tra affitti nel centro urbano e nelle periferie delle grandi città mette in luce un divario che si allarga notevolmente. Le differenze si manifestano soprattutto nei canoni di locazione dei bilocali, dove nei centri cittadini si arriva a pagare cifre fino a tre volte superiori rispetto alle zone più periferiche. Scenari Immobiliari ha aggiornato a maggio 2025 i dati sulle 14 città metropolitane, evidenziando un fenomeno legato non solo alla posizione geografica ma anche alla trasformazione del mercato dell’affitto, spinto dal turismo e dalle nuove forme di locazione breve.

Le differenze nei canoni di locazione tra centro e periferia nelle maggiori città italiane

A Roma un bilocale in centro costa circa 2.270 euro al mese, a fronte di 850 euro in periferia. Questo significa che gli affitti nel cuore della capitale risultano quasi tre volte più alti. Nel capoluogo piemontese la forbice è simile: 1.350 euro per un bilocale in centro, contro 480 euro negli altri quartieri, con un rapporto di quasi 2,8 volte. Al sud il contrasto tra centro e periferia diventa ancora più marcato, in particolare a Napoli. Qui si passa da una media di 1.600 euro in centro ai 550 euro in periferia. Catania registra dati analoghi, con un affitto medio che scende da 700 euro nel centro città ai 250 euro fuori dal nucleo urbano. Questi numeri riflettono un divario che rispecchia non solo differenze economiche ma anche condizioni infrastrutturali e di accessibilità.

Criticità delle periferie meridionali

Le periferie delle grandi metropoli meridionali scontano carenze di trasporti e servizi, fattori che si ripercuotono sui prezzi degli affitti e sulla scelta di abitare queste zone. Tra le città citate, solo alcune aree dell’hinterland di Bologna, Veneto e Torino mostrano una copertura infrastrutturale migliore, che permette una più facile collocazione abitativa anche fuori dal centro. A Roma e Napoli invece, le difficoltà legate a sicurezza e mobilità spingono la domanda verso quartieri semicentrali o attigui al centro.

L’influenza del turismo e della locazione breve sui prezzi degli affitti in centro

L’offerta immobiliare nel centro delle grandi città si modifica continuamente per via delle nuove modalità di locazione. L’ascesa degli affitti brevi, legati principalmente al turismo, ha modificato profondamente il valore delle abitazioni nelle zone centrali. I proprietari preferiscono spesso destinare i loro immobili a affitti brevi piuttosto che ai contratti tradizionali, anche per i rendimenti più elevati garantiti da piattaforme come Airbnb. “Questo fenomeno riduce la disponibilità di alloggi per affitti di lunga durata, facendo salire i canoni per chi cerca una sistemazione stabile.”

Milano e il mercato dell’affitto turistico

Milano è un caso emblematico, essendo diventata nel 2025 la quarta meta europea per turisti con elevata capacità di spesa. Nelle zone più richieste della città, le tariffe di affitto superano in certi casi i 5.000 euro al mese. L’effetto è una pressione sul mercato della locazione tradizionale, che si vede costretta a rincorrere prezzi sempre più alti soprattutto nei quartieri del centro e in quelli ben collegati della periferia. Mario Breglia di Scenari Immobiliari evidenzia come “fino a qualche anno fa gli affitti dipendevano soprattutto dal reddito dei residenti, ma oggi a incidere è il mix tra turismo, locazione breve e scarsa disponibilità abitativa.”

L’aumento dei canoni anche nelle periferie e le nuove dinamiche abitative

Anche fuori dai centri cittadini si osservano incrementi dei canoni, seppur più contenuti e più lenti rispetto al centro urbano. A Milano periferica gli affitti sono passati da 1.000 a 1.300 euro per alcuni bilocali, un aumento minore rispetto alle zone centrali ma comunque significativo nel contesto generale. Questo fenomeno deriva dalla richiesta di abitazioni più accessibili ma comunque vicine ai servizi e ai mezzi pubblici.

Importanza dei servizi e collegamenti

La qualità dei collegamenti con il centro e la dotazione di servizi nei quartieri periferici risultano elementi decisivi per gli inquilini. Fabiana Megliola dell’ufficio studi Tecnocasa spiega che “chi cerca casa tende a spostarsi verso quartieri semicentrali o aree ben collegate, dove i prezzi restano maggiormente sostenibili.” L’aumento generale dei canoni fa salire i costi anche in periferia, soprattutto nelle zone dove i servizi migliorano o dove la domanda si concentra maggiormente.

Il ruolo della domanda e l’effetto del costo della vita sulle scelte abitative

Il mercato degli affitti è influenzato in larga misura da chi si sposta per motivi di studio o lavoro. Nel 2024 oltre il 35% di chi ha cercato casa tramite agenzie del gruppo Tecnocasa lo ha fatto perché ha cambiato area di residenza per esigenze professionali o formative. Questa mobilità richiede soluzioni abitative che combinino prezzo accessibile e buona accessibilità.

Il peggioramento del costo della vita spinge molte persone a scegliere case nei quartieri fuori dal centro, dove i canoni sono più sostenibili. Le aree semicentrali o limitrofe si presentano così come un compromesso tra costo e benefici in termini di servizi. Chi non può permettersi affitti elevati in centro è costretto a guardare oltre, creando una domanda che alimenta la crescita dei prezzi anche nelle zone periferiche con buoni collegamenti.

Questo scenario riflette un cambiamento nelle abitudini abitative, dove il collegamento con il centro e la disponibilità di servizi diventano il metro per decidere dove vivere, a fronte della pressione esercitata dal mercato degli affitti nelle grandi città italiane.

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