Il coro "poporopoporopoooo" anima le tribune del roland garros 2025 dividendo giocatori e tifosi

Il coro “poporopoporopoooo” anima le tribune del roland garros 2025 dividendo giocatori e tifosi

Al Roland Garros 2025 il coro “poporopoporopoooo” anima le tribune, coinvolgendo tifosi e giocatori come Carlos Alcaraz, ma suscita anche critiche da Jaume Munar per le distrazioni durante le partite.
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Al Roland Garros 2025 è nato il coro "poporopoporopoooo" che coinvolge il pubblico, suscitando entusiasmo ma anche critiche da alcuni giocatori per le distrazioni durante le partite. - Gaeta.it

Il Roland Garros 2025 si distingue anche per un coro che ha conquistato con forza le tribune del torneo parigino. Tra match e momenti di pausa, i tifosi risuonano con un motivetto nato spontaneamente, capace di infiammare il pubblico ma anche di suscitare reazioni contrastanti tra i giocatori. Il famoso “poporopoporopoooo”, accompagnato da un “olèèè” rispondente, accompagna ogni partita facendo parte ormai dell’atmosfera tipica del secondo Slam della stagione.

Come è nato e come si è diffuso il coro “poporopoporopoooo” nelle tribune del roland garros

Il fenomeno del coro è diventato chiaro fin dall’avvio del torneo. Durante le gare al Philippe-Chatrier e sugli altri campi, si sentono tifosi e appassionati intonare un motivetto particolare: una serie di suoni ripetitivi seguiti da un “olèèè” pronunciato in coro dalla folla. Questa melodia, facilmente memorizzabile, ha preso piede tanto da trasformarsi in una vera e propria colonna sonora di molte partite. Nessuna postazione è immune: dai settori popolati da famiglie e bambini fino ai gruppi di supporter più accaniti, tutti si lasciano coinvolgere.

Il coinvolgimento dei protagonisti in campo

Il pubblico ha ripreso in modo così diffuso questo rituale che è rimbalzato anche attraverso le trasmissioni televisive, arrivando a coinvolgere in modo diretto i protagonisti in campo. Tra i momenti più emblematici c’è quello che ha visto protagonista Carlos Alcaraz. Dopo la sua vittoria contro Fabian Marozsan al secondo turno, il campione spagnolo ha chiesto permesso durante l’intervista post match per unirsi idealmente alla festa degli spettatori, pronunciando lui stesso il celebre “poporopoporopoooo”. La risposta immediata del pubblico, l’“olèèè”, è stata accolta con risate e applausi, sottolineando lo spirito di divertimento che accompagna il torneo.

Tra divertimento e critiche: le reazioni contrastanti dei giocatori al coro

Non tutti i giocatori condividono lo stesso entusiasmo verso il coro. Se Carlos Alcaraz si è dimostrato aperto a questo spirito festoso, altri tennisti hanno espresso disagio e fastidio davanti alla frequenza e alla persistenza della melodia sugli spalti. Jaume Munar, altro spagnolo impegnato al torneo, ha commentato la presenza del coro con parole più severe.

Le parole di jaume munar

Dopo la sua eliminazione al secondo turno contro Arthur Fils, Munar ha denunciato pubblicamente il disturbo creato dal cori ripetuti e prolungati: “Non è giusto che non ci lascino giocare tranquilli, interrompendo continuamente la concentrazione. Noi siamo qui per lavorare, serve rispetto”. Ha aggiunto che l’atmosfera a volte si trasforma “in un circo o in un teatro”, dove la continua interruzione non permette ai giocatori di svolgere il match senza interferenze. Munar ha evidenziato che il pubblico ha il diritto di godersi lo spettacolo, ma che deve lasciare spazio allo sviluppo naturale del gioco, per evitare distrazioni ingiustificate.

Il contesto culturale dei cori nel tennis rispetto ad altri sport

Il tennis tradizionalmente presenta una componente di pubblico molto diversa da quella di sport come calcio o basket. Non ha tifoserie organizzate in modo simile e, salvo rare eccezioni, l’interruzione delle partite da parte dei tifosi è meno frequente. I cori infatti non fanno parte della cultura usuale degli spettatori del tennis, che solitamente si mantiene più rispettosa durante lo svolgimento del match.

Paralleli con altri tornei e sport

Il fenomeno del “poporopoporopoooo” ha richiamato alla memoria un’esperienza simile, registrata agli Internazionali d’Italia negli scorsi anni, nei campi del Foro Italico a Roma. Lì il pubblico si animava con un semplice “c’mon, let’s go” seguito dal nome dei giocatori, a cui facevano eco battiti di mani scanditi dal resto della folla. Questa forma di incitamento più tradizionale rimane però molto diversa dal coro parigino, che si sta dimostrando più insistente e diffuso.

La reazione del pubblico e dei giocatori al Roland Garros 2025 lascia aperti diversi spunti. Se da un lato il coro crea un’atmosfera coinvolgente per molti appassionati, dall’altro genera difficoltà di concentrazione per chi compete al massimo livello. Questo rende il torneo di Parigi del 2025 un esempio interessante dei nuovi modi con cui tifosi e competizione convivono nelle grandi manifestazioni sportive internazionali.

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